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martedì, Agosto 26, 2025

Toscana prima in Italia per la copertura vaccinale contro il morbillo: un modello da seguire

Con il 97,33% di copertura, la Regione guida la classifica nazionale mentre il dibattito politico sull’obbligo vaccinale rischia di indebolire la protezione collettiva. Un post di Simone Bezzini.

La nuova mappa delle coperture vaccinali per il morbillo pubblicata oggi da La Repubblica racconta una storia di eccellenza sanitaria: la Toscana tocca il 97,33%, il valore più alto in Italia, superando la soglia del 95% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per raggiungere l’immunità di gregge. Questo significa non solo proteggere i bambini vaccinati, ma anche chi non può ricevere il vaccino per motivi medici, creando una vera barriera contro il virus.

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Un risultato che non arriva per caso, ma che è frutto di una rete efficiente e di un impegno quotidiano. Lo sottolinea l’assessore alla Sanità Simone Bezzini, che in un post su Facebook scrive: «Più alta è la copertura vaccinale, maggiore è la tutela della salute delle bambine e dei bambini. Un ringraziamento va ai pediatri di libera scelta della Toscana e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl per il loro impegno quotidiano». Parole che confermano quanto la sanità territoriale possa fare la differenza nella prevenzione.

Ma se la Toscana rappresenta un modello virtuoso, il quadro nazionale è meno rassicurante. Secondo i dati del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, la copertura vaccinale per il morbillo tra i bambini nati nel 2021 si ferma al 94,64%, ancora sotto la soglia raccomandata.

Nel frattempo, nel 2025 si sono già registrati oltre 330 casi in Italia, il 90% dei quali tra persone non vaccinate, e il numero è in crescita. A livello europeo, il 2024 ha segnato oltre 127.000 casi, il doppio rispetto all’anno precedente, riportando il morbillo a livelli che non si vedevano dagli anni Novanta.

Questo trend preoccupa ancora di più alla luce di alcune spinte politiche che puntano a rimettere in discussione l’obbligo vaccinale per l’infanzia, introdotto proprio per arginare il ritorno di malattie prevenibili.

Un passo indietro che, come avverte Bezzini, non è accettabile: «Passi indietro nella tutela della salute pubblica non sono accettabili». La comunità scientifica è unanime nel ribadire che l’obbligo vaccinale è uno strumento essenziale per la prevenzione collettiva e per evitare focolai che mettono a rischio le fasce più vulnerabili.

Il morbillo non è una malattia banale: può provocare complicanze gravi come polmonite, encefalite e, nei casi più estremi, la morte. Per questo l’OMS continua a ribadire che mantenere alta la copertura vaccinale è l’unica strada per azzerare i contagi e prevenire epidemie.

Il successo toscano dimostra che è possibile raggiungere questi obiettivi quando si lavora in rete tra pediatri, Asl e istituzioni. Ma la sfida non è finita: serve uno sforzo nazionale per evitare che il dibattito politico metta a repentaglio anni di progressi. Perché sulla salute dei bambini non ci possono essere esitazioni, e ogni arretramento sarebbe un prezzo troppo alto da pagare.

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