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venerdì, Novembre 22, 2024

Tramandare la tradizione del vetro sarà opera meritoria

Marco Merli, 58 anni, attuale Presidente della A.S.D.Sangiovannese 1927, da poche settimane ha aggiunto alle sue qualifiche la vicepresidenza dell’Associazione Vetrai Valdarnesi e Amici del Vetro, un sodalizio con grandi progetti che intende raccogliere e tutelare le testimonianze sulla tradizione vetraria valdarnese.

Un ruolo a cui Merli ha di sicuro diritto per le esperienze dirette compiute negli anni con la Cristalleria Europa. La fondò il padre Roberto nel 1966 – “davvero una persona molto adatta al ruolo di manager” – che, dopo una breve esperienza in edilizia, si impegnò come amministratore nella Cristalleria Masaccio, nata sulle ceneri del fallimento della Vetreria Taddei e, dopo qualche anno, decise di uscirne con alcuni amici per costruire dal nulla a Levane una nuova fabbrica, la Cristalleria Europa, con forni e magazzini.

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Fra il ’66 e il ’69 la nuova start-up stentò un poco; necessitavano continue risorse finanziarie e la produzione era limitata a calici e bicchieri e destinata a grossisti che dettavano le condizioni di mercato. Non tutti i soci si convinsero a insistere su quella strada. Rimasero in tre e dal ’70 – merito di un’intuizione di Roberto Merli – le cose cambiarono decisamente. La Cristalleria Europa decise di essere presente alle grandi fiere europee, da Milano a Francoforte, e fu capace di contattare direttamente i negozi specializzati in Italia e all’estero.

Per stare sui mercati nella nuova dimensione, fu chiaramente necessario incrementare gli aspetti finanziari della gestione concedendo alla clientela dilazioni di pagamento più ampie. E così, nei primissimi anni ’80, il giro d’affari diviene davvero importante e il fatturato si incrementa. La Cristalleria Europa decide di espandersi e dal fallimento della Vetreria Vecris di San Giovanni (un’altra componente dell’ex Vetreria Taddei), costituisce una nuova azienda, la Cristalleria Etruria, che inizia ad operare nell’ex stabilimento Taddei, oggi sede del dipartimento di Geotecnologie di UniSi. La Cristalleria Etruria si trasferisce successivamente a Castelfranco di Sopra acquisendo l’immobile dell’ex Vetreria Piantini dalla procedura fallimentare.

Per Marco Merli l’ingresso in azienda arriva nell’89, ma in precedenza c’erano state varie esperienze estive giacché babbo Roberto era più che convinto che l’approccio dovesse cominciare dal basso. Marco, raggiunta la laurea in Economia e Commercio a Firenze, pensò qualche mese all’abilitazione professionale come dottore commercialista – forse il vero sogno del padre – ma poi optò per il sentiero conosciuto dell’azienda senza ostacoli né favori da parte del padre che, in capo a cinque anni – “quando comprese che potevo camminare con le mie gambe” –, gli lasciò la guida dell’Azienda, rimanendo in un ruolo di controllore generale giacché “dopo una vita di duro lavoro, aveva difficoltà a staccarsi del tutto e godersi gli agi della pensione”.

Fra fine anni ’80 e primi ‘90, la Cristalleria Europa era una sorta di holding che impegnava novanta dipendenti a Levane, più una quarantina a Castelfranco. La produzione del cristallo si contraddistingue, rispetto a quella del vetro, per l’uso dell’ossido di piombo, comunemente detto minio, che conferisce al vetro sonorità e brillantezza facilitando la fase della molatura essendo un materiale più “morbido”.

Dai primi anni del 2000, inizia la concorrenza dei Paesi dell’Est e soprattutto della Cina, la congiuntura unisce a questo elemento di difficoltà la riduzione generalizzata dei consumi e il comparto del vetro-cristallo entra in crisi. A fronte di una marginalità sempre più bassa, pur nel frattempo avendo alienato lo stabilimento di Castelfranco di Sopra, Merli è costretto nel 2004 a chiudere la produzione italiana.

“In quel momento – ci dice Marco Merli – a un imprenditore che era ancora in grado di farlo, l’esternalizzazione appariva come l’unica strada per la sopravvivenza del proprio business. A mio parere era una strada temporanea: ritenevo che ci sarebbe stato un ritorno alla produzione italiana non appena la differenza di costi di manodopera si sarebbero attenuati. Per lavorare all’estero, in Paesi sempre più lontani, vanno affrontati costi organizzativi sensibili e gestite incoerenze spesso frequenti nei rapporti con le joint ventures fra soci che si devono creare. E anche questi elementi fanno il costo e stabiliscono la convenienza del prodotto”.

Ciò premesso, nel 2004, a Levane rimase il magazzino e il comparto commerciale, mentre la produzione emigrò in Romania per l’inizio della produzione di una nuova azienda: la Tuscany Cristal. Per il ricollocamento della manodopera locale, non disposta ad esperienze fuori confine, molti aiuti arrivarono in loco a cominciare dall’IVV. Neanche dieci anni dopo anche questa esperienza arrivò al capolinea per problemi di governance e, prelevati gli stampi, fu il momento di altre esperienze in Polonia, Cina e Turchia, mentre nel frattempo quella che era sempre la Cristalleria Europa assumeva connotazione e funzioni di tipo immobiliare.

Riconosciuto comunque per la sua capacità di manager, Marco Merli è dal 1995 impegnato, seppur con alcuni intervalli, nella gestione della A.S.D. Sangiovannese 1927. “E’ un ruolo che gestisco – afferma Merli – condividendo le responsabilità finanziarie anche con altri amici, dopo un periodo non roseo in cui anche a San Giovanni si sono cercati condottieri stranieri. Impegnarsi per lo sport è per noi testimonianza di appartenenza al territorio ed è da noi sentito come un dovere per garantire alla città di avere prestigio nel mondo del calcio anche se fare il presidente è tuttavia molto impegnativo. Vanno messi in conto un po’ di malumori da parte dei tifosi quando le cose vanno meno bene e pochi capiscono che gestire una società, pur dilettantistica come la nostra vuol dire prendersi la responsabilità di circa cento collaboratori e 400 atleti, con l’obbligo di far crescere bene i nostri ragazzi e chiudere sempre in pareggio un rendiconto annuo che supera di gran lunga il mezzo milione di euro”.

E per appartenenza è così arrivata anche la vicepresidenza dell’Associazione Vetrai Valdarnesi e Amici del Vetro… “Sono stato sollecitato da Massimo Pellegrini, amico da vecchia data, che oggi ricopre il ruolo di Presidente. L’idea era lì da tempo: non so se succede lo stesso negli altri lavori, ma questo del vetro (e simili) è un lavoro che ti si appiccica addosso e non ti lascia più. Sicuramente sono convinto che cercare di tramandare la tradizione vetraia di queste zone, o quantomeno farla conoscere in maniera imperitura, sia opera meritoria per la storia di un territorio indissolubilmente legato al vetro che ha consentito per anni ai sangiovannesi di tenere basso il tasso di disoccupazione e crescere in maniera esponenziale il nostro grande senso di comunità”.

Nella neonata Associazione c’è già in programma la realizzazione di un museo del vetro, magari sull’esempio di quanto realizzato dalla città statunitense di Corning, gemellata con San Giovanni Valdarno. “Un primo obbiettivo che abbiamo di fronte – conclude il vicepresidente Merli – è rappresentato dalla nostra capacità di fare rete con il comparto toscano e incrementare il numero di componenti che ci saranno favorevoli e di sostegno. Credo nel work-shop e in queste forme di turismo diversificato, tuttavia va sempre tenuto presente che i turisti che vengono in Italia sono troppo distolti da altre meraviglie. La nostra vicinanza a Firenze e Siena ci mette a confronto con due formidabili competitor per l’attrazione turistica. Siamo tuttavia convinti dell’importanza di poter lasciare qualcosa di significativo a chi verrà dopo di noi. Vedremo dunque, e di certo non mancherà l’impegno”.

(Le foto di Marco Merli in questo servizio si devono ad Alessio Cottoni)

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