I venti di guerra che soffiano sull’Ucraina preoccupano l’Occidente. Per le ripercussioni che un conflitto può avere sulla popolazione, sull’assetto geopolitico, sull’economia e non ultimo sugli approvvigionamenti. Proprio dalla Russia, con i metanodotti che attraversano l’Ucraina, arriva il gas che alimenta i nostri appartamenti ed il settore produttivo. Possiamo fare a meno di questa risorsa? “L’Italia consuma 75 miliardi di mq di gas all’anno e la percentuale maggiore proviene dalla Russia – spiega Alessandro Piazzi, amministratore delgato di Estra spa, societĂ che opera soprattutto nel centro Italia nel settore dell’energia -, in queste ultime settimane abbiamo registrato un aumento vertiginoso del prezzo del metano che non tutto è ricaduto sulle bollette degli utenti per l’intervento dello Stato. Possiamo per un periodo rifornirci dalle altre aree, ma non per sempre. L’Italia ha scelto di puntare sul gas come fonte energetica ma ha praticamente interrotto da anni l’estrazione interna dal mar Adriatico, una scelta che oggi pesa. Si parla di invertire la rotta e puntare sulle rinnovabili ma il cambiamento sarĂ lungo e nel frattempo saremo ancora preda dei mercati oscillanti come avviene oggi”.