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giovedì, Novembre 21, 2024

Lettera aperta “Questo non è Palio”

E’ giudizio unanime che ieri è stata scritta una pagina assurda del Palio di Siena, esclusa ovviamente la vittoria della contrada del Drago. Troppe cose non sono andate bene e anche i contradaioli più attaccati alla Festa insorgono contro un Palio che non riconoscono. La rabbia e l’amarezza è ben sintetizzata nella lettera aperta rivolta alle istituzioni paliesche, inviataci da una contradaiola, che riportiamo di seguito.

“Invito l’Amministrazione comunale, il Comitato per la tutela del Palio, i capitani, i relativi fiduciari e i fantini del Palio di Siena, a domandarsi se questo è Palio. Da contradaiola, amante di questa città, delle sue radici e della Festa, mi chiedo se stasera ci sia davvero un vincitore. Sì certo la contrada del Drago ha trionfato, onore a loro, ma Siena tutta esce sconfitta, così come il Palio stesso. L’amore per questa splendida festa ha le sue radici più profonde nel senso di comunità, di appartenenza alla città e al suo popolo, nella difesa delle proprie tradizioni e nell’orgoglio di tramandare di padre in figlio la passione per la contrada. Il Palio non è una corsa di cavalli, continuiamo a ripetercelo e ripeterlo, è l’espressione massima della città, della gioia. Il dolore stasera è nel cuore di ogni contradaiolo, le scelte fatte sia dall’amministrazione che dalle contrade hanno messo in discussione i valori e il rispetto della festa e ne minano la purezza. In queste 96 ore tutti coloro che avevano il compito di proteggere e tutelare la festa, non sono stati in grado di farlo sbagliando scelte, tempi e strategie. Il solo e unico risultato è stato di scrivere una triste pagina della storia del Palio, pagando essi stessi con la pena più gravosa: una corsa dimezzata. Un Palio in sei contrade, che di fatto si è trasformato in una corsa a tre, ha dato come risultato la sola assegnazione del cencio, decretando una sconfitta completa per le 17 contrade ed i propri popoli. Stasera i vittoriosi hanno festeggiato con un sorriso amaro, le contrade che non hanno visto vincere la rivale, hanno intonato un flebile canto di gioia. La città tutta ha spento le televisioni, ha messo le mani davanti agli occhi, ha pregato e sperato che arrivasse la fine della corsa a prescindere dal vincitore. Se il sentimento che guida la festa diventa la paura, chiediamoci tutti e con forza cosa è stato sbagliato e soprattutto rimbocchiamoci le mani e con l’orgoglio di essere contradaioli combattiamo contro noi stessi per garantire lo svolgimento della corsa ora, domani e negli anni. Questo non è Palio.

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Caterina Anselmi

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