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sabato, Novembre 23, 2024

Tutti la meritano, tanta dignità a tutti

Il nostro augurio per il 2024, un anno dove possiamo fare molto per renderlo migliore

Non abbiamo l’albero di Natale più grande del mondo per farvi gli auguri. Ogni anno, dalle pendici alla sommità del monte Ingino, incorona la città devota a Sant’Ubaldo, cui ricorre nelle proprie suppliche almeno quanto quelle alla Santa Madre. Invidio un po’ chi ha il diritto di trasformarlo in cartolina.

L’immagine – per gentile concessione di Simone Grilli – è di un collega e amico – Massimo Boccucci – cui riconosco il primato di essere più eclettico di me. Ad essa unisce una frase di Papa Benedetto XVI, altra figura contrastata che ci ricorda come “nel Natale noi incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi”.

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L’ho riletta questa frase e trovo come parlare di limiti, oggi, possa essere un concetto su cui è utile approfondire. Credo che i miei simili, i miei concittadini, oggi confondano molto i reciproci limiti.

Vedo molto timore intorno a me, insicurezze e incertezze, paura anche per quello che ci avviene intorno. Non funziona neanche più il mantra dell’entusiasmo per lo sviluppo. E nelle stesse persone c’è anche una sorta di super-io rappresentato in toto dal nostro avatar mediatico-sociale, dove azzardiamo e troviamo gratificazioni che tuttavia non hanno sapore né odore. Ma siamo sempre noi, totalmente appartenenti a un sistema cui, da soli come ormai ci sentiamo, non esterniamo la nostra crescente insoddisfazione se non con inutili faccine arrabbiate. E guardate che questo dissenso non fa alcuna paura perché produce solo “non voto”.

E talvolta c’è anche il rischio di credere a chi ci dà ragione: errore gravissimo, si potrebbe parlare a lungo di quei giudici i cui verdetti scontentano entrambe le parti o della crescente media-conciliazione o della polarizzazione informativa. Richard Bach invitava a diffidare di occhi capaci di vedere solo il bello.

I nostri auguri per l’anno a venire li offriamo con il presepe della dottoressa Giovanna Bindi, titolare dell’omonima farmacia di Sovicille, quest’anno tolto dal buio angolo tra le costruzioni di via Pascoli e portato più al centro del piazzale. Non è banale costruirlo: vanno cercati ogni anno i materiali più belli nel bosco, dai pungitopo alla borraccina; e in anni di sbalzi del meteo e di piogge acide bisogna sempre più addentrarsi in selve oscure per trovarli. Si tratta anche questa di una sorta di sfida tanto reale quanto vinta.

Il presepe vive quando l’albero è già buono per la pattumiera. E in effetti descrive tre cose diverse: l’attesa, la nascita del Cristo Salvatore e l’arrivo degli ultimi e più inattesi pellegrini che portano in dono degli omaggi regali. Il tutto oggi miscelato in una banalizzazione commerciale che si accompagna al black Friday, la corsa all’ultima strenna e i saldi il cui inizio la Regione Toscana con delibera n. 1386 del 27.11.2023 ha stabilito per la giornata del 5 gennaio.

Il mio augurio ai miei concittadini, ai miei amici, a coloro che accettano di leggermi è quello di esser pronti ad accettare con serenità il livellamento in basso che si prospetta. Non siamo più banchieri, né scienziati; non siano neanche riusciti a trasmettere ai nostri ragazzi che a nulla serve provare rabbia per qualcosa che ci manca ma che c’è un percorso per meritarsi qualcosa che ci serve. L’azzardo serve a conciliarci il sogno, forse; il lavoro e il sacrificio servono a darci dignità.

La dignità è sempre il punto da cui tutto riparte. Quindi vi auguro tanta dignità per voi ed i vostri cari. Con essa sapremmo esser partecipi delle scelte importanti che ci attendono nel 2024.

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