Chiarimento per chi pensa che SienaPost abbia interessi particolari per descrivere le vicende del Partito Democratico di Siena
La mentalità è dura da cambiare. Se uno dice o descrive apertamente le cose, a Siena, in genere si pensa che si esprima per simboli e per metafore. Che voglia altro, ed in genere sempre per sé.
Qualcuno quindi si è chiesto e ci ha chiesto il motivo del nostro interessamento alle vicende del Pd ed ha avanzato il dubbio se non fossimo invece interessati ad avere un ruolo improprio nel confronto interno al Partito democratico della città di Siena.
Cerchiamo di chiarire per trasparenza e per quanto possibile. Premettiamo però che i dubbi della “Sienina che le cose le dice sempre dietro”, ci scivolano addosso. Il SienaPost è un particolarissimo progetto sociale e culturale che ha come aspirazione il far dibattere la città sui temi che la riguardano. Leggete l’editoriale di quasi tre anni fa, lo statuto ed il regolamento e ve ne renderete conto.
Comunque, noi siamo partiti dall’idea giornalistica che non trovavamo convincenti le spiegazioni per due disfatte elettorali consecutive e neanche ci sembrava giusto il racconto che voleva il Pd senese in preda a una gabbia di matti in attesa dello psichiatra.
Lo trovavamo ingeneroso per il partito più votato in città; fuorviante perché avrebbe finito per assegnare ad altri, magari fuori dal sistema politico, il ruolo dell’opposizione; sbagliato perché incapace di cogliere i segnali pur timidi che si avvertivano.
E alla fine, abbiamo cominciato a cercare e mettere in evidenza tali segnali. La festa de L’Unità in tre circoli diversi; l’iniziativa di “promessa democratica” con Cuperlo;
le iniziative degli ex figgicciotti con “Allonsanfàn”; la nascita di “ritroviamocipd”; la raccolta delle firme per piazza d’armi; l’arrivo del Commissario.
Naturalmente comprendiamo bene che questi racconti non sono i soli. E non sono nemmeno esaustivi. Abbiamo chiesto a tanti altri di raccontare altro. Lo facciamo ogni giorno che ci dedichiamo a questa testata. Tutti possono esprimersi se lo fanno con educazione, trasparenza ed interesse.
Ma, o non hanno voluto, o non hanno potuto, o sono stati vinti dal timore delle conseguenze che a Siena è endemico. E probabilmente queste assenze hanno reso parziale il nostro racconto. Ce ne scusiamo e rinnoviamo l’invito ai senesi a esprimersi.
I nostri spazi sono aperti. Sappiamo anche che i nostri sensi, occhi e orecchie, possono interpretare male. Quando avviene non abbiamo difficoltà a correggere. Continuiamo a pensare che la città si meriti un confronto sulle ragioni del proprio declino e sui punti di forza per ritrovare le ragioni del suo arresto e della sua inversione.
Noi, con le nostre poche forze, ci siamo, senza pregiudizi, aperti a ogni confronto di idee. Altrimenti, noi tutti, ci meritiamo di continuare a vivere nell’inconoscibilità del reale pirandelliana. Così è se vi pare.