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sabato, Novembre 23, 2024

I limiti della politica fatta dal divano di casa

Doverosa premessa: non è facile governare a nessun livello in una situazione come quella che da un anno e mezzo ha immobilizzato la vita delle città. E chi, seduto sul divano, dispensa critiche su tutto e su tutti dovrebbe fare un semplice atto di umiltà e non sparare ad alzo zero, provocando fra l’altro l’insorgere degli ultras delle curve che in genere fanno più danno che beneficio alle parti che dovrebbero sostenere.

Ma adesso che si cominciano a intravedere – sperando nel buon senso collettivo – spiragli per uscire da questa situazione, alcuni elementi sono da monitorare con attenzione.

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Primo punto, il ruolo dell’opposizione all’Amministrazione De Mossi e il ruolo che i partiti stanno giocando. Badate bene non si parla solo di quanto avviene in Consiglio Comunale, dove i numeri sono schiaccianti e senza appello, ma di cosa si sta elaborando in città.

Ce la possiamo cavare con poche righe, il maggiore partito di opposizione, tale PD, risulta ad oggi scomparso dai temi della città, travolto e ancora sotto shock – come direbbe Renzi – dalla storica sconfitta autoprocuratasi alle elezioni amministrative. Non ha preso alcuna decisione rilevante e ha affidato i suoi lamenti alla guest-star di una sconfitta devastante che, anche quelle rare volte, e sono rare davvero, coglie nel segno con le sue esternazioni social, risulta scarsamente credibile.

Prosegue infatti quella sorta di appalto a parlare dei temi concreti al co-protagonista della batosta che già in sede di apparentamento aveva dichiarato – fatto mai smentito né corretto – che si apparentava solo per apportare temi e contenuti. Un’ammissione implicita che il candidato a sindaco – la guest-star di cui sopra – non era in grado di farlo.

Poco importa se, data la vetusta anzianità di servizio, i temi sollevati sono gli stessi da circa trenta annetti e se non si cerca di guardare con occhi diversi a come sia cambiata la città e non solo per le vicende legate alla finanza.

Faccio un esempio banale e certo non esaustivo: polemica sulle azioni promozionali della Amministrazione, in cui si grida allo svilimento della città causa promozione di basso livello – Mille miglia e spot pubblicitari -, cosa peraltro sempre avvenuta da lunghi anni a questa parte e cosa utile oggi in un momento in cui la capacità di attrazione del nostro territorio è orfana di altri “gadget” che la situazione florida precedente metteva a disposizione.

Ma lo stesso furore non si leva per i progetti funambolici di ampliamento e trasformazione dello Stadio, forse perché i tifosi votano, forse perché occorre articolare idee, proposte e riflessioni, forse perché si deve proporre quello che realmente manca oggi… E cioè un’idea di quale città vogliamo?

Si preferisce fare una battaglia sulle vicissitudini sportive, ovvero come sparare sulla Croce Rossa. Gli esempi potrebbero continuare ma tra stazioni appaltanti in piena confusione di idee e soggetti appaltatori che sono stati gli artefici dei periodi aurei della città, ma distinguendo per carità mica tutti erano e sono uguali, la minestra non è più neanche riscaldata, ha preso il gusto del rancido.

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