Monte dei Paschi di Siena al centro delle manovre finanziarie
Il panorama bancario italiano si appresta a vivere un mese di aprile cruciale, con una serie di operazioni finanziarie destinate a ridisegnare gli equilibri del settore. Tra queste, spicca l’assemblea straordinaria di Monte dei Paschi di Siena (MPS) convocata per il 17 aprile, durante la quale gli azionisti saranno chiamati a deliberare su un aumento di capitale finalizzato a sostenere l’offerta pubblica di scambio (OPS) su Mediobanca. L’operazione, del valore di circa 13,3 miliardi di euro, prevede l’emissione di nuove azioni MPS da offrire agli azionisti di Mediobanca come corrispettivo per l’acquisizione.
L’iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, il governo italiano ha espresso il proprio sostegno all’operazione, considerandola vantaggiosa per il sistema bancario nazionale. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato: “Siamo per il libero mercato. Qualsiasi iniziativa di mercato volta a rafforzare il nostro sistema bancario, che è già sano, è benvenuta” . Anche il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, ha giudicato positivamente l’operazione, sottolineando che essa garantisce l’autonomia di MPS e non prevede esuberi tra i dipendenti delle due banche coinvolte .
Dall’altro lato, l’operazione ha incontrato resistenze significative. Il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha rigettato l’OPS di MPS, definendola “non concordata” e “fortemente distruttiva di valore” . Inoltre, il proxy advisor ISS ha recentemente raccomandato agli azionisti di MPS di votare contro l’aumento di capitale, evidenziando la natura ostile dell’offerta e le dimensioni relative delle due entità, con MPS che presenta una capitalizzazione di mercato inferiore del 30% rispetto a Mediobanca.
Parallelamente, altre importanti operazioni sono in corso nel settore bancario italiano. UniCredit ha avanzato un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco BPM, valutata circa 10 miliardi di euro. Il 27 marzo, gli azionisti di UniCredit hanno approvato l’emissione di nuove azioni per finanziare l’acquisizione, con l’obiettivo di rafforzare la posizione dell’istituto nel mercato italiano. Tuttavia, un gruppo di investitori detentori del 6,51% di Banco BPM ha espresso opposizione all’offerta, preferendo una strategia di crescita autonoma per la banca.
In questo contesto di intense manovre strategiche, il settore bancario italiano si trova di fronte a decisioni che potrebbero ridefinire il suo assetto futuro. Le assemblee e le votazioni previste nelle prossime settimane saranno determinanti per comprendere la direzione che prenderanno queste operazioni e l’impatto che avranno sull’intero sistema finanziario nazionale.