Sono in diminuzione le interruzioni di gravidanza in Italia, un trend in discesa che si registra da alcuni anni. A certificarlo è la relazione del Ministero della salute presentata alcuni giorni fa in parlamento. Se da una parte il dato può essere positivo e significare che non si ricorre all’aborto come metodo contraccettivo, dall’altra è preoccupante visto che aumentano i medici obiettori tanto che ci sono alcune regioni dove non è possibile abortire. Il diritto a decidere se portare a termine una gravidanza fu una delle conquiste più importanti dei movimenti femministi degli anni 70, ma ancora oggi è messa in discussione dai associazioni a difesa della vita e dal Vaticano. Giulia Mazzarelli, portavoce delle donne democratiche di Siena è convinta che, nonostante siano passati molti anni dall’approvazione della legge, serve ancora alzare la voce per difendere l’autodeterminazione della donna. “Non è accettabile la criminalizzazione della donna che decide di abortire come non è accettabile che in alcune zone d’Italia, una donna non abbia garantito un suo diritto”.