Fratture nella maggioranza, aperture delle opposizioni: la proposta di Forza Italia divide il centrodestra e offre uno spiraglio per un’inedita convergenza parlamentare
Lo “ius Italiae”, rilanciato in questi giorni da Antonio Tajani e Forza Italia, è una proposta di legge presentata originariamente a ottobre 2024, che punta a introdurre un criterio di cittadinanza per i minori stranieri nati o cresciuti in Italia attraverso un percorso scolastico strutturato. L’idea prevede il riconoscimento della cittadinanza a chi, nato in Italia o arrivato prima dei cinque anni, abbia completato almeno dieci anni di scuola con esito positivo. Si tratta di un meccanismo più selettivo rispetto al tradizionale ius soli, ma volto comunque a superare il principio dell’attuale normativa, che lega la cittadinanza essenzialmente allo ius sanguinis.
La proposta si configura come un ibrido tra lo “ius culturae” e lo “ius scolae”: la cittadinanza non si acquisisce semplicemente per nascita o residenza, ma richiede un percorso educativo di lunga durata, indicativamente dieci anni di frequenza scolastica. Questa formula si differenzia da precedenti tentativi, che hanno spesso incontrato ostacoli politici e culturali.
Tajani ha annunciato che la proposta sarà ora riproposta in Parlamento anche senza l’appoggio univoco della maggioranza, sottolineando che le Camere sono sovrane e che Forza Italia si farà parte attiva se ci saranno i numeri per approvare la legge. Questa posizione ha subito provocato reazioni dure all’interno del centrodestra: la Lega ha definito la proposta “tecnicamente sbagliata e politicamente irricevibile”, accusando Forza Italia di voler strumentalizzare il tema a fini elettorali. Fratelli d’Italia ha invece ribadito che la normativa vigente è frutto di una scelta popolare chiara e non intende metterla in discussione. Questi dissidi evidenziano una spaccatura profonda sulla questione all’interno della coalizione di governo.
Sul fronte opposto, l’iniziativa di Tajani ha ricevuto aperture e interesse da parte delle forze di centrosinistra e di altre formazioni parlamentari: il Partito Democratico ha chiesto che la proposta venga calendarizzata al più presto e si è detto pronto a un confronto nel merito, invitando Forza Italia a mantenere la fermezza. Il Movimento 5 Stelle ha ricordato che si tratta di una battaglia storica e ha sollecitato l’avvio dei lavori parlamentari. Azione, Italia Viva e Più Europa hanno espresso disponibilità a valutare la proposta, pur mantenendo la volontà di promuovere misure più inclusive come lo ius soli o lo ius culturae.
La proposta giunge in un momento politico delicato, poche settimane dopo la conclusione dei referendum abrogativi del 2025, che non hanno raggiunto il quorum e tra i quali figurava un quesito sulla cittadinanza.
Forza Italia tenta di proporsi come una forza moderata ed europeista, capace di riaprire un dialogo su temi di lunga data, superando così l’impasse che ha congelato il dibattito pubblico e parlamentare.
Il Parlamento sarà chiamato a decidere se incardinare la proposta e avviare l’esame in commissione. Le possibilità di successo sono incerte: Forza Italia potrebbe ritrovarsi isolata all’interno della maggioranza, ma allo stesso tempo sostenuta da gruppi dell’opposizione, delineando un inedito scenario di convergenza trasversale. La tenuta del governo non appare a rischio, ma la divisione culturale tra la componente moderata e quella sovranista è sempre più evidente.
In Italia, il tema della cittadinanza è da anni terreno di scontro politico e culturale che raramente è stato affrontato con concretezza. Lo ius Italiae rappresenta una proposta che, pur non risolvendo tutte le controversie, apre una nuova possibilità di confronto. Non si tratta solo di una questione giuridica, ma di una sfida identitaria che mette in discussione la visione stessa della società italiana contemporanea e il suo futuro. L’esito di questa iniziativa, che potrà diventare legge o finire archiviata come i precedenti tentativi sullo ius soli e lo ius culturae, dipenderà dalla capacità di trasformare questo rilancio in un dibattito serio, inclusivo e capace di superare le rigidità ideologiche che da troppo tempo bloccano ogni progresso.