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mercoledì, Gennaio 22, 2025

L’Urlo un dipinto unico che Munch eseguì quattro volte

“L’urlo” di Edvard Munch è uno dei quadri più conosciuti al mondo. Edvard Munch nacque  nel 1863 ad Adalsbruk (Norvegia) e morì ad Oslo nel 1944. Il pittore soffriva di un grande malessere per un forte dramma esistenziale acuito dai numerosi lutti familiari e nelle sue opere trasmette i suoi sentimenti più oscuri e nascosti. E e sicuramente l’URLO è il massimo simbolo e veicolo della sua esistenza.

Edvard Munch descrive con queste parole, le sensazioni che lo spinsero a dar vita al quadro “L’Urlo” e queste sono le sue parole: «I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura».

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Nel quadro vi è anche un netto distacco tra due gruppi di figure. Il primo al centro raccoglie il soggetto e il paesaggio circostante, preda di questo urlo disumano e tutti gli oscuri sentimenti che racchiude. L’Uomola Natura quindi corrono sugli stessi sconfortanti binari.

Le due figure sullo sfondo invece non vengono afflitte da quanto sta accadendo e sembrano addirittura dirigersi al di fuori della cornice e, per esteso, del momento. L’indifferenza delle persone e l’estrema solitudine dei singoli vengono comunicati allo spettatore con un impatto dirompente e inevitabile.

Munch ha realizzato più versioni di quest’opera, infatti la prima risale al 1893. Questo è un tentativo embrionale che andrà a confluire nel secondo adattamento in pastello su cartone che viene alla luce nello stesso anno. Due anni dopo concepisce la terza versione creata mediante la stessa tecnica della precedente, e infine nel 1910 ecco l’ultima veste de L’urlo che presenta l’uso di tempera su pannello.

L’opera è custodita al Museo Munch ad Oslo e precisamente al quarto piano della struttura con una sorveglianza di alto calibro per evitare di incorrere nuovamente in uno spiacevole episodio di furto come quelli accaduti al quadro nel 1994 – con soggetto la versione del 1893 – e nuovamente nel 2004, quando ad essere rubata fu quella del 1910.

Fortunatamente in entrambi i casi le opere sono state ritrovate nel giro di poco tempo e solo per la seconda fu necessaria un’operazione di restauro per esporla nuovamente al pubblico. Un’ultima curiosità in relazione all’ubicazione del quadro: la terza versione, quella del 1895, fa parte di una collezione privata ed è stata battuta all’asta da Sotheby’s per la cifra di 120 milioni di dollari che l’ha consacrata di fatto anche nell’olimpo delle opere più costose al mondo.

L’Urlo è molto in sintonia con le paure e la disperazione della nostra situazione attuale. Il suono di quell’urlo silenzioso e quasi assordante ed in sintonia con la paura generata della guerra che sta distruggendo l’Ucraina.

In questi giorni si sta parlando di tregua per la guerra in Israele e Palestina e vorremmo che tutti con un Urlo assordante gridassimo: ”PACE!”

Troppa è la distruzione e la disperazione di questo massacro mondiale fatto per intolleranza di pensiero e per conquistare confini che se guardiamo il Mondo, non esistono. Siamo tutti cittadini del Mondo ed è un dovere superare le diversità di lingua, di religioni e di etnia e solo così avremo il DIRITTO DI VITA in PACE per tutti e per tutto ed una crescita adeguata per tutti.

Dobbiamo anche udire quell’urlo, che testimonia le violenze sia domestiche che urbane che ogni giorno vengono vissute con conseguenze devastanti. Troppi sono gli accoltellamenti fatti con determinazione senza la minima indecisione. Come possiamo pensare che quando si affonda una lama nel corpo di una persona non ci si renda subito conto della brutalità di questa azione, anzi si ripete fino alla morte.

Al Tg arrivano notizie di omicidi avvenuti con decine di coltellate e questo è mostruoso. Sembra che tenere un coltello in tasca sia normale. Troppi sono i testimoni che riescono a dileguarsi e permettere che questi gesti continuano a generare vittime.

In questi mesi abbiamo avuto notizie veramente tragiche di bambini morti in solitudine  ed anche uccisi da chi li doveva amare oltre ogni immaginazione. Quell’Urlo lo dobbiamo sentire come espressione sia della grande disperazione, sia del grande disagio e della grande inadeguatezza di noi tutti.

Non possiamo essere testimoni assenti, che diventano complici di questi delitti. Speriamo che ognuno di noi recuperi  quell’udito necessario alla sicurezza della nostra umanità, che deve essere in ogni momento degna di questo sostantivo. E’ proprio con l’urlo, che manifestiamo che quello che sta accadendo è degno di attenzione e di correzione e di tanta malvagità.

Noi siamo persone, noi siamo uomini, noi siamo donne, noi siamo bambini con il diritto alla vita nel rispetto assoluto in ogni istante vitale. Quell’Urlo lo dobbiamo ascoltare e sentire e non tapparsi le orecchie sia dell’udito che del cuore come convivialità ed umanità.

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