Con Maurizio Cenni, sindaco per dieci anni, oggi, torniamo #dentrolenotizie
Torniamo a riproporvi le nostre opinioni di “Dentro le notizie“, cioè le nostre chiacchiere su eventi di cronaca recenti. Nostro compagno e graditissimo interlocutore è ancora Maurizio Cenni, già sindaco per dieci anni della città…
Ciao Maurizio, aria di festa, il Santo Natale, hai auguri pubblici da fare? A chi li rivolgeresti?
“Guarda, mi sembra che oggi l’unico augurio pubblico possibile riguardi la necessità di uscire da quello che alcuni osservatori economici e politici hanno definito il lungo inverno, ovvero quel mix di inflazione e recessione, instabilità negli equilibri internazionali, guerre e declino che attraversa le nostra civiltà e che, a caduta, interessa le comunità locali, con crisi occupazionali che renderanno anche i giorni di Festa angosciosi per tutte quelle famiglie che non hanno alcuna certezza sul loro futuro”.
E l’anno nuovo? Cosa ti aspetti da esso? Cosa ragionevolmente possiamo aspettarci noi senesi nell’anno che viene?
“Non siamo, e non lo siamo mai stati, impermeabili a quanto accade al di fuori del nostro perimetro e quindi saranno tempi difficili per tutti anche per la città, ma occorre ragionare su come risorse più scarse possano costituire un volano moltiplicativo per l’occupazione e l’economia, e fare sistema con il territorio, senza la tentazione di autosufficienza, ma mai rinunciando al ruolo guida di un capoluogo. Ho letto le idee del Sindaco sul Santa Maria e le consiglio di rileggersi ciò che i grandi studiosi del passato pensavano sul ruolo dell’Antico Spedale, una volta dismessa la funzione sanitaria e magari recuperare alcune idee che a costi irrisori potrebbero equivalere in termini di richiamo alle “grandi mostre” che non si possono più fare. Queste richiedono tempi non brevi certo e un lavoro di reperimento di risorse private e pubbliche non indifferente, ma non sono impossibili. Inoltre mi chiedo se il discorso di trasferimento della Pinacoteca oggi non sia percorribile, visti anche gli ottimi rapporti con il ministero della cultura”.
A chi spetterebbe davvero addobbare la città per le feste? Come si giustificano soldi pubblici per abbellire il Corso quando chi sta in San Marco, Costalpino o Isola non ne ha ritorno?
“Non vedo niente di strano nel contribuire con risorse pubbliche ad iniziative private – come accadeva nel passato – che possano valorizzare la città, e le attività commerciali di quello che un tempo veniva definito come Centro Commerciale Naturale, fra l’altro sento che sono state previste anche iniziative periferiche. Comunque se aumenta il numero dei turisti e quindi del PIL cittadino ne beneficia tutta la città, e se entrano più soldi nelle casse comunali magari si possono asfaltare le strade di accesso alla città, completare la pubblica illuminazione dove manca, cambiare i cassonetti per la nettezza con altri più grandi ed efficienti, tagliare l’erba una volta in più nel periodo estivo… oppure, invece che inasprire multe, aumentare controlli dove non ce ne sono, mettere dossi nelle strade attualmente non classificate come prevalentemente residenziali riclassificandole alla luce dei nuovi insediamenti… Sai quante cose possono essere più utile di una luminaria”.
A te piacciono gli addobbi fatti?
“Sai Duccio, a volte ce ne scordiamo, ma la città se tenuta pulita e ordinata è talmente bella che basta veramente poco per valorizzarla. Laddove ci vorrebbero effetti speciali qui bastano poche luci per avere effetti mozzafiato. Non basta però… perché quando le luci natalizie si spengono occorre fantasia e coraggio per renderla attrattiva”.
Ormai è… TRADIZIONE pensare a Siena solo come al centro, ma non è specchiarsi in qualcosa che non ti rimanda l’immagine della città vera?
“Si tratta sempre di trovare un equilibrio fra il centro e le zone esterne al centro, perché vedi, tornando anche al discorso di prima, se è plausibile investire nel Centro come un volano per la comunità intera, le attenzioni per i quartieri si devono concentrare su servizi e decoro, esigenze che rendono la vita dei cittadini migliore, come dicevamo prima a proposito delle luci di Natale”.
Un calendario per la Polizia municipale. E perché non per gli operai del Patrimonio o gli impiegati? Che cosa pensi dell’identificare la città nei suoi tutori dell’Ordine?
“Devo dire che siamo in un periodo muscolare a livello generale, quindi non mi stupisce e fra l’altro l’idea non è originale perché un po’ tutte le forze dell’ordine hanno i propri calendari, ma è altrettanto vero che la Nostra Polizia Municipale si merita molto più che un calendario o di essere armata, così come i dipendenti comunali a cui io continuo non solo ad essere affezionato ma anche riconoscente per il lavoro che svolgono. Mi auguro che sia nel Contratto Collettivo che in un contratto accessorio locale si trovino le risorse per migliorare la qualità del lavoro ed i loro livelli retributivi… Altro che calendario”.
Si è celebrata la prima riunione della commissione regolamento del Palio. La Sindaco ha detto che si tratta soprattutto di pulire e mettere in ordine. Pensi che la cosa si limiterà a questo?
“Non voglio dare giudizi affrettati sui lavori della Commissione, mi sembra che siamo ad affermazioni generiche le cui articolazioni dovranno essere valutate in seguito. Mi auguro che il lavoro parta dal mettere in ordine il metro di applicazione della Giustizia Paliesca, e che sia un lavoro in cui i rappresentati delle Contrade abbiano un peso decisivo. Il Comune dovrebbe essere solo guida”.
Ora te parleresti da nicchiaiolo, e questo va considerato, ma i mugugni per la responsabilità oggettiva che ormai viene sorretta dalla sola presunzione sono arrivati un po’ da tutte le parti. Che voto daresti (1-10) alla giustizia paliesca e come lo argomenteresti?
“Direttore! Ti ricordo che io da Sindaco, in tutti i dieci anni, non ho mai ragionato da contradaiolo, e questo condizionamento rimane, te lo posso assicurare, quando si parla di regolamento e tutela della Festa, per cui mi sento sereno nel dare un “tre” all’applicazione del metro di valutazione, come ho già avuto modo di dire. Vedi ci sono dei momenti in cui, per evitare che qualcuno lo faccia al posto del Comune, si deve intervenire anche con maggiore rigidità, ma non per assicurare una gestione senza problemi del Palio, o facendo un giochetto per il quale con la prima fase ti faccio una serie di addebiti talmente estesi che quando poi ti applico la decisione finale, anche se eccessivamente punitiva, ti viene da tirare un sospiro di sollievo, scrivendo fra l’altro nelle motivazioni cose realmente pericolose per la Festa, o frazionando lo stesso episodio in diverse parti allo scopo di applicare più sanzioni”.
Torniamo all’anno nuovo. Si tornerà a parlare di politica e si parla addirittura che scenderanno in lizza “tromboni” dell’attuale amministrazione. Che cosa ha da guadagnare Siena città nel rappresentarsi a Firenze?
“Vedremo chi si presenterà, ma la città, indipendentemente dall’esito delle elezioni, si dovrebbe porre l’obiettivo di avere una regione meno “firenzecentrica”, più attenta alla cosiddetta Toscana del Sud che spesso viene trattata come una cartolina bucolica ove invece occorre differenziare lo sviluppo”.
Ma oggi, tu avessi l’età che immaginiamo abbiano i tuoi nipoti ci andresti a votare? E perché nel caso?
“Su questo la mia risposta è facilissima: chi non esercita un diritto che è costato la vita a tante donne e uomini getta via un dono che gli è stato consegnato da persone che ormai non ci sono più. Chi non vota non ha mai ragione, non ha diritto a criticare o lamentarsi, si possono cambiare opinioni, possiamo essere delusi dalla politica, spaventati dal mondo, ma nessuno può scegliere al posto nostro, perché chi non vota questo fa: mette la sua vita, le sue aspirazioni ed il suo domani nelle mani di altri sconosciuti”.
Cosa ti aspetti dai tuoi amici di Siena Post nel 2025?
“Spero che si possa continuare a confrontarci e raccontarci un po’ di cose, senza la pretesa di avere la verità in tasca, ma esprimendo un’opinione, per quanto mi riguarda pacata e non urlata, e indurre qualcuno a ragionare e non trovare scorciatoie, osservare la città e sperare di uscire dal lungo inverno. Buone Feste”.
E buone feste anche a te, Maurizio, oltre a chi legge le tue interessanti argomentazioni.