Cosa dice, in buona sostanza, il nuovo piano industriale – Mps, aumento di capitale di 2,5 mld a supporto del raggiungimento degli obbiettivi di piano – SienaPost – varato dal Cda di Banca MPS?
L’approccio, ovviamente con l’aumento di capitale proposto, è allo sviluppo e alla crescita della banca. Non si parla ovviamente di fusioni e/o incorporazioni più o meno “sistemiche”.
Risaltano dunque l’aumento di capitale di 2.500 milioni, i 4000 esuberi di personale – ovviamente volontari con accompagnamento al fondo – e la chiusura di 150 filiali per razionalizzare la rete territoriale e migliorare la produttività e redditività della banca.
Il risparmio ottenuto è quantificato in 270 milioni annui a fronte di un costo di ristrutturazione di 800 milioni. Le filiali, al netto delle chiusure programmate, saranno 1218 ed avranno una forza e un appeal commerciale superiore a quelli attuali per i servizi resi alla clientela sul “territorio” anche con investimenti tecnologici di ultima generazione.
L’aumento di capitale necessario, come si nota nel panorama degli osservatori, consentirà a MPS di rafforzare il proprio ruolo sui territori di riferimento a favore di PMI e famiglie, un compito essenziale e necessario in un momento particolare di congiuntura economica per il rapporto Banca/impresa per creare e sostenere nuove opportunità di sviluppo utile al Paese.
Le fusioni per incorporazione delle banche di prodotto partecipate fa chiarezza sul fatto che non ci saranno ‘figli e figliastri’ fra i dipendenti del gruppo.
Speriamo che tutti, dall’azionista di maggioranza fino ai dipendenti e soprattutto alla clientela, colgano cogliere tangibilmente e sperabilmente da subito le novità e positività prospettiche delle decisioni assunte dal ‘Board’ della Banca.
Gianfranco Antognoli