Post del 5 ottobre
Siccome vi conosco e so che poi ironizzate o mi rimproverate per la verbosità dell’analisi del voto, stamane vi tocca un decalogo secco (o quasi).
1. Abbiamo vinto noi e hanno perso loro.
2. Il successo al primo turno con percentuali impreviste di Sala, Lepore e Manfredi mostra che il buon governo (come a Milano e Bologna) e la qualità e ampiezza della coalizione (come a Napoli) premiano.
3. I ballottaggi di Roma, Torino e Trieste sono vicende a sé: non vanno lette come il secondo tempo di un medesimo incontro iniziato ieri l’altro, ma sono tre partite nuove dove conterà riportare alle urne i “nostri voti” del primo turno e riuscire a convincere una parte dei “voti altri” (quelli del campo alternativo alla destra) a scegliere la via del confronto e dell’unità. I candidati in pista (Gualtieri, Lorusso e Francesco Russo) sono perfettamente in grado di farlo e io sono ottimista sul fatto che ci riusciranno.
4. La destra ha sbagliato i suoi candidati e questo è certamente vero, ma dietro il risultato gramo che hanno raccolto c’è anche altro: una inadeguatezza delle due leadership emergenti che, al netto di selfie e abbracci a favor di camera, hanno rivelato per intero la loro inconsistenza politica e una notevole fragilità.
5. Sarebbe un errore, però, pensare che quella destra è scomparsa, evaporata. Non è così. Nel paese gode ancora di un consenso robusto e il voto politico sarà una pagina ancora diversa. La sinistra vive il suo dramma quando perde molto, ma talvolta conosce una tragedia quando vince molto perché si inebria del successo pensando che la battaglia vinta equivalga alla guerra (mi scuso della metafora militaresca). Cerchiamo di avere i piedi ben piantati a terra e di tenere la testa dove deve stare (vale a dire sul collo…ma questo è un omaggio a Totò).
6. In Calabria il centrosinistra va incontro alla ennesima sconfitta. Non dico che tutto si spiega osservando la scheda però qualcosa lo si capisce anche così: se la destra si presenta con un solo candidato e noi ci dividiamo in tre componenti l’una contro l’altra armate (e ancora con ‘sta parabola di guerra, oggi va così), ecco, le possibilità di trasmettere fuori da noi un messaggio di sconfitta preventiva è piuttosto forte. Sarebbe il caso di far coincidere questo voto con un coraggioso impegno di rifondazione, a partire per primi e ovviamente da noi. Ci sono anche lì giovani bravissimi che hanno solo voglia di non mollare la presa.
7. Ieri sera (non lo faccio spesso) ho scritto un tweet. Questo: “Il giorno in cui il Pd vince le elezioni in Italia tutti gli aggeggi di Zuckerberg smettono di funzionare. Nel mondooooo! E poi dice che uno si butta a sinistra!”
8. La vittoria di Enrico Letta nelle elezioni suppletive del collegio di Siena è meritata e importante. Che il segretario del primo partito del centrosinistra sieda in Parlamento è un fatto doveroso, tanto più alla vigilia di scadenze fondamentali come la scelta del prossimo presidente della Repubblica. Auguri anche a Andrea Casu che ha vinto nel collegio non facile di Roma. Sempre a Roma il risultato deludente della sindaca uscente racconta molto della crisi profonda del Movimento 5 Stelle, toccherà a Giuseppe Conte dimostrare sino dai prossimi giorni se quella forza, tuttora la prima per numero nel Parlamento attuale, è in grado di imboccare la via di un suo radicale ripensamento, la stagione del populismo “da sinistra” pare definitivamente archiviata: per tutti.
9. Come accade sempre i riflettori si sono puntati e accesi sulle grandi città, ma si è votato in tantissimi altri comuni ed è giusto che almeno alcuni di questi si ricordino, nel senso che ciascuno deve ricordare quelli che, per una ragione o l’altra, sente come un successo meritato. E allora auguri a Alessandra Terrosi, nuova sindaca di Acquapendente, a Gloriana Dall’Oglio, nuova sindaca di Quistello, a Sergio Muro confermato sindaco di Rivalta, a Gessica Allegni, nuova sindaca di Bertinoro. E in bocca al lupo alle tante elette ed eletti nei consigli comunali, inizia da subito un altro bel viaggio.
10. Abbiamo vinto noi e hanno perso loro (lo avevo già detto al punto 1? Non fa niente, per una volta che accade repetita iuvant). Buona giornata e un abbraccio
PS. Ha perfettamente ragione il mio amico Aldo Bacchiocchi, il tema dell’astensionismo (oltre ogni attesa) ci pone dinanzi a un serissimo problema politico che (in queste dimensioni) non si limita a una crisi della rappresentanza, ma potenzialmente evoca una questione più grave che è la crisi della democrazia. Ci torneremo a breve. Buona giornata ancora.