Dal mio vissuto di Pier Paolo Fiorenzani

Chi leggerà l’ultima fatica di Pier Paolo Fiorenzani – “Dal Mio Vissuto, II Edizione”, Atena 1899, Maggio 2022, pp342 – non pensi di trovare un racconto cronologico e ordinato.

E’ lui stesso ad avvertire subito che si tratta di serie di fatti, precisazioni, puntualizzazioni, riferita a singoli temi, a volte con salti temporali anche ampi. Un elenco di persone che ha incrociato per la via, ricordi affettuosi di amici scomparsi o di una umanità che ha avuto qualche contatto con lui, con la schiettezza, a volte anche molto rude che lo caratterizza.

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C’è il suo amato paese, con i personaggi che hanno segnato infanzia e impegno politico, i partigiani, i parroci ed una schiera infinita di nomi che sono importanti per lui, ma che costituiscono anche quei personaggi che la storia non celebra quasi mai e che invece hanno contributo a farla la storia, magari in un lembo di terra della Provincia di Siena.

È come leggere una serie di appunti che coprono un arco temporale di oltre un secolo. Ci sono gli interventi sulla stampa locale, a testimonianza della sua altra grande passione, il giornalismo, lo scrivere; ci trovi i “birbaccioni” come li chiama lui, che ha incrociato nei suoi lunghi anni di militanza politica, e che “… sembrano fiumi carsici; di frequente spariscono e ricompaiono secondo convenienza. Campioni di tattica sono nemici oggi e alleati domani”.

E, quasi come un controcanto, c’è la implicita rivendicazione della sua passione e del suo intendere l’impegno politico che ancora non si sono interrotti e che, anche se non più con ruoli di primo piano, stanno lì a testimoniare che entrambi si possono coltivare in modo disinteressato. E questo nonostante le “fregature” che ogni tanto gli hanno rifilato!

Scorrono attraverso le pagine la passione, la tensione morale, l’impegno politico e civico, il senso di fedeltà alle istituzioni, l’orgoglio per le cose realizzate e anche il rammarico per quando l’agire quotidiano non è stato completamente all’altezza del suo desiderio.

Il tutto supportato da documenti, dichiarazioni e condito da retroscena spesso consumati dentro le stanze dei partiti. È una pubblicazione che nello stile ricorda la precedente – “Tracce di Comune, di Provincia, di Monte dei Paschi” -, dove gli argomenti trattati sono ben evidenziati dal titolo stesso, ma in questo caso Pier Paolo racconta anche la sua sfera più intima, le radici, l’amore per la sua terra natia e ciò che lo ha portato a coltivare la sua passione civica, chi lo ha ispirato.

È proprio una sorta di diario annotato per non dimenticare, con la tenerezza che emerge quando tratteggia la sua famiglia, i suoi antenati e le sue origini.

Ed emerge anche la sua caratteristica di essere talvolta un personaggio scomodo perché poco incline a non raccontare la verità, o a infiocchettarla per renderla meno amara, o in grado a volte di scatti furiosi per difendere quello in cui crede e talvolta con parole di carta vetrata che non cercano accomodo ma sono protese ad affermare le sue convinzioni anche a scapito della ruffiana dialettica che spesso viene contrabbandata per diplomazia.

Ma chi lo conosce bene, chi ha avuto la fortuna come me di lavorare, dialogare e (a volte anche discutere) con lui, di ammirare la sua caparbietà nel perseguire gli obiettivi che ritiene giusti, conosce bene la pasta dell’uomo, capace di battute sagaci e affilate come una spada, ma anche di generosità e di correttezza, fedeltà e per mia fortuna, di amicizia e affetto.

Maurizio Cenni

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