Dalla deregulation al caos: il futuro incerto della finanza americana
Riceviamo e pubblichiamo un’anticipazione di Leasing Magazine dal Prof. Roberto Ruozi già docente dell’Università Bocconi di Milano, banchiere, Presidente Unione Fiduciaria spa.
La nuova presidenza degli USA sta sconvolgendo in modo preoccupante alcune fondamentali regole dell’esistenza e del funzionamento dei sistemi politici, economici e finanziari. Tutto lascia prevedere che i cambiamenti sono appena iniziati e nessuno invece può sapere come finiranno. Una delle parole d’ordine attualmente sbandierate è “liberazione” dell’America, la quale si otterrebbe con provvedimenti di varia natura e con persone che a tutti livelli saranno frutto di un feroce spoil system che privilegerà quelle che condividono le idee presidenziali.
Conseguenza fatale di questa situazione per i mercati finanziari è una vera rivoluzione, con la messa da parte di persone e di regole che sembravano entrate definitivamente nella prassi quotidiana e che invece sono via via sostituite da persone e regole nuove.
Quanto alle persone i vecchi vertici di diverse autorità finanziarie, come la SEC e fra non molto anche del FRS, sono già state sostituite con figure più in linea e di fatto sottomesse alla volontà presidenziale. Il fatto è grave perché pone in discussione l’autonomia del potere monetario e finanziario rispetto al potere politico, che era stata una non indifferente conquista in molti paesi da diverso tempo.
Quanto invece alle regole l’elenco sarebbe lungo, ma mi limito a ricordare quelle sui conflitti di interesse, sulla trasparenza e sulle pene da comminare a chi ha commesso reati finanziari come bancarotta fraudolenta, frodi di diversa natura, corruzione, riciclaggio del denaro, finanziamento del terrorismo e via dicendo.
Non ho informazioni complete su come stia andando tutto questo, ma qualche considerazione di carattere generale posso comunque fare esaminando il comportamento del presidente Trump nei tre settori prima citati.
Nel primo basta ricordare il suo massiccio coinvolgimento istituzionale e personale nel mondo cripto, con evidenti conflitti di interesse nel lancio e nella gestione di memecoin intestati a lui stesso e a sua moglie, nei suoi investimenti diretti in cripto valute, chiamato USD1, nell’emanazione di misure che ne facilitano l’acquisto, il possesso e la negoziazione, nel lancio del suo personale dollaro digitale nella costituzione di riserve nazionali in Bitcoin e in altre cripto valute, nella più volte dichiarata intenzione di fare della piazza americana il centro mondiale del mercato cripto e via dicendo. Tale mercato è venuto già oggi a dipendere fortemente e sarà ancora più dipendente nel prossimo futuro dalla volontà di Trump, che per il momento non è paradossalmente ancora messa in discussione in quel paese, come invece sarebbe stato se anche negli USA un’etica generalmente rispettata e condivisa fosse rimasta quella che è stata per lunghi anni. Durerà una situazione del genere? È difficile fare previsioni, ma logica vorrebbe che un ritorno all’antico potrebbe essere non solo possibile, ma anche probabile.
Anche nel comparto della trasparenza si è fatto un forte passo indietro. In effetti, pure negli USA, in verità da non molto tempo, si era varata una legge sulla trasparenza dei titolari effettivi delle partecipazioni al capitale delle società con lo scopo di contrastare vari fenomeni di criminalità finanziaria. Ebbene, Trump ha recentemente deciso di sospendere le sanzioni per chi violasse le regole in materia da lui ritenute “oltraggiose e invasive” e penalizzanti soprattutto per le piccole e medie imprese. Nel contesto dell’etica che, nonostante tutto, cerchiamo ancora di rispettare in Europa, questo passo indietro è difficilmente accettabile, ma anche qui le reazioni della comunità finanziaria americana purtroppo non sono ancora state particolarmente negative. Anzi, molti si sono compiaciuti.
Venendo al terzo elemento che sta rivoluzionando il mercato finanziario americano, esso è rappresentato dai provvedimenti presidenziali con i quali sono stati graziati numerosi operatori finanziari, alcuni dei quali da tempo detenuti in carcere, che erano stati ritenuti dalla magistratura colpevoli di crimini di varia natura, provocando danni di rilievo soprattutto a investitori e risparmiatori. Il contenuto di questi provvedimenti è assai ben sintetizzato nel tuitolo di un articolo di A.Parmantier apparso su “Le Monde“ del 3.4.2025. Esso dice infatti che “Trump riabilita dei criminali dal colletto bianco. Il presidente ha graziato importanti criminali, truffatori di risparmiatori e bugiardi inveterati”.
La lista dei graziati è lunga, ma non è ancora finita e sembra stia per riguardare anche protagonisti di scandali famosi come Sam Bankman-Fried, fondatore di FTX, un’azienda per lo scambio di cripto valute fallita in modo clamoroso provocando danni a centinaia di migliaia di operatori e per il cui collasso fu condannato a 25 anni di reclusione.
I pericoli che i mercati corrono con il ritorno in circolazione dei personaggi graziati prima citati sono evidenti, ma anche a questo proposito le reazioni dell’opinione pubblica USA per il momento non sono state particolarmente negative.
Concludendo, mi pare si possa dire che, sebbene non coordinati in modo preciso, i tre settori di rivoluzione di alcune delle regole classiche dei mercati finanziari sono certamente legati fra di loro e fanno parte di un disegno che è difficile immaginare, ma che in ogni caso può far parte di quello che mira alla “liberazione” prima ricordata e tanto sbandierata da Trump rischiando di trasformare la libertà, come l’intendiamo mediamente noi europei, in anarchia. Mercati finanziari anarchici non sono in verità mai esistiti, ma forse questa volta potrebbero arrivare. Personalmente mi ostino a non crederlo ma comunque non oso sperarlo, anche se purtroppo non posso farci nulla.
Prof. Roberto Ruozi