N’ESTATE AL MARE, VOGLIA DI REMARE, FARE IL BAGNO AL LARGO, PER VEDERE DA LONTANO GLI OMBRELLONI-ONI-ONI … SOPRA I PONTI DELLE AUTOSTRADE, C’E’ QUALCUNO FERMO CHE CI SALUTA, SENTI QUESTA PELLE COM’E’ PROFUMATA, MI RICORDA L’OLIO DI TAHITI, NELLE SERE QUANDO C’ERA FREDDO, SI BRUCIAVANO LE GOMME DELLE AUTOMOBILI, QUEST’ESTATE VOGLIO DIVERTIRMI PER LE VACANZE…
“Un’estate al mare” è stato senz’altro il maggior successo (commerciale) di Giuseppa Romeo, in arte Giuni Russo, primi vagiti a Palermo nel 1951 e, purtroppo per lei e per la musica italiana, scomparsa a Milano a 53 anni. Il brano, a firma di Franco Battiato che collaborerà spesso con Giuni, fu uno dei più duraturi “tormentoni” dell’estate del 1982. Pur essendo un’operazione commerciale, la cantante siciliana, sempre vera professionista della canzone, ci mette tutta se stessa, usando le sue eccezionali potenzialità di cinque ottave e oltre, divertendosi a imitare persino il verso dei gabbiani (fosse vissuta secoli prima, avrebbe fatto innamorare anche Diomede…).
La canzone resta nelle varie classifiche per più di otto mesi, ma siamo certi che pochi, canticchiandola in spiaggia o stonandola sotto la doccia, si sono resi conto che nel testo si racconta che la protagonista è una prostituta (“nelle sere fredde si bruciavano le gomme di automobile”) che non vede l’ora di andarsene in vacanza. E’ bene sottolineare che qui non si fa del, chiamiamolo, “job-shaming”, vanno in vacanza i politici, i notai, gli avvocati, i commercialisti, figuriamoci se avessimo remore per persone costrette a condurre una vita piena di pericoli e di paure.
Giuni Russo è stata considerata da chi mastica davvero musica professionalmente una delle più grandi e dotate cantanti italiane, rimanendo spesso non dico nell’anonimato, ma perlomeno non in prima fila come avrebbe meritato perché cercava di portare avanti un discorso musicale “suo”, trovandosi però a cozzare contro lo strapotere delle grosse compagnie discografiche (e la CGD di Caterina Caselli ne sa qualcosa…).
Alla prossima.