Seguiamo per qualche minuto, per lo spazio di poche righe scritte col Cuore mentre la Mente impersona il partito di opposizione, i suggerimenti musicati nel 1971 da John …
“Immaginiamo che non ci sia alcun paradiso sopra di noi, né un inferno sotto, ma solo il Cielo … immaginiamo che ogni persona viva solo per l’Oggi … immaginiamo che non esistano patrie per cui combattere e uccidere e morire … e che non esistano religioni, con tutti i popoli che vivono in pace … “
Facile intuire il sentimento per cui ho scelto il titolo. Tacciatemi quindi tranquillamente di pessimismo estremo, ma visto il livello stomachevole a cui abbiamo portato la società umana dei nostri giorni, credo che ci sia rimasto poco spazio anche per l’antico detto “spes, ultima dea”. Per cui, affidiamoci all’ Immaginazione entrando in punta di piedi nel pacifico mondo di John Lennon.
Che sognava un pianeta dove la “proprietà” fosse un oggetto sconosciuto e nel quale i popoli potessero vivere in assoluta fratellanza tra di loro. Chiudendo …
“Si potrebbe dire che io sia un sognatore, ma io non sono l’unico,
spero che un giorno vi unirete a noi
e il mondo sarà come un’unica entità “
Nonostante le sventagliate di obiezioni che sento arrivarmi addosso (ma che discorsi sono ? come si fa a pensare a un mondo senza proprietà, senza religione ? …), il cacciatore di testi continua a sentirsi una sorta di Giovannino Lennon formato bonsai o, come si diceva un tempo, “terra terra”. Uno che immagina un tipo di religione universale, lontana spazi siderali da contaminazioni politiche o di interesse economico. Uno che salta su come una molla impazzita ogniqualvolta si leggono notizie di miliardi dedicati agli armamenti, solo per fare un esempio. Anziché essere dirottati verso la ricerca scientifica e medica per alleviare il peso di tante malattie. Purtroppo, siamo ancora alle “partite del cuore”, alle “serate telethon” e ai “donate due euro, cinque da telefono fisso” (eh, sì, il telefono fisso è snob, ne sono rimasti pochi e guardano i cellulari come l’America cosiddetta benpensante guardava i partecipanti al raduno di Woodstock).
Le prime avvisaglie a proposito dell’idea di scrivere “Imagine” sembra siano arrivate a John dal libro di Yoko Ono “Grapefruit”, che in inglese significa pompelmo, ma che non ha niente a che vedere con la frutta, vantandosi invece di dare “istruzioni per l’arte e per la vita”, così, come fosse niente. Lennon però, fin dal 1971, anno del parto, non volle mai includere il nome della moglie come co-autore. E si è dovuto attendere il 2017, anno in cui la National Music etc etc, insomma la siae statunitense ha riconosciuto alla vedova i suoi diritti durante una cerimonia nella quale le è stato consegnato il Premio Centennial, canzone del secolo, per il suo contributo. Madrina della serata Patti Smith che seguì naturalmente “Imagine”. Brano che, a dispetto del successo mondiale, delle centinaia, migliaia di cover, non ha mai raggiunto la vetta delle classifiche.
Alla prossima.
https://youtu.be/0uW44pyjx54?si=jYIJmf9CE5gc6yY_ (Queen e Rodgers)