Sono tante le figure illustri di domenicani che hanno soggiornato nella basilica senese di San Domenico, e tante anche le mantellate che hanno lasciato un segno nella nostra storia. Due di esse portano il nome di Caterina. Una, come noto, è la grande Santa Caterina da Siena. L’altra è Caterina de’ Lenzi (nata a Siena il 28 ottobre 1464, morta a Siena il 27 novembre 1492), già anticamente nota come la “Beata Caterina seconda”.
Caterina de’ Lenzi, senese, discendente da nobile famiglia, nacque da Angelo e da Bartolomea di Benedetto, ed appena raggiunse l’età della ragione chiese di poter vestire l’abito delle terziarie domenicane, per poter seguire l’esempio di Santa Caterina. Dunque, Caterina de’ Lenzi entrò nella comunità delle mantellate domenicane dette “monache del Paradiso”, che avevano sede sul poggio Malavolti (oggi piazza Matteotti), di cui fu superiora anche Caterina Piccolomini, sorella del papa senese Pio III. L’ubicazione della casa di queste religiose spiega anche il nome della via del Paradiso, che costituiva il percorso più breve per raggiungere la basilica di San Domenico, dove queste mantellate si riunivano, nella cappella delle Volte.
Nella sua breve esistenza, Caterina de’ Lenzi visse una fede intensa e si dedicò con slancio agli atti di pietà e di carità, operò molti miracoli, e fu presto circondata da una fama di santità. A Perugia, Caterina de’ Lenzi si incontrò con la Beata Colomba da Rieti, ed a Montepulciano visitò il sepolcro di Sant’Agnese Segni, altra grande religiosa domenicana. Quando Caterina de’ Lenzi morì, a soli 28 anni, il 27 novembre 1492, si narra che tutte le campane di Siena si misero a suonare da sole. Certamente il suo corpo, esposto per cinque giorni nella sagrestia di San Domenico, fu immediatamente venerato dal popolo, e quindi deposto in una preziosa arca, opera di Pietro degli Oriuoli, nella cappella delle Volte. Caterina de’ Lenzi è venerata come beata dell’ordine domenicano. Nel 1599 il generale padre Ippolito Maria Beccari ne fece una ricognizione, e trovò il corpo intatto, facendolo quindi deporre nell’altare sottostante la sacra testa di Santa Caterina da Siena. La vita di Caterina de’ Lenzi fu scritta dal suo confessore, padre Simone d’Angelo di Camporeggi. Sulla parete sul lato destro della cappella della sacra testa si vede oggi una lapide che ricorda Caterina de’ Lenzi, sovrastata dal ritratto della religiosa su una tavoletta lignea, dipinta in epoca recente da Fiorenzo Joni, imitazione di un originale della fine del Quattrocento.