L’adolescenza è un periodo complesso, caratterizzato da profondi stravolgimenti: la ricerca della propria identità, la scoperta della sessualità e l’affetto indirizzato verso qualcuno di estraneo al nucleo familiare di appartenenza.
Le esperienze sono in questa fase vissute in maniera totalizzante, in particolar modo l’innamoramento.
Quando l’adolescente si innamora viene travolto da un sentimento di completo struggimento, un’impellenza del desiderio e una travolgente voglia di tenerezza che provoca un assoluto bisogno di contatto con l’oggetto delle attenzioni amorose.
Le passioni amorose nell’adolescenza assumono un doppio compito evolutivo: se da
una parte c’è la scoperta del proprio corpo in evoluzione, con nuovi bisogni e desideri
sessuali, dall’altra c’è una spinta verso la formazione di una propria identità, con
l’affrancamento dalla famiglia e il raggiungimento di una certa autonomia
decisionale e relazionale.
In questo processo di crescita, l’adolescente si rispecchia nel gruppo dei pari, il luogo
privilegiato per la ricerca della propria identità attraverso la creazione di appropriati codici culturali. È infatti attraverso gli amici che i giovani integrano l’immagine che hanno di loro stessi con quella che viene restituita loro dal gruppo, favorendo un percorso di costruzione di valori e progetti.
A volte quando questo processo di cambiamento, denso di emozioni e sentimenti talvolta perturbanti, dovesse essere troppo intenso, l’adolescente, sopraffatto da tanta tensione, potrebbe mettere in atto comportamenti disadattivi. È come se l’esprimere con delle azioni concrete ciò che percepisce intollerabile dentro di sé, lo rendesse più accettabile, meno stressante o quantomeno più comprensibile.
L’approccio agli stupefacenti, le condotte autolesionistiche come i tagli, il sesso precoce e promiscuo, sono solo alcuni esempi dei comportamenti rischiosi e disadattivi talvolta attuati come strategia di controllo della pressione.
Nel caso della sperimentazione precoce della sessualità, quando l’atto compiuto non riflette un reale desiderio legato all’affettività, il rischio è che il risultato non rispecchi le grandi aspettative, di conseguenza si crei un vissuto negativo legato al sesso e al proprio corpo, difficile poi da sradicare.
Dalla parte opposta, invece, quando l’adolescente fatica a integrare l’immagine di sé in evoluzione, il disagio scaturito dal confronto con gli altri può diventare intollerabile: si può assistere quindi a un processo di ritiro sociale che può arrivare fino al fenomeno estremo degli Hikikomori, ragazzi autoreclusi nella loro stanza. Situazione osservata inizialmente in Giappone ma che si sta diffondendo in maniera inquietante anche in occidente.
Per un genitore, con un figlio in questa fase, la preoccupazione può essere tale da togliere il sonno. L’importante sarà tramettere valori positivi mantenendo un atteggiamento aperto e non giudicante, in modo che, sapendo di avere il vostro supporto, sarà a voi che si rivolgeranno i vostri figli quando sentiranno che le cose non vanno per il verso giusto.