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lunedì, Marzo 10, 2025

Ma quant’è caro girare a Santa Marta !

Cominciamo con un quiz: Marcinho, chi era costui ?, espressione dal vago sapore manzoniano, ma riferita ad un personaggio che ha a che fare con il brano musicale di questa settimana. Però, prima, diamo come sempre una sbirciatina curiosa al testo.

“tutto quello che voglio dire è che a loro non importa di noi, e non ti preoccupare di quello che dice la gente, noi conosciamo la verità … picchiami, odiami, ma non riuscirai a spezzarmi … sono una vittima della brutalità della polizia, sono anche stanco di essere la vittima dell’odio … non posso credere che questa sia la terra da cui provengo … Se Martin Luther fosse vivo non lascerebbe che questo accadesse … tutto quello che voglio dire è che a loro non importa niente di noi “

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Molti attori comici e svariati autori di testi o battute comiche hanno dichiarato che è spesso difficile immaginare quale sarà la reazione del pubblico: inventi una battuta che ti sembra memorabile ed è accolta da un gelo polare, ne butti là un’altra che non ti dà fiducia e scoppia un putiferio di risate.

“Ho scritto questa canzone affinché diventasse una specie di inno contro qualsiasi tipo di discriminazione”, ha più volte dichiarato Michael Jackson. E invece, complici un paio di passaggi “controversi”, la canzone fu boicottata dalle potenti lobby israeliane a stelle e strisce. Mettiamole allora sul banco degli imputati:

“(traduzione alla lettera) Dammi dell’ebreo, fammi causa, tutti lo fanno”

“Calciami, dammi dell’ebreo, non darmi del bianco o del nero”.

Sinceramente, uno fa fatica a considerare “(they) Don’t care about us” un brano antisemita, ma qui salta fuori che nell’espressione “kike me”, che per Michael valeva come “dammi dell’ebreo”, il termine “kike” viene usato come dispregiativo per indicare gli appartenenti alla religione ebraica. (Avrei una gran voglia di tirare in ballo la questione palestinese, ma non è questa la sede …).

Fatto sta che il buon Jackson tenta di difendersi, si arrabbia a sua volta per essere accusato di aver messo le mani nel barattolo della marmellata senza averne gustato un grammo, ma non c’è niente da fare, se la vuole eseguire, la canzone dovrà rivedere ben due parole !

I guai di Michael non erano comunque terminati. La troupe di (nientemeno) Spyke Lee girò infatti due video per promuovere il brano, locations un carcere e una favela di Rio de Janeiro. Il primo fu rifiutato da MTV e altre sigle importanti televisive per immagini di eccessiva violenza.

Per quanto riguarda il secondo, mentre tutto filò liscio nel quartiere più “vero” di Salvador de Bahia, il Pelourinho, si dovette invece mettere mano al portafoglio (si sussurrano cifre a sei zeri) per le riprese nella favela di Santa Marta a Rio. Tanto sembra sia costata la “protezione” del cantante e del cast di Lee da parte del boss di turno, tale Marcinho (e pensare che io mi lamento per i continui rincari sugli scaffali del supermercato …), scoprendo così il protagonista del quiz.

Due ultime annotazioni. A Santa Marta fa bella mostra di sé una statua di Michael, giustamente ritenuto uno che ha dedicato un brano  che comprende nelle sue intenzioni reali anche quelle centinaia di migliaia di persone dimenticate sulle colline che guardano da lontano i sinuosi mosaici dei marciapiedi di Copacabana. La caduta di Jackson è reale e il regista è tra quelli che lo aiutano a rialzarsi, mentre lo show must go on …

Alla prossima.https://youtu.be/pCbHBuH2pN4?si=Zzy1pRj1YwMaA8Fp

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