Paolo Benini prende spunto dalle cronache mensanine per dire che la fine è una conseguenza di tutta la partita
Nella partita della Mens Sana Siena contro la Virtus, si è osservato un fenomeno che sta facendo discutere appassionati e addetti ai lavori: la squadra ha ceduto per cinque minuti, accumulando un passivo che ha compromesso il risultato finale. Ma cosa accade veramente in questi momenti decisivi? È davvero possibile isolare quei minuti e attribuire loro tutta la responsabilità della sconfitta, oppure ci troviamo di fronte a una visione parziale di un fenomeno più complesso?
Analisi e “Diletto Cognitivo”: Cercare Risposte nel Caos
Gli analisti sportivi tendono a scomporre la partita, isolando segmenti specifici per cercare di spiegare il risultato finale. Questa attività di “diletto cognitivo” – un’espressione usata per descrivere il tentativo di trovare spiegazioni razionali e chiare a eventi spesso complessi e multifattoriali – sembra trovare nei cinque minuti finali una risposta alla prestazione della squadra. È quasi naturale attribuire quei momenti di calo di rendimento a una mancanza di concentrazione o a errori tattici. Ma è davvero tutto qui?
L’idea di spiegare una sconfitta o una vittoria solo attraverso l’analisi di pochi minuti di gioco è affascinante, ma rischia di semplificare una realtà molto più articolata. Una partita di basket, come ogni altro sport, è fatta di un flusso continuo di azioni, decisioni e reazioni che si influenzano a vicenda, e in cui la prestazione dei minuti finali è il risultato di quanto è avvenuto prima. Vincere o perdere, quindi, non dipende solo da un singolo frammento temporale, ma da una serie di eventi e decisioni che si sono accumulate durante tutto il match.
Il Peso dei Minuti Precedenti: Energia e Tenuta Mentale
Uno degli aspetti chiave dell’analisi è la consapevolezza che i cinque minuti finali non possono essere separati dal contesto della partita intera. Mens Sana si trova a competere alla pari con gli avversari per buona parte del match, rimanendo agganciata al punteggio e dando il massimo delle proprie energie per mantenere la pressione. Ma questo sforzo continuo, soprattutto se protratto, può lasciare i giocatori fisicamente e mentalmente esausti nel momento cruciale.
Ecco che allora i cinque minuti finali non sono solo un momento critico, ma il risultato di una partita intera in cui sono magari stati spesi sforzi notevoli. La mancanza di energie, sia fisiche che mentali, non è un dettaglio trascurabile, soprattutto in uno sport come il basket, dove la velocità di esecuzione, la lucidità nelle scelte e la coordinazione sono determinanti. In questo senso, è fondamentale considerare come la gestione dell’energia e dello stress influenzi tutta la partita, e non solo il finale.
La Sfida Psicologica: Rimanere Lucidi Sotto Pressione
La questione diventa quindi anche psicologica. Quando si è sotto pressione, soprattutto nei momenti decisivi, mantenere la lucidità diventa una vera e propria sfida. Ogni errore, ogni punto perso, può trasformarsi in un pensiero intrusivo che mina la sicurezza dei giocatori e intacca la fiducia nel risultato. La pressione psicologica, accumulata durante tutta la gara, esplode spesso negli ultimi minuti, mettendo alla prova la capacità della squadra di rimanere coesa e determinata.
Affrontare questa sfida richiede un approccio che non sia solo tecnico e tattico, ma anche psicologico. È necessario prepararsi a gestire lo stress e a mantenere la calma, anche quando l’energia comincia a venire meno. Un lavoro mirato sul piano mentale può fare la differenza, aiutando i giocatori a interpretare quei minuti finali non come una minaccia, ma come un’opportunità per dimostrare il proprio valore.
Guardare Oltre i Cinque Minuti: Una Visione Globale
In definitiva, il calo di Mens Sana nei cinque minuti finali può essere visto come un sintomo di una gestione complessiva della partita che potrebbe essere migliorata, piuttosto che come la causa esclusiva delle sconfitte. Focalizzarsi esclusivamente su un segmento di gioco può limitare la capacità di analizzare e comprendere la complessità della performance sportiva.
L’obiettivo deve essere quello di preparare i giocatori a gestire l’intera partita in modo equilibrato, sia dal punto di vista fisico che mentale. Solo così si potrà affrontare con maggiore serenità e consapevolezza la sfida dei cinque minuti finali, trasformandola da ostacolo a momento di grande opportunità. #oltreognivittoria
Paolo Benini