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mercoledì, Maggio 7, 2025

Oltre il confine della paura: viaggio vero, dentro e fuori di noi

Per Insoliti viaggiatori oggi vogliamo promuovere l’ultimo lavoro di Emilio Radice, uno dei nostri primi intervistati

Stampato sui tipi della Neos Edizioni è titolato “Oltre il confine della paura”, l’ultimo libro di Emilio Radice, giornalista, che ci confida come “attraversare l’Afghanistan in moto a settantacinque anni non è solo una sfida alla geografia e alla paura. È un viaggio che mette alla prova le certezze, apre nuovi orizzonti, e ci ricorda che spesso i confini più difficili da superare sono dentro di noi”.

A cavallo dell’anno, abbiamo a lungo parlato di lui, prima con una lunga intervista che aveva una prima parte e una seconda parte, poi accettando il suo dono di un racconto sullo stupore provocato dal racconto delle opere di San Francesco in un iman di Mashhad. Oggi, proprio nel giorno in cui torna in moto per un nuovo incredibile viaggio, vogliamo parlare del suo ultimo libro.

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Ci sono viaggi infatti che si fanno in moto e altri che si fanno dentro di sé. Il libro di Emilio Radice riesce a tenere insieme entrambi. A settantacinque anni, l’autore decide di inseguire un sogno giovanile rimasto in sospeso per decenni: attraversare l’Afghanistan. Non lo fa per incoscienza, né per spirito di sfida, ma per rispondere a un richiamo profondo.

Parte in solitaria, ma al confine incontra due compagni di strada – Rosario Sala e Franco Ballatore – con cui condivide il cuore del viaggio. Insieme affrontano le strade polverose dell’Afghanistan post-bellico, tra città distrutte, villaggi ospitali e sguardi carichi di diffidenza e speranza. Ma il libro non si limita alla cronaca dell’impresa. Radice racconta con uno sguardo limpido e partecipe, attento a cogliere ogni segno di vita anche nei luoghi più segnati dalla guerra.

Herat, Kandahar, Bamiyan, Kabul: nomi che evocano conflitti e distruzione, ma che nel racconto dell’autore si riempiono di volti, gesti, silenzi, frammenti di umanità. In ogni incontro Radice cerca qualcosa che vada oltre la paura, oltre i pregiudizi. Il viaggio diventa così un cammino condiviso, una prova di fiducia nel mondo e nelle persone.

Emilio Radice con Abdul Mateen

A Bamiyan il terzetto si scioglie, e da quel momento il viaggio cambia ritmo e sapore. Quando tutto sembrava procedere verso il rientro, il confine iraniano – previsto come uscita – viene chiuso all’improvviso. Una scaramuccia di frontiera è sufficiente a stravolgere i piani. Radice è costretto a cercare nuove vie: tenta il Tagikistan, ma anche lì incontra cancelli sbarrati. Si spinge allora in Uzbekistan, poi in Kazakistan, rimanendo bloccato tra visti che non arrivano e frontiere che si chiudono di ora in ora.

Alla fine, dopo un’incredibile giravolta geografica, raggiunge Bishkek, in Kirghizistan, da dove riesce finalmente a spedire la moto. Non senza fatica, e non senza la sensazione di essere rimasto sospeso in un limbo di permessi, regole opache, burocrazie imprevedibili.

Oltre il confine della paura non è solo il racconto di un’avventura in terre difficili. È la dimostrazione che il vero viaggio si misura nella capacità di affrontare l’imprevisto, di accettare che nessuna rotta è definitiva, che a volte basta una semplice variazione di confine per costringerci a reinventare la strada.

Emilio Radice, con la sua moto e il suo stile essenziale, ci accompagna in un Afghanistan diverso da quello immaginato. E ci ricorda che l’essenza del viaggiare non è arrivare, ma continuare a camminare – anche quando il sentiero si perde nella polvere.

C’è una domanda che mi ha accompagnato leggendo il libro di Emilio Radice, una domanda che torna ogni volta che si attraversano terre come queste: Perché invadere e cercare di controllare territori tanto duri, tanto ostili?

Inglesi, russi, americani: una litania di possenti eserciti che si sono infranti contro montagne di roccia, sabbia e sassi. È una domanda che ci eravamo già posti attraversando il Kashmir, oggi tristemente di nuovo al centro di scontri tra India e Pakistan.

Cosa resta oltre il cielo, la roccia, le vette irraggiungibili? Paesaggi magnifici nella loro essenza, ma anche desolatamente spogli, ridotti a polvere. Eppure, proprio in questa polvere, forse, sta nascosta una forza che nessun esercito è mai riuscito a domare.

Luca Gentili

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