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martedì, Dicembre 3, 2024

Quello che le mamme non dicono

Pochi giorni fa mi è stata posta la seguente domanda: “Ma le mamme cosa dicono?”

Io credo che la domanda più giusta da fare sia invece “Ma le mamme cosa NON dicono?”

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Non dicono quando sono tristi, quando sono stanche, nervose, quando non ne possono più. Quando non riescono a lasciare i problemi fuori dalla porta di casa o hanno paura a chiedere aiuto. Non lo fanno per timore, a volte per vergogna o perché si sentono inadeguate. Non lo fanno perché quando ne parli le insicurezze si amplificano e ci vuole davvero poco a sentirsi, per citare un noto blog, “Mammedimerda”.

Trovi sempre chi è più brava di te. Quella che ha il bambino che dorme tutta la notte, che va a letto alle 9.00 (e te fino alle 23 urli in casa come una pazza perché non ne vogliono sapere di dormire), quello che prende il latte ogni quattro ore e te invece l’hai praticamente attaccato ogni tre per due. Quella che dopo una settimana ti chiedi se l’ha partorito lei oppure se sei stata te… che non hai tempo nemmeno di respirare e invece lei fa già i corsi in palestra. Te che facevi fatica a badare a te stessa (a volte anche ora…) e adesso hai giornate infinite in cui la priorità non sei più te ma tuo figlio. Ed all’inizio questa cosa è pesante o almeno lo è stato per me, che ci ho messo un po’ a riadattare la mia vita in funzione di qualcun’altro.

Ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Sei passata dagli happy hour ai pannolini senza nemmeno accorgertene. Anche perché qualsiasi cosa che decidi di fare per te, quell’ora per andare dal parrucchiere, dall’estetista, ti fa mancare il fiato e ti fa salire il senso di colpa.

Arriva però il giorno in cui ti rendi conto che non è la quantità del tempo a fare una buona madre. Capisci che è la qualità. Perché per non si può rendere felici gli altri se non si è felici per prime. Perché un’ora d’aria è rigenerante e quella mancanza che senti quando sei fuori si trasforma in energia.

Si trova sempre la mamma più brava di te, quella che ti genera dubbi e insicurezze. Quella che ti fa pensare “Ma dove sbaglio!?”, quella che ti fa guardare allo specchio a chiederti se stai facendo la cosa giusta. Ma ogni bambino è una creatura a sé ed ogni mamma ha la sua testa e le sue ragioni.

Io credo fermamente che l’istinto difficilmente sbagli e che tutti commettiamo errori.

Ma io credo che la vera domanda da porsi sia: “I miei figli sorridono?”. E se la risposta è sì, allora la strada è quella giusta.

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