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domenica, Marzo 9, 2025

Giovani e Sport, responsabilità condivisa di una missione educativa

Il ruolo fondamentale della famiglia per riportare i giovani alle attività sportive e ai valori autentici

L’Associazione Millenovecentoquattro vive con particolare attenzione il tema dei giovani e dello sport. È una preoccupazione costante, una questione centrale che è stata discussa anche alla cena di saluto dell’argento di Betti e che sarà il fulcro di un prossimo incontro.

Provo a dire la mia, condividendo le argomentazioni che ho ascoltato e che sostengono un approccio integrato, capace di coinvolgere tutti i soggetti in un autentico ragionamento di comunità. Ma mi concentrerò su un aspetto in particolare, che prima di tutto siamo famiglia.

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Lo sport non è solo una questione di competizione, risultati o successi da celebrare sugli spalti. Prima di essere tifosi, dirigenti, campioni o rappresentanti istituzionali, siamo nonni, genitori, zii, amici. Siamo coloro che, con il proprio esempio, devono invitare e accompagnare i giovani a scoprire il valore profondo dello sport, come esperienza di crescita, di relazione e di formazione umana.

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a un progressivo allontanamento delle nuove generazioni dalla pratica sportiva, dovuto a molteplici fattori: calo delle nascite, insicurezza nelle città, impatto della pandemia e una sempre maggiore dipendenza dai dispositivi digitali. Il rischio? Perdere il significato autentico dello sport come strumento di aggregazione, inclusione e sviluppo del carattere.

Se vogliamo che lo sport torni a essere un pilastro fondamentale nella vita dei giovani, probabilmente dovremmo ripartire dalla famiglia. I genitori, i nonni, gli zii dovranno essere i primi promotori di uno stile di vita attivo, iscrivere i ragazzi a un corso, partecipare attivamente al loro percorso sportivo.

Incoraggiare i ragazzi senza pressioni: ogni giovane deve sentirsi libero di esplorare diverse discipline sportive, senza l’ossessione del risultato. Applaudiamo il loro impegno, non solo le loro vittorie.

Dando supporto pratico e logistico: accompagnandoli agli allenamenti, assicurandosi che abbiano l’attrezzatura necessaria, essere presenti nelle loro esperienze sportive.

Ci vuole equilibrio tra sport e vita: educare i ragazzi a bilanciare lo sport con lo studio, le relazioni e il tempo libero, promuovendo un approccio sano e sostenibile.

Collaborazione con gli allenatori: essere in dialogo con tecnici e dirigenti sportivi per costruire un ambiente sano e motivante.

Se la famiglia rappresenta il primo passo, il sistema sportivo e la società devono fare la loro parte. Serve un’azione sinergica, una responsabilità condivisa: un impegno collettivo che coinvolga tutti gli attori chiave.

I gruppi di tifosi, per creare un senso di appartenenza positivo, facendo sentire i giovani parte di una comunità e non semplici spettatori.

Le scuole, per integrare l’attività sportiva in modo strutturale nel percorso educativo, diffondendo valori come il rispetto e la collaborazione.

Le istituzioni locali, per garantire strutture accessibili, sicure e adeguate alle necessità dei giovani.

Le federazioni sportive e le società, per formare allenatori competenti, capaci di educare prima ancora che di allenare.

I campioni sportivi, per essere modelli autentici di impegno, disciplina e resilienza, ricordando ai giovani che lo sport è soprattutto crescita personale.

Per riportare i giovani allo sport e promuoverne i valori autentici, servono strategie concrete. Occorre un cambiamento reale. Portare lo sport nei loro ambienti, nelle scuole, nei centri giovanili, negli spazi digitali.

Sfruttare le tecnologie per avvicinare i giovani attraverso contenuti motivazionali e campagne di sensibilizzazione. Investire nelle infrastrutture, creando spazi sportivi inclusivi e facilmente accessibili.

Adottare un approccio multidisciplinare, con il supporto di pedagogisti, psicologi dello sport ed educatori.

Assicurarsi che nessuno resti indietro perché non può permettersi di seguire le mode di abbigliamenti e scarpe “griffate” o perché impediti da logistiche e situazioni proibitive o svantaggiate.

Insomma, lo sport come missione educativa, sociale, perequativa. Come un’opportunità per tutti, non un privilegio per pochi. Educare i giovani allo sport significa educarli alla vita, insegnando loro il valore del sacrificio, del rispetto e della solidarietà.

Ognuno di noi, nel proprio ruolo, ha la responsabilità di trasmettere questi valori, prima ancora di tifare, allenare o gestire. Perché prima di tutto, siamo famiglia.

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