Andrea Pezzi è l’uomo dell’innovazione. Da Dj e conduttore televisivo, nel corso della sua carriera ha virato verso il digitale per esplorare le nuove forme di sviluppo che offre il web. Oggi è un affermato imprenditore, ha creato Ovo, una video enciclopedia sul web, poi una piattaforma tecnologica e ancora Myintelligence e infine Mint. Sarà al Festival della Salute venerdì prossimo alle ore 18 per partecipare al dibattito in programma al teatro dei Rozzi dal titolo “Scienza, ricerca e innovazione, la salute futura. E l’uomo?”. Parlerà della sua esperienza e delle molteplici capacità dell’intelligenza artificiale nel dibattito a cui parteciperanno il professor Francesco Dotta, pro rettore dell’Università di Siena, Philip Larrey, docente di filosofia alla Pontificia università Lateranense e sacerdote della diocesi di Roma, Edoardo Boncinelli genetista e filosofo. “L’innovatore traccia la strada che di solito gli altri non hanno visto – racconta Pezzi -. Quando è arrivato il digitale mi sono innamorato di questo nuovo mezzo di comunicazione perchè ho capito che stava nascendo qualcosa che nella storia dell’umanità avrebbe definito un prima e un dopo”.
Il dibattito di venerdì vuole proprio approfondire qual è e soprattutto sarà in futuro il rapporto uomo-macchina. Saremo surclassati? “La tecnologia ci libererà dai lavori ripetitivi, non smetteremo di fare le cose manuali, ma le faremo solo per poco e per capire la base del ragionamento delle macchine che comunque rimangono al servizio dell’uomo. Quando si parla di tecnologia bisognerebbe parlare di stupidità artificiale invece che di intelligenza artificiale perchè il ragionamento della macchina funziona per processi logici binari mentre l’uomo ha la capacità di sviluppare ragionamenti tra loro contradditori. Dunque il dibattito di venerdì sarà interessante per approfondire il pensiero di dove ci porterà questa fase del progresso umano. Ne parlo spesso in vari incontri e ho fondato un’associazione “Io sono” che prende il nome dal libro che ho scritto e si occupa di portare il pensiero umanista al centro del dibattito sulla digital society. L’aspetto meraviglioso di questa evoluzione è rendersi conto che l’occasione del digitale è l’occasione di parlare di argomenti infiniti e mai risolti come chi siamo, come funzioniamo nel profondo, insomma di porci le domande di sempre”.