Troppe sono le guerre che continuano a ferire e a uccidere, troppe le vite spezzate, troppi i bambini che non vedranno crescere i loro sogni. E sembra incredibile che l’umanità non riesca ancora a trovare la via della PACE.
L’unica strada possibile, per una vita degna sia morale che sociale, è il confronto costruttivo: ragionare senza barriere né pregiudizi, che siano razziali o religiosi. Conoscere la storia e farne memoria è essenziale per non ripetere azioni distruttive contro “l’altro”. Perché “l’altro” sono “io”: da qui la necessità di creare ponti di dialogo, dove l’ascolto diventi la base per costruire quel sentiero che porta al tanto sognato obiettivo: la pace.
I filosofi e la guerra
Secondo il filosofo greco Socrate, già nel V secolo a.C., «tutte le guerre sono combattute per denaro». Denaro inteso come conquista di territori strategici o supremazia ideologica, politica o religiosa. Sono passati secoli, eppure nulla sembra cambiato.
Lev Tolstoj aggiungeva: «Se tutti andassero in guerra per le proprie convinzioni, le guerre non ci sarebbero più». In realtà le convinzioni appartengono a pochi che dichiarano la guerra, mentre i popoli subiscono morte e sofferenza.
Le ferite del presente
Oggi le cronache ci riportano immagini drammatiche: bambini denutriti e senza futuro a Gaza, bombardamenti incessanti in Ucraina. Scene che ci parlano di un’umanità piegata dal dolore, proprio come ammoniva Oriana Fallaci: «Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo».
Le lezioni della storia
Guardando al passato, la storia ci mette davanti alle sue lezioni più dure. Nel 1933 il regime nazista iniziò a costruire campi destinati a rinchiudere e annientare i cosiddetti “nemici dello Stato”: comunisti, socialisti, rom, testimoni di Geova, omosessuali. Poi arrivò la “soluzione finale”, con lo sterminio degli ebrei nelle camere a gas.
È inevitabile chiedersi: perché oggi, a distanza di decenni, continuano a morire innocenti a Gaza e in Ucraina?
La scelta dell’umanità
Gli anni passano, ma l’umanità non sembra imparare. Ancora persecuzioni, violenze, uccisioni. Nessuno sceglie dove nascere: eppure da questa consapevolezza dovrebbe nascere il rispetto. Perché siamo tutti cittadini dello stesso mondo, uguali nella dignità, con un unico bisogno profondo: vivere in pace, senza discriminazioni né persecuzioni.
E allora ricordiamolo, ogni volta che la guerra torna a bussare: la pace non è un’utopia, ma una scelta di umanità.
Viva la pace
di Meri Lolini
Lui è bianco, lui è nero
Sono diversi geneticamente, ma sono uguali umanamente.
Lui parla italiano, lui parla inglese e lui parla arabo
Sono diversi linguisticamente, ma sono uguali umanamente.
Lui è cattolico, lui è ortodosso, lui è protestante,
lui ebreo e lui musulmano.
Sono diversi religiosamente, ma sono uguali umanamente.
Siamo tutti figli amati di madre natura,
tutti diversi in questo mosaico con questa perfetta architettura.
Lei ci protegge e non perdona
lui che per diversa idea è pronto a scavare una trincea,
lui che non accoglie chi fugge dalla sua terra per fuggire da una guerra,
lui che per un diverso ragionamento è pronto a scatenare un reggimento
di soldati comandati da ideali scriteriati.
Essere uniti e solidali in questo pianeta senza uguali
è un dovere contingente,
con la pace unilateralmente
per ogni cuore ed ogni mente.