“Il Mondo è dei microbi”. Questo il titolo del libro presentato questa sera all’Accademia dei Fisiocritici di Siena, nella prima giornata del Festival della Salute, alla presenza dell’autore, Il Professor Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e del Professor Fabrizio Landi, Presidente di Toscana Life Science e di Confindustria Siena. A condurre la presentazione, il Caporedattore de La Nazione di Siena Pino Di Blasio, che dopo aver introdotto il padrone di casa, il Presidente dell’Accademia dei Fisiocritici, il Prof. Giuseppe Manganelli, che ha salutato e ringraziato i presenti, ha dato la parola al Professor Bassetti, figlio di un professore di Malattie Infettive e pertanto cresciuto a “pane e microbi”.
“La scelta di occuparmi di microbi, virus e batteri è venuta, per questo motivo, abbastanza naturale – ammette Bassetti – ma la cosa che più mi ha appassionato è la possibilità di lavorare alla scoperta di un mondo ancora tutto da scoprire. Perché a differenza di altre branche della medicina, quella delle malattie infettive è sempre in divenire”.
Ogni anno esce qualche cosa di nuovo, o qualche vecchio virus muta o si risveglia. Il mondo negli ultimi mille anni ha vissuto di continue lotte contro i microbi.
“Ma attenzione – puntualizza Bassetti – a considerare i microbi solo come nemici dell’uomo, perché in alcuni casi non lo sono. Se le persone li conoscessero un po’ di più, magari farebbero anche meno danni.”
La ricerca medica e scientifica ha fatto passi da gigante per provare a vincere questa eterna battaglia, ma purtroppo il problema che spaventa maggiormente ad oggi è quello della resistenza agli antibiotici.
“L’Italia primeggia nel report per numero di morti per batteri resistenti agli antibiotici e questo primato non ci rende orgogliosi – ammette il professor Bassetti – Il problema è che usiamo troppi antibiotici. Molti di questi li ingeriamo con la carne che troviamo in tavola ogni giorno. Ma dobbiamo anche meglio regolamentare l’uso degli antibiotici per curare malattie che non ne necessiterebbero”.
“Il problema della antibiotico-resistenza – aggiunge – è molto serio ed ha due grandi conseguenze: il crescente numero di infezioni ospedaliere e l’aumento della mortalità da infezioni. Serve remare tutti dalla stessa parte, avere farmaci altamente efficaci, che costeranno molto, ma salveranno tante vite”.
“Il tema economico è sicuramente centrale nella ricerca scientifica e nella produzione dei farmaci – incalza il professor Landi – ma la domanda che dobbiamo porci è: quanto vale la vita di una persona? Fino alla fine del’800 la principale causa di morte erano gli stenti, ma dagli egiziani in poi sono stati i patogeni. Anche alcune guerre sono state vinte grazie ai patogeni. E per questo gli investimenti, pubblici e privati, in questo settore sono fondamentali. Anche perché il covid insegna che di fronte ad emergenze sanitarie non c’è tempo da perdere”.
E qui si apre un altro tema: quello delle Big Pharma…
“È ovvio – risponde – che le case farmaceutiche investano laddove hanno maggiori profitti, ma questo non deve rappresentare un problema. Gli antibiotici per le malattie infettive costano poco ed è per questo che molte case farmaceutiche si sono indirizzate verso medicinali più costosi, magari attinenti al settore oncologico o delle malattie infettive croniche, come l’HIV”.
Attaccare le grandi aziende farmacologiche è sbagliato, perché i loro profitti sono comunque un interesse di tutti noi perché si salvano delle vite.”
La chiosa è sull’emergenza, oggi molto minore rispetto due anni fa, legata al covid 19.
“Il covid di oggi – conclude il Professor Bassetti – non è più quello del 2020, sia perché la quasi totalità degli italiani è protetta almeno dalle forme più impegnative, sia perché il virus è mutato e l’attuale variante Omicron è meno aggressiva delle precedenti. Andremo incontro ad un inverno dove avremo qualche problema, non credo per la popolazione, ma per una minoranza di persone fragili che non hanno fatto la dose di richiamo anche per colpa di una comunicazione assolutamente errata”.
“Speriamo che il Covid ci serva da lezione – chiosa il professor Landi – perché abbiamo capito quanto sia importante avere un sistema tale da poter capire con quale patogeno abbiamo a che fare ed agire in fretta. Perché non si può escludere a priori una recrudescenza del virus ma senza un’accurata indagine della malattia non si può avere una terapia adeguata”.