Terremoto che è tornato a farsi sentire nell’immediata periferia di Siena, tra la mattinata di oggi e la tardissima serata di ieri. Quattro scosse tra 2.0 e 2.3, con nuove evacuazioni nelle scuole appena riaperte.
Più composta la reazione dei senesi, ma resta alta l’insofferenza per un fenomeno per il quale conoscenza e sensibilizzazione si erano ridotte in anni recenti nella nostra comunità.
Non solo per questo, ma molto per questo, l’Anpas ha riposizionato oggi una postazione della campagna informativa “Iononrischio” che chiuderà alle 18:00 e che è aperta dalle 11:00 in Piazza Matteotti.
“E’ una cosa utile e importante” commenta l’assessore alla Protezione civile di Siena Francesca Appolloni che si è offerta di darci qualche flash sulla nottata fra mercoledì e giovedì, oltre che sulle seguenti ore di attività amministrativa e operativa.
“Dapprima – ci dice – l’ho vissuta come mamma. Il terremoto ci aveva preso alla sprovvista e siamo scappati in strada. Subito dopo ho cominciato a razionalizzare e ho accompagnato i miei cari verso la Lizza che è una delle aree di raccolta del Piano Comunale per tali eventi. Sicura della loro incolumità, ho raggiunto il Comando della Polizia Municipale dove ho incontrato figure strategiche come l’ingegner Ceccotti e il Comandante Manganelli”.
“Quella notte – continua Francesca Appolloni – è stata impegnativa, soprattutto sul piano umano. Abbiamo fatto molti giri nei vari quartieri, anche quelli più lontani. Ovunque sono stata colpita dagli sguardi impauriti dei miei concittadini, ovunque abbiamo visto molta organizzazione nell’aver trovato un riparo nelle auto e scaldato i propri cari, da tutti la domanda “e ora che si fa?”. Purtroppo in quei momenti non avevamo certezze assolute riguardo al rientro nelle case e i nostri sopralluoghi erano tesi a vedere se tutti avevano trovato riparo e a rassicurare con concetti di buon senso”.
Qual è stato il grado di buon senso dei senesi?
“Con quelli che ho in casa mia dovrò fare dei ripassi e dei ragionamenti. Scarpe alla rinfusa e borsoni all’ingresso dovranno sparire, magari ci verrà lasciato uno zainetto da prendere se si esce in fretta. Mia nonna lo faceva per l’eventualità che ci fosse da andare velocemente in ospedale. Verso i senesi, in un momento così particolare in cui la Terra ci dice del suo bisogno di aver maggior rispetto dall’umanità, bisogna trovare il modo di favorire percorsi di coscienza e prevenzione. Sapere bene come comportarsi in caso di gravi eventi calamitosi è fondamentale, aumentare il numero di cittadini che si interessano a questi aspetti così importanti forse porterebbe anche all’aumento di formatori e volontari e a una consapevolezza accresciuta quanto mai necessaria”.
Quando la macchina amministrativa si è messa in funzione cosa è successo?
“Ci siamo trovati davanti a una doppia emergenza, le scosse da una parte e la reazione straordinaria delle persone. Questo ha portato il Prefetto alla decisione di aprire la centrale operativa della Protezione Civile. Anche il Sindaco, me assolutamente consenziente, ha aperto la Sala operativa Comunale che si è incaricata di fare filtro alle molte chiamate per passare ai Vigili del Fuoco quelle più importanti. Quali? In pratica quelle dove veniva segnalata una fessurazione negli intonaci e nelle pareti. Successivamente, diciamo l’indomani, c’erano vari soggetti pubblici e del volontariato che hanno iniziato a scambiarsi informazioni e mettere in atto dei provvedimenti. La sera stessa invece i volontari di Protezione civile sono andati al Parcheggio della Mens Sana, dove si erano raccolti in molti, per indirizzarli e rassicurarli”.
Cosa resta di queste ore intense?
“La volontà di lavorare per educarsi. Il Piano di Protezione Civile non è strumento che appartiene alle istituzioni e alle associazioni operative che attengono a questa funzione. Il Piano appartiene e rende protagonisti innanzitutto i cittadini che devono conoscerlo bene”.