Candidati fuori-tavolo nel Centrosinistra, troppe riunioni nel Centrodestra

C’è qualcosa che proprio non torna nella politica senese; e anche la Befana ha continuato a mettere carbone nelle calze dei coordinatori dei maggiori schieramenti. Scrive La Nazione il giorno dell’Epifania che anche Riccaboni – https://www.lanazione.it/siena/cronaca/riccaboni-dice-no-al-centrosinistra-il-gioco-a-eliminazione-dei-candidati-1.8435380 – dice di no al Centrosinistra. Ha di meglio da fare l’illustre docente: è la spiegazione.

Ma chi è l’interlocutore del diniego di Riccaboni? A quanto pare non è il tavolo della coalizione, ma qualcuno che ne resta al di fuori e ha abbastanza credito e autorevolezza nel proporre candidature. Chi?

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Massimo Vita, già candidatosi per “Liberi, Solidali e Progressisti”, poi arrestatosi per disciplina in attesa delle primarie di coalizione, ha postato su Fb uno stato d‘animo che è anche una denuncia: “Oggi sulla Nazione di Siena si parla dei Leader che avrebbero opposto il gran rifiuto al centro sinistra ma, a meno di iniziative private di questo o quel dirigente del centro sinistra, non mi pare che il tavolo del centro sinistra abbia preso in esame quei profili o proposto loro una candidatura (…)”. E chiude con un’ulteriore evidenza: “… se si vota a fine aprile si è in grave ritardo. Il passo di lato di De Mossi ha messo in evidenza tutta la fragilità delle relazioni della maggioranza che ha guidato la città negli ultimi anni” (https://www.facebook.com/profile.php?id=100078688064360).

Massimo Vita di Liberi, Solidali e Progressisti Siena

Per precisione al tavolo del centrosinistra siedono gli esponenti del Partito democratico, così come lo IEP di Ernesto Campanini, nonché i rappresentanti di Sinistra Italiana, del Partito socialista italiano, di Articolo Uno Siena, di Europa Verde, di Liberi Solidali Progressisti e di Sinistra Civica Ecologista. I Cinquestelle c’erano finché non è caduto il Governo Draghi, Azione non ha mai preso in considerazione la cosa, mentre Italia Viva ancora oggi non la esclude.

Massimo Roncucci, segretario dell’Unione Comunale Pd (nella foto-copertina), che ha preso tempo in attesa di trovare un equilibrio con quella che sarà la nuova segreteria nazionale in votazione il 19 febbraio (cfr, se non verrà accolta la richiesta di più tempo avanzata dalla Schlein), ha ripreso gli incontri dopo aver fatto un augurio di San Silvestro che tra le righe cela tutte le contraddizioni del Partito: “(…) Un anno da dimenticare, anche sotto il profilo politico, soprattutto per il popolo della sinistra, che per la prima volta, dopo la lotta di liberazione, ha visto nascere un governo di destra-destra. Il 2023 che sta per arrivare sarà ancora un anno difficile o può essere davvero un anno di rinascita? Un anno in cui si inizia ad affrontare i grandi temi che abbiamo davanti, dalla fine della guerra, alla sostenibilità ambientale e sociale, al lavoro, ai diritti. E soprattutto saremo in grado di affrontare le sfide che il nuovo anno ha davanti? Ci dobbiamo provare” (https://www.facebook.com/profile.php?id=100008754341168).

Ci pare impossibile che il Partito Democratico, che ha avuto cinque anni di vittorie per riorganizzarsi, non trovi la quadra. Ci pare incredibile che un meccanismo statutario come le primarie che ha esaltato la democraticità del Partito, oggi sia visto con tanto timore. Gli alleati sodali – Vita per esempio – dicono che a questo punto stanno per andare da soli. E se questo avverrà, alla fine, al Pd non resterà che presentare un candidato proprio che sarà non per volontà ma per disciplina. Magari… lo stesso Roncucci o, per una questione di età, l’attuale capogruppo in consiglio Alessandro Masi; con quest’ultimo che non sarebbe affatto un ripiego.

Alessandro Masi, capogruppo Pd in Consiglio Comunale a Siena

Ma se il centrosinistra piange, di certo il centrodestra non ride. L’incontro tutto solluchero e sorrisi fatto prima di Natale ha delineato uno stato di fatto. Ci sono due poli e diversi satelliti che vanno dove gli pare. FdI ha un potere certificato dalle recenti elezioni politiche, culmine di crescite maturate in precedenza; questo potere viene esercitato differentemente dai suoi maggiori esponenti. A quelli che stanno a Roma, crediamo, basti l’assicurazione che non ci saranno casini e di certo non c’è più feeling con Palazzo civico dopo una riedizione in chiave locale dello scontro Berlusconi-La Russa; a quelli che stanno a Siena l’esito dell’incontro di Vigilia ha messo in mano la prerogativa di fare un nome e intendono esercitarla per aumentare il peso di FdI nelle istituzioni senesi. Insomma vorrebbero una soluzione “destra-destra” che, ancorché non certa/trovata, già rende irrequieti gli altri due partiti di maggioranza.

Luigi De Mossi, sindaco di Siena

A Fdi fa da contrappeso lo schieramento “civici” che mostra ancora lealtà verso il sindaco De Mossi. Il rassemblement di quattro anime, oggi di fatto rappresentato da un triumvirato, ha digerito male la preclusione posta dal centrodestra che due loro esponenti non partecipassero ai lavori e non ha affatto accantonato l’idea di Massimo Castagnini che i partiti del centrodestra avrebbero invece già escluso. L’alternativa di rottura che prenderebbero in esame sarebbe un De Mossi Bis, a trazione solo civica. Per il momento comunque si chiede “consistenza” e “coerenza”, anziché le chimere del “nuovo-nuovo”.

La data del 9 gennaio, domani, sembra già importante. Tanta acqua è passata sotto i ponti e l’incontro annunciato, poi cancellato e quindi riproposto sembra opportuno per far chiarezza.

La prima chiarezza, tuttavia, è che l’incontro sarà doppio. Alle 18 il sindaco incontrerà assessori e associazioni/liste civiche leali; alle 18:45, altrove, FdI, Lega e Forza Italia si ritroveranno per conto proprio. Sarà il momento in cui si giocheranno il 90% delle strategie di Emanuele Montomoli: Lega e Forza Italia sembrano pronti a mettere in gioco la scelta/designazione con la precisazione che ciò costituirebbe il passo di non ritorno con Palazzo Civico.

Massimo Castagnini

Intanto, veti incrociati hanno bruciato sul nascere ogni ipotesi di candidatura. In gran parte quelle di FdI, anche se l’impostazione quasi “lettiana” in tema di candidature del coordinatore Tucci, potrebbe celare una seconda intenzione: i nomi tolti al maggior partito valgono Castagnini. Comunque, verrà fuori un nome dall’incontro ed è cosa necessaria per non mettere a pregiudizio lo stesso futuro della coalizione; già ora quanto successo potrebbe inficiare non poco il racconto dei successi dell’amministrazione di centrodestra e farli apparire come pura vanteria.

L’altra riunione, quella delle 18:00, probabilmente redigerà un verbale/comunicato. I contenuti? Li azzardiamo. Tutto bene madama la premier, però… Un po’ di dispiacere, delusione e amarezza per il fatto che l’on. Michelotti abbia preso voti utili non scontati e non voglia fattivamente contribuire a una soluzione vittoriosa. Modalità di governo per la prossima giunta: chifachecosa e comelosifa. E un ultimatum: sette-dieci giorni per chiudere l’intesa.

Chissà se ci abbiamo indovinato e se sarà acqua o benzina. Chissà se riusciranno a riaggiustare i cocci, alla fine. E’ possibile che succeda se qualcuno (da Roma? – ma a questo punto basta Michelotti?) pone fine alle dispute.

Certo è che se non trovano la “quadra” con una candidatura che metta d’accordo tutti (partiti di centrodestra e liste civiche legate al Sindaco), magari riuscendo proprio a far ritornare in pista l’unico che li ha tenuti insieme – De Mossi appunto – forte è la possibilità che il “fronte dell’attuale maggioranza” si sfarini: i Fratelli d’Italia perseguano il proprio obbiettivo destra-destra; Forza Italia e Lega corrano insieme a Azione per Montomoli; le liste civiche legate al sindaco da sole per lui stesso o Castagnini.

Fabio Pacciani, candidato del Polo Civico Senese

Una corsa di tutti contro tutti? Un esito che porterà il centrodestra alla sconfitta sicura. A meno che non ci siano menti raffinate in grado di pensare al ballottaggio… Perché se il confronto di questi giorni portasse alla divisione allora si aprirà un’autostrada per il Polo Civico. Con un centrosinistra che, l’abbiamo detto, specularmente, fatica a scendere in campo ed entrare in partita.

Per Pacciani e il Polo Civico quindi non sembrano esserci temporali all’orizzonte. Magari un po’ di pioggia giacché, a fine gennaio, hanno fissato di aver pronte liste e candidati. E, siccome i numeri non sono un’opinione, non tutte e sei le liste riusciranno ad avere firme e candidati in misura sufficiente e non avranno – suo impegno ribadito – neanche il listino del candidato per partecipare alle elezioni amministrative. Questo schieramento si è fatto ammirare per la coesione cercata e trovata, ma in esso trionfa la dialettica e qualora la medesima venga espressa in eccesso, potrebbe risultare un problema.

(Molte immagini sono foto pubbliche di Fb)

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