Siena e il carnevale

Dal giorno dell’Epifania fino all’inizio della quaresima è tempo di carnevale, periodo in cui si ritiene buona regola far festa, per rivalersi in anticipo del periodo di penitenza che precede la Pasqua. Alcuni vorrebbero far derivare l’espressione carnevale da “carnem levare”, cioè “togliere la carne”, con chiaro riferimento all’astinenza quaresimale. In verità, l’etimologia del termine è probabilmente da ricercare nell’espressione “carrus navalis”, espressione latina di derivazione babilonese. A Babilonia, infatti, si usava festeggiare il capodanno, che cadeva all’inizio della primavera, in coincidenza dell’avvento della stagione in cui il sole tornava a dominare la terra, con un rito che consisteva nel mettere un simulacro del dio sole su di una nave con ruote (carro navale) che lo conduceva dal tempio di Borsippa a quello di Babilonia.

La festa del carnevale, sopravvissuta nei secoli attraverso il retaggio di vari riti pagani, ha finito per essere tollerata e accettata anche dalle chiese cristiane e, pur profondamente trasformata, è giunta fino a noi. Particolarmente celebri sono rimaste le feste di carnevale in diverse città italiane nei secoli dal Cinquecento al Settecento, ed in questo periodo si è sviluppata la commedia dell’arte, con tante maschere rappresentative di altrettante città.

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Anche Siena ha avuto la sua maschera “nazionale”, denominata Cassandro, che ha avuto un certo ruolo nel teatro popolare di epoca barocca. Cassandro fu per la prima volta impersonato dall’attore senese Gerolamo Salimbeni nel 1580, e voleva simboleggiare la figura del vecchio brontolone e guastafeste, che cercava di ostacolare piccanti trame amorose. Cassandro era delle maschere di “vecchi”, come Balanzone e Pantalone.

Ma Siena è protagonista anche in campo femminile. Infatti va ricordato che fu una tal domina Lucretia Senensis (Lucrezia di Siena), la prima donna attrice ad esibirsi, il 10 ottobre 1564 a Roma, in una compagnia teatrale che si proponeva di mettere in scena commedie nel periodo di carnevale.

Nei secoli della Repubblica di Siena, il carnevale era festeggiato in città, ed alcune edizioni sono rimaste famose, con la costruzione di grandi fantocci, balli e canti. Un periodo in cui Siena visse un revival carnevalesco notevole fu a fine Ottocento, quando una compagnia di giovani goliardi, denominata “Società il can del randello” vivacizzò l’ambiente cittadino.

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