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domenica, Marzo 9, 2025

Ceccuzzi, Siena prendi atto della mia innocenza

Ai Due Ponti un dibattito che forse sarebbe molto più utile se venisse deciso di farlo entro un Partito che è cambiato poco

Faccio fatica ad avere una visione completa, quindi parto da pensieri singoli. Non ho la stessa fiducia dell’on. Franco Ceccuzzi sull’amministrazione della giustizia italiana, tuttavia devo riconoscergli che ha messo volontariamente in pausa la sua vita e le sue aspirazioni per, come ricorda, 4372 giorni, guadagnandosi l’odierno rispetto e la giusta attenzione ora che la giustizia medesima lo ha assolto con la così detta formula piena.

Non ci sono sassolini, né complottismo, né difese preventive che tengano: lui ha diritto di dire la propria, perché troppi hanno detto la loro a sproposito.

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Chi non c’è passato non sa. Accettare le regole delle difese e dei tribunali vuol dire rinunciare a parlare, rispondere o argomentare per tutto il tempo che serve. E se passano 4372 giorni non si è più uguali a prima. Non è bello da vivere dentro.

Invece Ceccuzzi dichiara che a Siena vive e vuole vivere bene. Non vorrebbe mai che un domani un suo figlio fosse chiamato a giustificare i comportamenti del padre. Lui che presiede a Firenze una cooperativa con mille soci – lo intervistammo a suo tempo – afferma che quegli impegni prevalgono su altro che potrebbe fare a Siena. Ritiene conclusa la sua stagione di impegno in politica, resta iscritto al Partito democratico e darà una mano ad altri – lo sguardo va a Simone Vigni – che gli sono sempre stati vicini e vicino a loro, lui ora vuol rimanere. Ci sarà altro di pubblico il prossimo 25 marzo, ma già da quel momento la titolarità politica spetterà ad altri.

A questo punto devo ringraziare i soci del Circolo Il Risorgimento Due Ponti per la rinnovata ospitalità e aggiungere che SienaPost ieri sera ha ospitato un dibattito “storico”, coordinato dalla bella e brava Cristiana Mastacchi, tra Franco Ceccuzzi che così concludeva la sua settimana sabbatica di outing e Raffaele Ascheri, l’Eretico di Siena, nelle vesti di blogger e scrittore; nella specie in quanto autore del libro “Le Mani in Pasta” (2013, 120 pagine). Prima dell’inizio, per diversi minuti, sono state aggiunte sedie perché le previste e disposte non bastavano.

Scegliere di avere un confronto con Ascheri è aspetto che ritengo molto probante di presenza di buona fede. Il presidente della Biblioteca degli Intronati è persona che preferisce essere rigoroso all’essere simpatico. E’ tale il suo risentimento per l’informazione senese, per anni dimezzata, dal farlo ancora inorgoglire al pensiero di esser lui solo che pubblicava libri su cose che nessuno scriveva. Il suo credo è lo stesso di ieri: una miglior informazione avrebbe protetto di più i senesi. Ha accettato l’invito perché ogni briciola di storia in più è per lui un valore e d’altronde, come dice Ceccuzzi, non sembra che altri “apicali” si siano fatti avanti per raccontare.

I fatti molto succinti. Ceccuzzi, allora deputato, partecipa successivamente al 2006 a una cena sulla penisola sorrentina con una pletora di persone fra cui Giuseppe Mussari e Paolo Del Mese; e questo gli vale il concorso in bancarotta fraudolenta. L’ipotesi accusatoria è che si discusse allora di un sostegno finanziario al Pastificio Amato che il Monte concederà e che l’azienda non riuscirà a restituire. Ceccuzzi ci spiega oggi che era lì per Del Mese, presidente della commissione finanze per avviare un iter che portasse alla legge salvacontrade, in pratica quel regime fiscale diversificato che si attuò l’anno seguente e ha impedito l’interruzione di attività delle Società.

Ah, lo precisiamo, stante le assoluzioni, di qualunque nesso causale si parli, questo non è stato provato. E lo stesso vale per Mussari con cui Ceccuzzi non si è più incontrato, fatta eccezione per le udienze del processo, e del quale per qualche minuto ieri ha elencato la lunga lista di assoluzioni e proscioglimenti.

Trovo altresì convincente che mi si faccia scrivere senza troppe pressioni. E quindi aggiungo considerazioni che più mi appartengono.

La prima. Ceccuzzi si muove in un mondo cambiato. Quando ha interrotto, il Partito era tale, con la P maiuscola; tutti se ne interessavano. Davvero, come dice l’ex deputato, ci sono state persone che si sono sentite virtuose perché avevano proclamato reiette altre persone. E questo è avvenuto tra le fila stesse dell’allora maggioranza. Queste accuse infamanti, tafazziane se si vuole, si sono estese fino all’attribuirsi in modo più forte di quanto potevano fare le opposizioni le responsabilità sul crollo della banca con il conseguente effetto a caduta su tutti.

La seconda. Ceccuzzi non scopre il petto né chiede clemenza. Concede ciò che ha deciso di concedere. Se Ascheri lo strapazza sull’amicizia con Del Mese, democristianone rifatto, lui glissa. E lo stesso vale per quel periodo 2011-2012 che lui definisce il momento di discontinuità. Chiaro che Mussari e Vigni vennero rimossi dal Monte e che Viola e Profumo ne presero il posto, ma quella discontinuità cancellò molte altre cose a cominciare da quella suggestione di “Grande Siena”, sorretta da copiosa progettazione che poi non è stata più sostituita da alcunché. Se uno vuol fare luce su quegli anni non crediamo che sia giusto andare a chiarire solo cose su cui ci fu presunto dolo, ma servirebbe parlare anche di quegli errori che si sono rivelati così condizionanti.

Ceccuzzi è stato, e resta, un uomo che ha avuto grande potere e ha esercitato grandi poteri datigli dalla città. Forse l’ultimo che ha avuto così tanto. A quel culmine ci è arrivato con concetti dell’etica e della res publica che arrivavano da lontano e spesso sono affiorati nella sua vita attiva. Come amministratore, come i suoi predecessori, ha vissuto momenti di grave solitudine. Tutto ciò premesso, se scegli la trasparenza, essa non può esser limitata.

La terza. Ieri abbiamo fatto un dibattito pubblico di storia ma approcciandolo con criteri non contemporanei. Sarebbe necessaria una narrazione da poter semplificare, sarebbero necessari punti di vista da agganciare agli interessi attuali della collettività per convincere i senesi che queste assoluzioni siano più impattanti di taluni proscioglimenti per risse contradaiole. Crediamo che solo all’interno del Partito Democratico ci si possa avvantaggiare di una riflessione profonda che deve esser fatta. Le prime risposte di Salluce sono state diverse da quelle di Andrea Valenti; suggeriamo che la prima prenda l’iniziativa e dia luogo a questo dibattito, altrimenti…

Ce lo dice Ceccuzzi. Chi prende la guida di un’impresa si fa carico del pregresso. Il partito non ha avuto alcun rinnovamento, ma semmai attribuito colpe a taluni che non potevano difendersi. Così non riuscirà ad andare avanti. E la parola fine ce la potrà mettere solo il padreterno. E se permettete…

Crediamo che a questo punto abbia incrociato le dita.

Ha detto il vero? Non l’ha detto? Di certo chi oggi lo ostacola ha paura che torni potente, più che voglia di sapere come andarono le cose. Cose che sono capaci di interessare sempre meno persone.

Al quesito, la mia risposta è istintiva perché ai tempi di questi fatti vivevo altrove. Con Franco ebbi un vissuto intenso tra il ’91 e il ’92, lavoravamo insieme per l’Unione comunale, conobbi i suoi affetti ad Abbadia di Montepulciano ed anche il travaglio per una certa Laura; era ritenuto la grande speranza e aveva cento padri che pretendevano di insegnargli. Quando divenne uomo di potere, io ero divenuto un infrequentabile… Ma, quel giovane uomo che conobbi, sì, avrebbe fatto per un giusto ideale una cosa come quella che è stata fatta ieri sera.

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1 COMMENT

  1. Salve, vorrei dire al preg.mo Dott.Ceccuzzi, che la Sua presenza in questa Città evoca ricordi inerenti ad un periodo allucinante per la nostra Siena, pertanto, se Egli è stato assolto per non aver commesso il fatto, sono felicissimo per Lui!!! – però la popolazione senese necessita di guardare la quotidianeità ed al futuro, non credo assolutamente, che lo stimatissimo Dott.Ceccuzzi possa farci dimenticare un così intenso passato prossimo “legato” e di conseguenza credere di farci intraprendere pensieri pindarici rivolti ad un futuro prossimo libero e scevro da ricordi, che hanno radicalmente tradformato.questa Città dove sono nato e dove vivo!!! Però vivo, come altre migliaia di miei coetanei, un presente lontano ANNI LUCE da quella Siena ormai INESISTENTE!!
    Grazie
    Saluti cordiali
    Dott. Elvio Nenci

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