Resistere alla semplificazione, aprire spazi di pensiero: una risposta a Idee in Comune Siena
Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato su Idee in Comune Siena a firma anonima ma dal tono riconoscibile. Mi si chiama in causa direttamente per il titolo di “ragionatore d’altri tempi”, e si prende spunto dal dialogo con Paolo Benini, per tentare di squalificarlo come sinonimo di nostalgia per pratiche consociative, lottizzazioni e silenzi complici.
Vorrei chiarire una cosa, senza alzare la voce: il “ragionare d’altri tempi” – immagine non mia ma di Benini – non è un ritorno al passato, ma una sfida per il presente. È un invito a resistere alla scorciatoia delle reazioni di pancia, all’istinto del nemico permanente, al riflesso condizionato di chi semplifica perché non ha voglia di comprendere.
Mi è stato insegnato — e ho cercato di impararlo — che ascoltare non significa cedere, che cercare connessioni non vuol dire confondere tutto, e che accettare il pluralismo non equivale a negare le differenze. Il dialogo non annulla il conflitto: lo mette alla prova.
Siena non ha bisogno di ritorni — né al passato dorato, né a quello maledetto. Ha bisogno di uno spazio pubblico che torni a essere pensato, elaborato, discusso. È questa l’assenza che sento oggi: non la mancanza di schieramenti, ma la mancanza di idee che non siano slogan; non la debolezza delle opposizioni, ma la debolezza del pensiero critico.
Si ironizza sul mio invito a guardare oltre gli steccati. Bene: chiedo allora a chi oggi rivendica una purezza del “nuovo” cosa esattamente si intenda per alternativa. Perché il nuovo, da solo, non è un valore. Lo è solo se cambia le condizioni di vita, di parola e di cittadinanza delle persone.
Accolgo con serietà l’invito al dibattito, ma non accetterò caricature. Il mio sguardo non è rivolto all’indietro, ma al domani. E, se per costruire quel domani, serve la pazienza del ragionatore, anche d’altri tempi, ebbene: me ne faccio carico volentieri.
Ivano Zeppi