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giovedì, Settembre 19, 2024

Lupa, Lupa, Lupa… Dino e Benitos

Grandissimo Palio, con molti meriti a cominciare da quello di aver saputo subìre per quattro giorni

Che Palio incredibile, quanto sono giustificati gli applausi di una città, come sono saltate tutte le combinazioni possibili. Dino Pes a quarantaquattro anni vince il suo primo Palio, in una maniera incredibile. Vince Benitos, esordiente che non sembrava tale, complimenti a Colagé, già vincitore nella Lupa, per come l’ha portato. Complimenti ai lupaioli, tutti, che hanno dovuto chinare la testa per quattro giorni alle logiche del palio fatto a tavolino.

Torneremo sull’argomento, diciamo le cose essenziali. A busta aperta il risultato è Onda, Istrice, Lupa, Chiocciola, Oca, Leocorno, Selva, Valdimontone, Nicchio e Civetta. Sei uscite, due false, quaranta minuti di mossa, due coppie d’avversarie che erano accanto, l’altra una di rincorsa e una al canape in mezzo. Dopo venti minuti Bircolotti poteva darla buona, e invece ha cercato di superarsi annullando.

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Anche in quell’occasione la Lupa era partita bene. La mossa dà i seguenti problemi… In basso c’è la Lupa che non dà quartiere all’Istrice; appena la mossa sembra scaldarsi o lo stringe, o lo rinserra, o gli fa perdere posizione. L’Onda non ha colpe ma deve subire. Alla fine Velluto anche con la vincitrice di luglio se la piglia, pensando forse che volesse aprire un pertugio all’Istrice. Tittia sa di poter decidere il momento dell’entrata della rincorsa, ma finisce per affaticarsi.

In alto c’è il Nicchio che stringe da vicino il Montone, si abbassano loro, si abbassano le altre, il Leocorno perde posizione ma sempre quando la Civetta è lontana, l’Oca si innervosisce, anche la Chiocciola perde a tratti il contatto col canape.

Il mossiere non ha una visione buona sul basso canape, ma ce l’ha ottima sulla parte alta. Ne fa le spese il Nicchio cui impartisce un paio di avvertimenti e un richiamo. A parte la cavallata, violenta che provoca lo scarto di Veranu e la caduta di Scompiglio, la sua condotta sarà materia di difesa in giustizia paliesca perché il fantino dei Pispini non cambia posizione, non usa il nerbo, non usa le mani se non sul suo cavallo. Va in giù, questo sì.

Foto dell’Ufficio Stampa del Comune di Siena

Il teatrino si completa quando Ares Elce comincia a calciare, Comancio viene visionato dai veterinari del Comune; anche Veranu accenna, ma non conclude.

Nella mossa valida Tittia tenta il tutto per tutto dagli steccati, non ha tuttavia spazio sufficiente per passarci con l’Onda e interrompe l’azione… Quanto basta perché il Palio lo facciano gli altri, a cominciare da Lupa, Oca e Selva che scattano in testa; anche la Civetta si aggiunge con una progressione incredibile. A questo punto ci si accorge: 1.che la Lupa non è un bluff e là avanti c’è per merito; 2.che vanno tutti alla stessa velocità: in pratica rimonta qualcosa tra primo Casato e secondo San Martino la sola Chiocciola (ma è questione di traiettorie); 3.ed infine che qualcuno lassù, ha scritto un copione beffardo.

E’ Lupa, quando Dino Pes sente che è finita perché la Selva non lo raggiunge, la Chiocciola non ne ha più e Oca e Istrice cercano… “solo la foto”, si sbraccia, arriva gridando, più festante di chi lo tira giù da cavallo.

Probabilmente domani l’altro, Velluto chiederà le ferie al suo datore di lavoro… Ma questa è un’altra storia.

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