La Società ora guarda al traguardo: nient’altro avverrà fintanto che la salvezza non diverrà realtà
Premessa all’intervista. Stiamo per intervistare Riccardo Caliani, oggi direttore generale della Note di Siena Mens Sana Basketball, un ruolo di responsabilità che ogni mese che passa finisce per accrescere il peso organizzativo. E lo facciamo in maniera scherzosa e irrispettosa. Questo è conseguenza di un patto che facemmo anni fa al Bar dell’Orso, insospettabile luogo di sfegatati per il basket: la sintesi del nostro accordo fu di dirci cose serie senza mai chiedercele seriamente. Oggi siamo andati alla ricerca di altre affermazioni pesanti che integrino quell’intervista a OkSiena che il presidente dei tifosi Parrini ha definito il Caliani’s Speech, tanto era inclusiva e programmatica.
Avevamo pronta una domanda per te rispondici quando senti di avere lo spirito giusto… Verso Natale, in un momento di cazzeggio ti diciamo che a noi servirebbe qualcuno come Nikola Jokic, tu accetti il gioco e ci rispondi che la Mens Sana non se lo può permettere perché mangia troppo. Poi ci porti Jokic (Balsa) e subito dopo Nikola (Ivanaj). Cosa dobbiamo capire? Che ci hai ripensato e l’uno più l’altro valgono il serbo di Denver?
“Esatto. Non potendoci permettere di prenderlo tutto insieme abbiamo deciso di dividere i nomi dai cognomi e poi fare la FU-SIO-NE come in DragonBall. Siamo in attesa di vedere che Cyborg verrà fuori…”
Buona questa… spiegaci un po la scelta di Ivanaj… che forse era l’unico nome non circolato nei giorni precedenti tra i siti di basket cittadini e non… Lo avevate tenuto ben nascosto, perché?
“E’ stata una trattativa lampo. Tutto è nato da una telefonata di un amico ed ex giocatore della Mens Sana, Carlo Chesi, che mi riportava una voce last minute proveniente dalla Calabria. L’ho approfondita subito con l’agente del ragazzo, con il quale già stavamo parlando di altro e in effetti, a sorpresa, si era aperta questa possibilità. Nikola fino a quel momento non era sul mercato, ma appena ce lo hanno proposto, nel giro di poche ore abbiamo chiuso l’operazione. Eravamo intenzionati ad aggiungere un giocatore che prendesse il posto di Matteo Neri, e con Ivanaj abbiamo trovato un due/tre con le caratteristiche che stavamo cercando. Con il mercato in chiusura al 28 febbraio abbiamo ritenuto di dover aggiungere qualcosa, non perché non ci fidassimo dei nostri ragazzi, ma perché ci giochiamo moltissimo in questa fase e purtroppo gli imprevisti possono sempre esserci. Abbiamo qualche piccolo acciacco da gestire ed un calendario che non concede pause, per questo motivo un roster un po’ più lungo ci può aiutare. La squadra dovrà essere brava ad aiutare Nikola ad inserirsi e viaggiare tutti uniti verso il nostro obiettivo stagionale”.

Come direttore generale crediamo tu possa metter bocca ovunque, ma tu ti astieni. Probabilmente per rispetto di coach Betti e dei suoi assistant, probabilmente perché attendi che te lo chiedano o avete briefing stabiliti? Come funziona alla Mens Sana il rapporto fra staff tecnico e apicali?
“Ci sentiamo o vediamo praticamente ogni giorno sia con Paolo che con gli altri, ci confrontiamo su tutto, ma poi è giusto che ognuno si occupi di quello che gli compete. A me piace ascoltare il punto di vista di tutti e infatti coinvolgo spesso anche altri oltre allo staff tecnico, come Arcangelo Galasso e Niccolò Franceschini, perché penso che la condivisione di punti di vista sia utile in tutto. Nessuno di noi ha la VERITA’ assoluta, ma attraverso ragionamenti condivisi proviamo a trarre le conclusioni più giuste. Anche il Presidente Frati e il Vice Ridolfi sono spesso coinvolti nelle nostre elucubrazioni, anche se tento di coinvolgerli solo per le cose più importanti”.
Il mercato di riparazione ti ha portato tuttavia più vicino alle questioni tecniche. Lo avete fatto pensando alla Mens Sana 2025-2026. Che squadra sarà?
“Per il momento dobbiamo pensare solo al presente, visto che ancora non abbiamo centrato il nostro obiettivo stagionale. Fossimo arrivati nelle prime sei della prima fase magari avremmo potuto già rivolgere la nostra attenzione al futuro, facendo anche qualche piccolo esperimento, ma in questo momento niente ci deve distogliere dal nostro obiettivo”.

Supponiamo che nel momento attuale tu ti senta come il babbo di una ragazzina che esce di sera da sola la prima volta… Cosa può fare chi ha il tuo ruolo per aiutare la Note di Siena a passare questo momento nel quale non crede in se stessa?
“Non credo che sia un problema di non credere in se stessi, credo più che altro che in alcune situazioni di partita perdiamo un po’ di lucidità e quindi di fiducia. Cosa che si deve correggere attraverso il lavoro settimanale, stando vicini ai ragazzi e chiedendo loro di essere uniti più che mai. D’altronde queste sono cose che si acquisiscono anche con un po’ di esperienza e noi non siamo certo una squadra esperta a questo livello. Crescere significa alzare sempre un po’ di più l’asticella e lo si fa anche passando attraverso errori e delusioni, sacrifici e rinunce. Proprio come accade ai ragazzini ed alle ragazzine che si trovano a vivere esperienze nuove uscendo per la prima volta la sera. Oggi è il momento di dimostrare coesione e spirito di servizio verso la causa comune. Mi aspetto che i ragazzi lo capiscano e si applichino in questo”.
Cercando in internet ci sono saltati agli occhi i ringraziamenti dell’Olimpia Legnaia alla dirigenza Mens Sana per la cura avuta di Andrea Consigli e Diego Montano. In pratica questi due ragazzi l’avete aggregati e gli avete fatto vivere l’esperienza Eybl. E’ stato un caso o la Mens Sana un pochino è già tornata ad essere il faro e passerella del movimento cestistico toscano?
“Stiamo provando a crescere anche dal quel punto di vista e la EYBL è una manifestazione che ci da lustro e che ci consente di portare in giro per l’Europa un nome che in molti paesi europei continua a suonare molto familiare. Siamo felici che alcune società abbiano mandato i loro ragazzi a giocare con la nostra maglia, non solo l’Olimpia Legnaia ma anche Valdelsa Basket era rappresentata a Roseto con gli Under 14 da due loro ragazzi”.
Abbiamo sentito il presidente Frati prima e poi il vicepresidente della commissione sport del Comune Marzucchi, che è anche il diesse della Polisportiva. Chiedevano ragguagli sul come riportare il minibasket biancoverde ad essere vero vivaio delle nostre giovanili. Le risposte sono state improntate alla massima collaborazione reciproca, ma in confidenza ti dirò che ho capito il giusto. Ti va di aggiungere un paio di parole chiare?
“Il Minibasket deve tornare ad essere serbatoio di giovani cestisti che poi entrano a far parte del settore giovanile e nel caso, della prima squadra. La gestione, fin dai tempi d’oro, è sempre stata esclusivamente della Polisportiva attraverso la sezione diretta da Sergio Battestin. Stiamo studiando, insieme a loro, un piano strategico ed attuativo per proporre percorsi qualitativi di alto livello a chi sceglierà di venire da noi”.

Dire che oggi la Mens Sana è un bene che appartiene a tutti è cosa troppo comunista? O è sgarbo a Claudio Ridolfi che la sua parte (15%) l’ha pagata davvero o nei confronti della Polisportiva che ha più dell’80 per cento e ad oggi potrebbe decidere di fare quel che vuole della Mens Sana Basketball?
“La Mens Sana Basket, così come il Siena Calcio, è sempre stata patrimonio (indiretto) della città di Siena ed è normale che oggi che siamo tornati ad essere ad un livello basso ma accettabile, la città è tornata a riconoscersi in noi molto di più di quanto avveniva qualche anno fa. E sono certo che qualora fossimo capaci di salire ancora almeno un gradino, questo sentimento tornerebbe ad essere quello che persisteva dai primi anni settanta fino almeno al 2018. Ed il fatto di tornare a giocare fuori dal Granducato della Toscana ci aiuta in questo. Ti racconto un aneddoto: la nostra partita a Torino è coincisa con le Final Eight di Coppa Italia. Nei giornali del torinese era circolata la notizia che noi avremmo giocato a Torino il giorno delle semifinali. Mi hanno chiamato in diversi addetti ai lavori, amici giornalisti e dirigenti di società, per chiedermi a che ora giocavamo ed uno di loro, di cui non faccio il nome, parlando con un collega mentre era al telefono con me gli disse… Stasera, quasi quasi vado a vedere Siena (non la Mens Sana, ma Siena ha detto)…Poi non è venuto, ed a conti fatti, visto com’è andata la partita, ha anche fatto bene. Però nel basket la Mens Sana, fuori da Siena, è Siena. Dobbiamo tornare ad essere una realtà di riferimento a livello nazionale”.
Questa situazione dal punto di vista dell’azzardo sportivo e imprenditoriale supponiamo che permetta di spendere quanto ti concede una carta electron o una prepagata. Spieghiamoci, se ti capita Nicola Jokic a 30 mila euro non è detto che tu ce la faccia, no?
“Non so se meriterebbe un piccolo extrabudget… E poi, conoscendo la sua passione per i cavalli, sarebbe più facile per quella cifra vederlo correre in piazza che sul parquet…”
Se e quando ci salviamo la facciamo una festa? O te sei già avanti e ci sarà molto di più?
“Non ci ho assolutamente pensato. Prima centriamo il nostro obiettivo, poi vedremo. Parlare del “di più” comunque mi piace”.
(le foto di questa intervista sono della Comunicazione Mens Sana Basketball)