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giovedì, Novembre 21, 2024

Mens Sana, che ti succede in quei cinque minuti?

Ancora fatale la conclusione di gara. Ansia insieme ad altre cose che sono da comprendere

Con questi di ieri, si incrementano i punti che la Mens Sana potrebbe rimpiangere nel prosieguo. Complimenti ai virtussini, chiaramente. Soprattutto agli esterni rossoblù per la precisione e la vitalità, ma qui ci fermiamo. Quel che segue a commento della gara Stosa Virtus – Note di Siena Mens Sana per l’ottava di campionato è tra il fideistico, l’ovvio e il tecnicamente disinformato. Ma prima qualche considerazione non per forza in lista di priorità.

Il popolo biancoverde. Ce ne era una parte importante ieri sera in via Banchi. Premesso che c’era una forte componente ultras, tutto è avvenuto nel più o meno sostanziale rispetto della legalità. Per noi non è fatto di colore, ma solo spreco di risorse in un comparto dove i milioni di euro non ci abitano e dove a volte nasce qualche problema per le centinaia di euro. Ormai il fatto è fatto, consigliamo alla dirigenza Virtus per disattivare sicure reprimende un po’ di quella che Pier Paolo Pasolini chiamava paraculaggine. Magari si potrebbe dire che ripensandoci è stato fatto un errore e che il rispetto per la passione sportiva è comunque massimo.

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L’elemento derby. Quella visceralità che di solito contengono le stracittadine non ci sembra sia emersa. Soprattutto sulla sponda Mens Sana. Che ha giocato in una situazione pittoresca perché il frastuono esterno talvolta superava quello interno. Ma a parte quello non ricordiamo un episodio di particolare animosità. Onore al pubblico “di casa” che senz’altro si è impegnato.

Le percentuali al tiro non le abbiamo, ma pensiamo che non siano da incorniciare per la Mens Sana. Si comincia con il duo Prosek-Sabia che è devastante per la difesa rossoblù, ma questa superiorità è bilanciata dalla precisione degli esterni virtussini in una gara che la Mens Sana mai fa sentire di poter far propria.

Sul 65-65 quand’è fischiato il quinto fallo di Sabia ci sono ancora 4’34” da giocare, cioè ancora una volta quei cinque minuti finali così strampalati con Lucca. Da lì, all’uscita per cinque falli di Dal Maso (77-68 a 42” al termine) la Mens Sana prende un’imbarcata da 12-3 in neanche quattro minuti. E proprio nei finali di gara dove di solito i biancoverdi marcano la superiorità del maggior lignaggio.

In quei quattro minuti, una Virtus che ha ancora moltissimo da lavorare, è più ordinata ed è più squadra di una Mens Sana che perde la fiducia per lottare.

Grazie Daniele Marrucci per aver voluto esserci. Sappiamo che quattro giorni di influenza non sono il miglior viatico per preparare gli incontri e che gli antipiretici non sono il massimo per correre e saltare. Grazie anche ad Andrea Belli per non essersi fatto intimidire; il suo inizio gara è fotocopia di quello con Lucca, 0/5 mentre la squadra chiede i suoi punti. L’aver insistito alla fine lo ha portato a un bel gruzzolo, ma con percentuali che comunque non vanno bene. Grazie Giangi Prosek per il tuo contributo che non è solo di punti, ma soprattutto di voglia di lottare. Forza Jacopo Ragusa, servono tanto lavoro e meno chiacchiere con gli arbitri, appartenere a questa squadra è cosa che va guadagnata giorno per giorno.

La cosa che non capisco è questa storia dei cinque minuti finali e della squadra che si disunisce. Coach Betti non può aver detto ai giocatori di fare le cose che si sono viste con Lucca e con la Virtus… E allora? Cos’è?

La costruzione del gioco sembra avere dei problemi, senz’altro più di quanti ne abbiano creato gli infortuni di Pannini a inizio stagione. Belli porta palla di meno e Marrucci e Tognazzi sono le diverse alternative, più c’è Tilli. Sarà un’impressione ma sembra quasi che l’azione offensiva invece di allargarsi a cercare finalizzatori anche da fuori, si chiude sempre verso l’area, coinvolgendo il lato debole solo se riesce l’assist.

In questo pensiero di certo male espresso c’è quello che chiamo apporto fideistico. La Mens Sana si è presentata da inizio stagione con un roster duttile, malleabile, consono alla preferenze di Betti. Oggi sta tentando di riorganizzarsi in un modo che per ora non gli riesce. Che ci toglie i punti di Tognazzi, senza darci qualcosa in cambio. E soprattutto c’è un decadimento al tiro importante che ci rende prede con le squadre che hanno buone batterie di tiratori.

Ma se crediamo nella professionalità dello staff tecnico, nell’impegno di tecnici e giocatori e non sfrugugliamo su simpatie di spogliatoio che devono diventare amicizie ne risulteremo premiati. Per l’ansia? Boh, qualche nocchino a noi stessi per aver fatto capire troppo presto alla squadra che ogni vittoria è questione di vita o di morte.

La giornata dice che ora Empoli ha raddoppiato il suo vantaggio in testa. Il sostanziale equilibrio è confermato dal fatto che ci sono nove squadre in quattro punti. Fra le sei in testa ce ne sono tre che non erano previste dai pronostici. Recriminano un po’ Quarrata che si è vista sfuggire Lucca nel finale e soprattutto il Costone che è stato rimontato da San Miniato.

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