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sabato, Luglio 12, 2025

Mens Sana, più “prof” tesserati va in direzione della crescita

Il direttore generale Riccardo Caliani se ne andrà in vacanze con il telefono rovente

Nel mentre che la Mens Sana ufficializza i suoi primi movimenti come l’uscita di Vittorio Tognazzi e Nikola Ivanay e il tesseramento di Marco Perin, parliamo con Riccardo Caliani, direttore generale della Società biancoverde sul momento attuale.

Quand’è che un direttore generale prende le ferie nel basket? D’altra parte se quando vai al mare, mettiamo a Cecina, ti metti a scritturare gli allenatori, quand’è che ti riposi?

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“Paradossalmente questo è il periodo più intenso dell’anno. Dopo che cade l’ultima palla della stagione precedente inizia tutto il lavoro di analisi e costruzione della squadra; con l’obbligo di doversi anche barcamenare tra situazioni non sempre chiare e delineate da subito, soprattutto per quanto riguarda budget ed obiettivi. Se poi la prima cosa da fare è il coach, allora il lavoro si complica ulteriormente. In ogni caso tra qualche settimana mi prenderò un po’ di vacanza, anche se il telefono sarà sempre acceso”.

Facci capire se la questione è compresa. Per ciò che riguarda superficie da gioco, azionisti in entrata, relazioni con la Polisportiva, plausi e ringraziamenti dobbiamo rivolgerci al Presidente. Per ciò che riguarda la filosofia e le componenti della nuova Mens Sana si può parlare con te. Giusto?

“Lavoriamo da sempre in totale sinergia con il Presidente Frati, che a mia volta ringrazio per la sua operatività. E lo facciamo su tutte le questioni, anche se come è normale che sia, le questioni più “politiche” spettano di più al Presidente, mentre quelle più tecniche e gestionali sono maggiormente in capo al sottoscritto. Ma non c’è scelta, né in un senso né nell’altro, che non sia condivisa da entrambi ed estenderei anche agli altri dirigenti della società”.

Ok, solo un accenno al Dodecaedro. La preparazione sarà iniziata al Giannelli se non riavrete il PalaSclavo in tempo. Ed al momento il Presidente ha detto che non avete sicurezze quando invece dovete andare a cercarvele avendo la responsabilità fra poche settimane di allestire le squadre. Di qui i molti ringraziamenti per la Polisportiva sempre pronta a correre in aiuto… Vado bene?

“La Polisportiva è la nostra Casa Madre ed il rapporto è sempre stato ottimo. A tal proposito approfitto per fare i migliori auguri al nuovo Presidente Filippo Mascia e per ringraziare il Presidente uscente – che comunque resterà come Vice – Antonio Saccone, persona alla quale mi lega un rapporto di grande amicizia e stima. Ciò premesso, siamo in contatto diretto con il Comune di Siena per capire realmente quali saranno i tempi di riconsegna del PalaEstra. Ci attrezzeremo per provare a mettere quanto di meglio a disposizione dello staff per l’inizio della preparazione”.

Coach Federico ci ha fatto una buona impressione, noi l’abbiamo fatta buona a lui o il suo sorriso disteso lo dobbiamo all’esperienza e alla sua capacità di stare al mondo?

“Questo non lo so. L’impressione è che sia stata una piacevole occasione di conoscenza per tutti”.

Abbiamo capito che avrà mano libera nel circondarsi di tecnici, tuttavia Binella e Tozzi ce li trova. Che staff gli metterete attorno?

“Federico sta facendo delle chiacchierate con diversi nostri collaboratori e qualche esterno. L’idea è quella di creare uno staff ampio con ruoli precisi e condivisione di un obiettivo: crescere tutti insieme. Non abbiamo fretta di definire, ma cercheremo di fare scelte condivise con il coach”.

Come si faranno coesistere professionisti e dilettanti nella futura squadra. Sei assolutamente sicuro che maggior lavoro comporta maggiori risultati?

“Credo che l’idea di creare una struttura ed una squadra con più professionisti vada nella direzione della crescita, ma non dobbiamo avere fretta. Ai non professionisti chiederemo di fare qualche sacrificio in più per compensare la minor mole di lavoro. Sono certo che lo faranno perché lo stimolo è chiaro per tutti. Il paradigma più lavoro più qualità non è sempre vero e ci mancherebbe, perché poi subentrano tanti altri fattori, in primis la qualità. Ma il ragionamento è simile a quello degli studenti… più studi e (almeno in teoria) più prendi voti alti”.

Sistemati i vecchi, ci immaginiamo più o meno come andrà sui confermati… A proposito Jokic è sempre in gioco o è volato via?

“Jokic è sempre in gioco. Come normale ha anche altre offerte e probabilmente migliori della nostra. Proveremo a convincerlo”.

Qualche commento su Ivanaj che si è accasato in una serie inferiore alla Fides Varese? Te lo aspettavi?

“Sinceramente no, non me lo aspettavo. Giocatore di valore, ma con il quale forse non è scoccata la scintilla giusta. Avevamo un’opzione per trattenerlo ma abbiamo preferito fare altre scelte”.

Insomma, concludendo il ragionamento, questa estate avete dovuto fare delle scelte, forse anche dolorose. Quali sono i criteri di valutazione su chi tenere e chi no in questi casi?

“I criteri sono diversi. In primis l’aspetto tecnico, che non vuol solo dire giudicare se uno è bravo o meno bravo, ma anche quali sono le sue caratteristiche in funzione di quello che serve alla squadra e di come vuole giocare l’allenatore. Poi ci sono valutazioni di tipo gestionale e di equilibri di squadra. La forza delle grandi squadre secondo me sta nella capacità di creare il giusto mix tra giocatori che siano complementari per valori tecnici e di gerarchie. Fare delle scelte è forse la parte più difficile del nostro compito, ma ritengo che sia giusto farle seguendo una logica condivisa con lo staff tecnico”.

Giusto per capire, come si è sviluppata la formazione cestistica in Italia? I campioni di un domani che possono giocare in B interregionale sono solo in Lombardia o si può guardare anche a vivai di centro e Sud Italia?

“Fare settore giovanile serio implica investimenti importanti, cosa che non sempre è facilmente conciliabile per le società di fascia media. Chiaramente la geografia del basket italiano oggi è molto nordcentrica, sia per quanto riguarda la serie A che per quanto riguarda i settori giovanili top come Milano, Trento, Cantù, Bassano, Reggio Emilia o Tortona. Credo però che alcune realtà si stiano muovendo per tornare ad essere più competitive e tra queste ci siamo anche noi, anche grazie all’accordo che abbiamo fatto con la Virtus. Ma chiaramente i risultati si inizieranno a vedere più avanti”.

Ma sempre per curiosità… quel tipo di campioncini farebbero al caso nostro oppure sarebbero così gravati da doppi impegni da essere non integrabili?

“L’accordo con la Virtus per l’Under 19 condivisa prevede che coloro che sono coinvolti a tempo pieno con le rispettive prime squadre facciano comunque attività settimanale anche con gli Under 19. Lì poi starà alla gestione diretta degli staff capire se e quando prediligere l’uno o l’altro impegno”.

Noi ipotizziamo che guarderai fuori dai confini. Ci incuriosisce l’Albania: ieri valeva zero nel basket e ora invece… si rivelano “plavi” anche loro…

“Non siamo ancora così “avanti” da avere la possibilità di avere uno scouting internazionale così importante. Siamo però attenti a capire se possono esserci occasioni interessanti da cogliere anche all’estero pur sapendo che è sempre più complesso arrivare primi”.

Quando avremo il roster completo?

“Siamo già abbastanza avanti. Non abbiamo fretta di chiudere subito. Stiamo parlando con il coach per individuare i profili giusti in base al tipo di basket che vuole giocare”.

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