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martedì, Giugno 17, 2025

Mens Sana, quando nessuna nuova non è per forza bello

Stanno per compiersi due mesi di latenza nell’annunciare come sarà programmata la nuova stagione dei biancoverdi e salgono i timori che il progetto possa venir stravolto

Per chi vive di emozioni biancoverdi l’attesa sta iniziando a farsi snervante. Non è tanto perché sia suonato un allarme e il ritardo nel determinare figure e programmi per la prossima stagione si sia fatto irrimediabile, ma perché, con la stagione terminata il 27 di aprile scorso, la prossima settimana saranno due mesi esatti nei quali la Mens Sana Basketball è rimasta silente. Non c’eravamo abituati.

Ha sempre taciuto su ogni fronte, tranne qualche rapida apparizione in occasione dello sponsor day e della presentazione dell’accordo con la Virtus per il settore giovanile.

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Appuntamenti nei quali, peraltro, poco o niente è stato specificato circa il futuro prossimo della società. Che dire? Ce la immaginavamo diversa la gestione di questa Società che finora – pur riconoscendo i grandissimi meriti dei soci Unico e Mens Sana 1871 – stava prendendo forma come l’avremmo voluta, cioè un progetto di trasparenza, responsabilità e condivisione, aperto alla città.

Evidentemente c’è qualcosa che bolle in pentola e ci sono cautele da tenere in considerazione. I primi a sbirciarci dentro a quella pentola, almeno in maniera sommaria, siamo stati proprio noi del SienaPost qualche settimana fa, quando abbiamo raccontato di spifferi provenienti dalle mura del PalaEstra che parlavano di possibili investitori a stelle e strisce interessati al progetto Mens Sana Basketball. Ebbene, da quel nostro articolo, probabilmente qualcosa nero su bianco è stato scambiato, ma nessuna reazione ufficiale e neppure altra novità c’è stata.

La nostra sensazione è che questa fase di stallo perdurante sia proprio dettata da uno stato di incertezza su che tipo di stagione attenderà la Note di Siena Mens Sana Basketball. Ad essa in questi giorni sono stati accostati tanti nomi di allenatori, alcuni dei quali anche smentiti ufficialmente da chi quegli allenatori ha attualmente sotto contratto. Tante voci che si rincorrono e che forse si affievoliranno solo quando a tenere banco saranno cavalli e monte.

Nel frattempo continuiamo ad attendere fiduciosi che arrivino notizie certe di sviluppi positivi dal PalaSclavo. Quello che si sente dire è che la Mens Sana ad ora stia trattando allenatori potenzialmente di categoria superiore, e tali da poter rappresentare già di per sé garanzia di progettualità di alto livello da “vendere” ai nuovi potenziali investitori.

L’altrettanto latente sensazione è che la Mens Sana purtroppo si porta anche dietro le chiacchere diffamanti per quanto accaduto alle precedenti gestioni e quindi non basti oggi il suo nome a dare garanzie a terzi. Almeno finché non si renderà pubblica ed ufficiale questa situazione in evoluzione ed i nomi di chi intende impegnarsi per essa non saranno noti, in pochi si sentiranno sicuri, oltre che del posto in panchina, anche di quello in squadra.

E quest’ultima cosa non è simpatica. Affatto, perché finisce per coinvolgere coloro ai quali abbiamo tributato onori e ringraziamenti per come sono stati sul campo e hanno vestito i colori societari.

Ci sembra infatti abbastanza chiaro che un’eventuale upgrade significativo di budget e ambizioni dovrebbe necessariamente passare da un altrettanto notevole stravolgimento del roster. E siamo certi che chi vive di Fede mensanina, nella prossima Serie B Interregionale, non vorrà vedersi privato della mensanità nel dna di capitan Edo Pannini o di quella acquisita di Giangi Prosek, o ancora di quella di altri che in questi anni hanno fatto le fortune della formazione biancoverde.

Certo, una crescita verso cime eccelse come si vorrebbe quella della Mens Sana comporta che in un ciclo di assestamento ci siano atleti che hanno dato moltissimo e che, da una stagione all’altra, accettino di scavalcare le sponde per accomodarsi in tribuna. Per fare un esempio ci vengono in mente Benincasa e Iozzi, ma sono molti altri che hanno dimostrato in tempi lontani o più recenti che la frequenza non lede l’appartenenza.

Ma non siamo pronti ad accettare oggi, il 17 giugno, a due mesi dal nuovo raduno, che ad esso non prenderanno parte i più meritevoli. Se così fosse, si tratterebbe di snaturare un progetto che dalla sua ripartenza si è sempre basato sul passo lungo quanto la gamba. Del poco alla volta.

Chiaramente se arrivassero capitali rilevanti questo “poco alla volta” potrebbe anche aumentare, ma forse non avere fretta potrebbe essere un consiglio da distribuire a tutti, senza timore di incorrere in consigli sbagliati.

Crescere deve essere un obiettivo. Ma l’Obiettivo, con la O maiuscola deve restare quello di crescere in maniera sostenibile, allargandosi alla città. Ciò che l’attuale management ha sempre promesso. Mettendoci la faccia. E se ora dovesse esser cambiata la strategia, chi ce la metterà la faccia?

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