Le assoluzioni degli ex vertici aprono nuove riflessioni su Siena e la verità della vicenda. Oltre la semplificazione del colpevole facile
Le vicende di Monte dei Paschi di Siena (MPS) non sono ancora un capitolo chiuso. Non sono ancora storia. Sono una pagina ancora aperta. Chi pensava che la giustizia si sarebbe incaricata di mettere la parola definitiva deve ricredersi.
I processi nelle aule di tribunale sono giunti a una conclusione con le assoluzioni di Antonio Vigni e Giuseppe Mussari, ma lasciano aperto il tema delle loro legittime tutele e risarcimenti.
Il paradosso che emerge è che la vicenda legale, lungi dal risolvere, lascia un’eredità di incertezze. La verità è che molti a Siena speravano che la giustizia avrebbe portato a condanne esemplari, ma la realtà si è rivelata ben diversa.
Le assoluzioni degli ex vertici della banca, piuttosto che alimentare un senso di ingiustizia, potrebbero rappresentare un’opportunità per rivedere la vicenda con occhi meno semplificati?
Siena, infatti, avrebbe motivo di essere soddisfatta delle assoluzioni, poiché queste restituiscono una verità che va oltre l’immagine di “colpevoli” facili da identificare.
Ora la città dovrebbe darsi la possibilità di riflettere in modo più critico, superando una visione semplificata e dicotomica, per guardare alla complessità di quanto accaduto.