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venerdì, Maggio 30, 2025

Per superare lo choc del Monte va detta la verità anche se può far male

Suggestioni di Claudio Marignani di Sena Civitas sui dibattiti aperti da Maurizio Cenni e Ivano Zeppi

Sentimmo l’ultima volta Claudio Marignani nel dicembre scorso per un bilancio d’anno della rigogliosa attività politica di Sena Civitas, la lista-circolo che rappresenta una bella soluzione per civici e moderati di Siena che cercano un approccio alla politica libero e partecipativo… Grazie anche, non lo dimentichiamo, all’interazione suscitata dalla costanza dell’omonimo giornalino che quasi ogni mese viene distribuito a oltre settemila utenze senesi.

Claudio, grazie per esserti reso disponibile. Sei ancora impegnato a tempo pieno con Sena Civitas, ma ci sembra che dentro la maggioranza ci siano visioni diverse. Il vostro interesse per la tutela sociale sembra scontrarsi un po’ con quella visione di Siena da bere e divertire che piace a molti esercenti. C’è un punto d’incontro?

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“Noi restiamo impegnati, ogni giorno, con lo stesso spirito civico con cui abbiamo iniziato. Non riscontro limiti e non esistono sensibilità diverse. Noi crediamo che una città possa essere attrattiva e viva ma contestualmente che tutto debba passare dal rispetto per i residenti, dalla sicurezza urbana e dalla qualità della vita. Su questo c’è totale condivisione. Promuoviamo un modello di socialità sostenibile, che valorizzi il centro storico senza trasformarlo in un’area di solo “consumo”. La parola chiave, da parte di tutti, deve essere “responsabilità”. Servono regole chiare, una condivisione degli obiettivi e il coraggio di dire dei no quando il prezzo da pagare è la dignità della città”.

Scusa, le domande sono come le ciliegine, si pensa la prima e ne vengono altre. Il vero motivo per cui ti abbiamo contattato è il Monte dei Paschi. Tu lo hai vissuto sia come dipendente che come politico. Partiamo dalla questione del patrimonio artistico e immobiliare della banca. Maurizio Cenni ha detto che questa dovrebbe essere la vera preoccupazione dei senesi, prima che opere del Vecchietta, Sano di Pietro e altri finiscano in sedi lontane. È così? Tra l’altro Sena Civitas si era mossa prima sulla questione o mi sbaglio?

“Sì. Per quanto riguarda la collezione artistica del MPS, Sena Civitas ha lanciato l’allarme già prima del 2017, quando veramente pochi ne parlavano pubblicamente. Lo facemmo con forza, chiedendo l’apposizione di un vincolo di collezione. Scrivemmo al Ministro e sensibilizzammo, evidenziando che l’imposizione della vendita prevista nel piano industriale concordato con “l’Europa” era un reato culturale e una svendita economica. Vado a memoria ma mi sembra si parlasse di circa 300 mln di euro per un patrimonio di circa 10.000 pezzi, di cui solo pochissimi inventariati, anche se di valore a 360 gradi. Molto di quanto già ottenuto, con il vincolo rispetto agli acquisti di opere in vigenza di MPS Istituto di Credito di Diritto Pubblico e l’inizio di una verifica per lnventariamento esteso, è dovuto all’intuizione e all’impegno della dottoressa Felicia Rotundo, che parlava tramite Sena Civitas. Va ricordato e sottolineato. Lo dicemmo allora e lo ribadiamo oggi: quella collezione è parte dell’identità culturale di Siena. Sulla sezione Immobiliare cosa aggiungere… Per risanare sono stati ceduti gioielli e gran parte di un patrimonio iniziale di alcuni miliardi di euro”.

Credi anche tu che le ricadute territoriali del risiko bancario, con Mps e Mediobanca, siano in realtà molto limitate?

“Sino a pochissimi anni fa, MPS era una Banca che doveva essere assorbita e sembrava che non avesse più valore. Che la DG restasse a Siena sembrava un miraggio. L’OPA su Mediobanca/Generali ha rovesciato la situazione: Siena compra e non è comprata. MPS fa utili. Poi oggi le funzioni possono essere in ogni luogo perché è cambiata la società e il modo di operare. Basta una videochiamata e sei presente ovunque. I centri decisionali potrebbero allontanarsi fisicamente? A mio avviso la posta in gioco è molto più alta. A livello locale riguarda la presenza effettiva della banca nella vita economica, culturale e sociale della città. Riguarda anche l’utilizzo degli immobili storici e la destinazione della collezione artistica”.

Anche se il sindaco si è espresso con interesse sulla tutela del patrimonio, non ti senti rassicurato?

“Credo che il Sindaco, indiscutibilmente legato a Siena, abbia assunto la posizione necessaria, senza possibili fraintendimenti. Credo anche che un Governo che ha dimostrato tramite nomine altamente qualificate, capaci di recuperare una situazione data per persa, sarà coerente nella difesa dell’interesse nazionale come ha dimostrato e sta dimostrando nei fatti di essere”.

Ivano Zeppi ha parlato di “ferita aperta di Siena” a proposito di Mps. Tu che non vieni dal Pd o dalle sue aree storiche, pensi che la colpa sia tutta della sinistra ex comunista?

“Credo che, in generale, semplificare sia sempre un errore. Ma su MPS è evidente che per molti anni la classe dirigente senese è stata espressione di un’area politica ben precisa, e le scelte sbagliate siano maturate lì. Duccio, a Siena esisteva un sistema di potere. Centinaia di posti nei cda di Banche, Esattorie, Assicurazioni, Società dislocate non solo in Europa. Un giro di promozioni, incarichi, assunzioni, finanziamenti utilizzato politicamente anche come ammortizzatore sociale. Il contenzioso al MPS era, dai numeri, fuori controllo e dopo l’acquisto di Antonveneta – condiviso da Bankit e Consob – la cosa è divenuta evidente. Alle opposizioni venivano garantite briciole. Se un cda è di 10 membri, avere uno o due consiglieri è ininfluente ai fini decisionali, in particolare se la scelta dei nominativi per ruoli comunque di visibilità, doveva ottenere l’ok della sinistra. Volendo rendere chiarezza, le responsabilità sono però più ampie. Si è passati dalla politica che governava l’economia, alla politica governata da chi veniva nominato a governare l’economia. Poi c’è chi ha taciuto, chi ha tratto vantaggio… Non ho comunque in mente processi sommari ma per voltare pagina , non devo essere io a dire queste cose. Per chiudere un periodo, da parte di chi ha avuto ruoli passati, va detta la verità anche se può fare male”.

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