Si, un titolo alla Wertmuller ci potrebbe stare.
Partiamo con ordine: Chiti, Italia viva, pubblica sul Corriere una presa di posizione sul centro storico della città, sul degrado e sul tema in particolare del traffico specificatamente della consegna merci.
Gli fa eco Siena Sostenibile. Con un sospiro di sollievo: bene non siamo più soli. Finalmente.
E tra Italia viva e Siena sostenibile nasce un dialogo, certo a distanza, ma è comunque un punto di contatto.
Quanto basta per dire ciò che abbiamo scritto nel titolo? Un po’ esagerato? Forse sarebbe stato più vero se qualche dirigente del Pd – il Commissario o qualcuno del suo coordinamento – avesse preso carta e penna e si fosse inserito nel dibattito. E magari da forza politica più grande avesse proposto un tavolo per tornare a ragionare insieme sul centro storico.
Questo non è successo… ma non è detto che non succeda. I tempi di risposta del Pd sono elefantiaci, ma non perché deve ruminare le questioni, ma perché non ha giocatori capaci di prendere al volo le occasioni. Qualcosa si è comunque mossa. Nella sua pagina facebook Paolo Mazzini (foto), già assessore, del Pd, ha scritto che il tema “meriterebbe un confronto serio e onesto, e soprattutto lo studio della situazione aggiornata – perché proposte ne sono state fatte, via via, ma bisogna capire se presentano ancora elementi di realtà – per avanzare un progetto credibile e sostenibile. Ben vengano nell’ambito vasto della sinistra cittadina nuove e più avanzate riflessioni sul nostro Centro Storico sottoposto a due fenomeni complementari e contrapposti: assalto e declino”.
Come non dare ragione a Mazzini? A memoria, è almeno dall’ultimo decennio dell’altro secolo che balla periodicamente sui tavoli. Senza trovare risposte convincenti.
A Lucca, si sono fatti carico di uno studio di fattibilità e lo hanno proposto ai cittadini.
Hanno ragione tutti e tre i nostri protagonisti. Fare politica è anche proporre una serie di soluzioni studiate approfonditamente e cercare di dire come queste possono essere realizzate economicamente. Non basta più dire votatemi che penso io a risolvere i problemi.
Il confronto è necessario. Spesso si ha l’impressione che si fatichi a scoprire le carte che si ha in mano per impedire che le proposte di soluzione possano essere usate da altri.