Alessandro Masi, classe ’66, è l’attuale capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale a Siena. Spigolando tra i suoi incarichi precedenti è stato membro della deputazione generale della fondazione Mps per il Volontariato, sindaco nel 2004 del Comune di Sovicille, segretario dell’Unione Comunale del Pd Siena nel 2014.
Capogruppo negli anni dell’opposizione alla giunta De Mossi, la prima dal dopoguerra in cui il suo Partito non ha collocazione. E’ stata davvero una giunta fascio-leghista?
“La nostra opposizione è stata fatta nell’interesse della Città, senza faziosità o pregiudizi, cercando di far emergere la nostra idea di Città, che troverà ulteriore precisazione e specificazione nel programma che verrà costruito e condiviso con il Centrosinistra e poi portato all’attenzione della cittadinanza. In questi anni abbiamo contrastato la mancanza di un disegno programmatico dell’Amministrazione, che non ha generato l’alternanza promessa. Prima, a dire questo c’era solo l’opposizione, oggi lo dicono i senesi”.
“Abbiamo quindi messo a nudo e criticato una gestione negativa del bilancio – continua Masi -, che ha immobilizzato la macchina comunale, ha depresso le competenze interne con continue riorganizzazioni ed aumentato infruttuosamente i costi con le esternalizzazioni a Sigerico spa. Pochi sono stati alla fine i lavori pubblici ed è sotto gli occhi di tutti la marginalità in cui è finita la città di Siena rispetto ai progetti e fondi del PNRR. Inoltre, non si è costruito alcun nuovo servizio, nonostante per ben due anni il Comune abbia ricevuto risorse aggiuntive dallo Stato per oltre 20 mln per l’emergenza pandemia”.
“Il Piano Operativo – dice iniziando una disamina verticale – ha dato risposte solo ai supermercati, senza preoccuparsi delle profonde trasformazioni della Città, delle piccole attività di vicinato e del suo spazio urbano con i Comuni contermini; e senza aver ancora chiuso il Piano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Come per il Palio, anche sulla cultura tanti annunci e false partenze. La Fondazione per il Santa Maria della Scala è nata, ma ancora non cammina. Ma soprattutto, la Città ha perso la consapevolezza di sé stessa e la propria armonia, la sua partecipazione al dibattito quotidiano e alle decisioni. E la pandemia si è unita ai fumogeni della comunicazione di Palazzo pubblico. Quindi, alla fine non si è capito che tipo di Amministrazione abbiano avuto i senesi in questi anni, perché ha solo alimentato la distanza del Comune dai cittadini, la conseguente sfiducia dei senesi e l’incertezza economica e sociale: il suo principale demerito è quello di aver generato pessimismo”.
In quale considerazione tiene il fatto che la metà circa del periodo di governo di quest’Amministrazione è stato contrassegnato dalla pandemia: un tema e una fase nella quale le istituzioni – Comune e Regione in particolare -, pur se di diverso colore, si sono mosse in sintonia?
“La pandemia ha sicuramente rappresentato un momento di straordinaria difficoltà sia per i cittadini che per le istituzioni. Il rapporto di sinergia, quando si è realizzato, ad esempio con Regione e Provincia sulla Banca MPS, è stato auspicato unanimemente anche dal Consiglio comunale, quindi anche da chi come noi è opposizione”.
Parliamo delle due elezioni più recenti – Regionali e Suppletive – in cui in città hanno vinto i candidati proposti dal Pd, anche se qualcuno dice in virtù anche di “accordi” trasversali…
“Il PD ha contribuito alla vittoria grazie alla presenza di propri candidati, alla forza della propria proposta politica e ad una sua nuova credibilità. Eventuali fenomeni di trasversalità, se mai ci siano stati, confermerebbero che da destra non c’è stata una proposta altrettanto forte e competitiva”.
E aggiungiamo una riflessione sulla futura campagna elettorale amministrativa che già si è avviata… Magari possiamo partire col dire se l’ultima tornata amministrativa vi ha insegnato qualcosa, no?
“Gli errori ci sono sempre, quando si perde. Dalla sconfitta comunque abbiamo imparato maggiore umiltà, nonché a lavorare non solo con senso di governo, ma anche con spirito critico di opposizione… Ed anche a dare più importanza alla coerenza, all’apertura ed al valore della partecipazione dei cittadini, per dare un senso nuovo alla storia, e alle attuali risorse intellettuali, economiche, morali e civili della Città. Infine, a considerare che nella delicata fase del ballottaggio gli apparentamenti, se valutati necessari, non possono confondere e scoraggiare gli elettori e incentivarne l’astensione”.
Quali sono le analisi degli scenari senesi che state compiendo?
“Siamo usciti da un congresso, a riprova del valore democratico del nostro Partito che, nella sua organizzazione e rappresentanza, ha esperienze per saper leggere i cambiamenti sociali intervenuti nella nostra Città e ha competenze e passioni per dare le risposte adeguate, come hanno dimostrato i nostri amministratori e rappresentanti in Regione ed in Parlamento”.
Cosa pensate del civismo dietro cui tendono a nascondersi un po’ tutti?
“Il civismo è prima di tutto sensibilità per la Comunità, e questa è naturale che sia di chi milita in un partito costituzionale e può essere propria anche in chi aderisce ad un movimento od in una lista civica. Del civismo come spirito, quindi, nessuno ha l’esclusiva. Invece, il civismo come alternativa ai partiti, non è comunque neutralismo o autoreferenzialità: quindi, c’è lista civica e lista civica, a seconda degli orientamenti, delle storie e della proposta. Infine, la politica è utile se riesce a dare soluzioni ai cittadini, e un partito organizzato a livello nazionale ha visioni, esperienze, competenze e relazioni per dare riposte e risolvere problemi. E comunque ha regole di vita più chiare per verificare l’operato dei propri eletti e per rendere evidente il senso delle responsabilità assunte”.
Cosa pensate del centrodestra? Marcerà unito e compatto con De Mossi? E quale pensiero sulla discussione avviata da De Mossi circa la sua reale intenzione di ricandidarsi?
“Questi anni hanno mostrato ai senesi cosa portano con sé la destra leghista e la destra civica: confusione e sciatteria. I continui cambi di Giunta e di consiglio hanno sfiduciato di fatto l’Amministrazione e sancito il non governo di De Mossi. Quindi, sulla natura politica del sostegno di cui gode oggi la giunta e sui valori che emergono dalle scelte effettuate, penso che i senesi siano in grado di riflettere e decidere. Ora, il nostro obbiettivo è di dimostrare a tutte le persone, anche a quelle che si sono allontanate dalle istituzioni e dalla politica, e che magari ci votavano, che Siena merita altro e che ora noi possiamo dare un’altra possibilità. Così, tornare a votare e a dire la propria può cambiare davvero le cose nella nostra Città”.
Cosa pensate del terzo polo civico? Qual è l’atteggiamento che assumerete nei confronti del loro candidato?
“In Consiglio comunale abbiamo fatto fronte comune in diversi passaggi, pur con punti di vista diversi, imparando a confrontarci sui temi. Non ho conosciuto ancora personalmente il candidato del Terzo polo, ma posso intuire il suo attaccamento alla Città e comprendo la sua generosità nell’essersi messo in gioco. Questo merita rispetto, come meritano rispetto ed attenzione, però, anche le scelte nette e differenti fatte dal PD, di mettersi a disposizione e far parte di un campo largo di Centrosinistra, progressista, europeista, sensibile ai temi della sostenibilità, anche democratica, di questa Città, che prima di essere un aggregato edilizio, è “polis”; con apertura ed alleanze chiare e che vuole riformare questo arretramento di Siena, dando risposte a chi è più debole e ha più bisogno di futuro. Un’alleanza con questa unità di intenti e la potenza di un linguaggio comune porterà soluzioni concrete, cui anche partiti nazionali come il nostro saranno in grado di contribuire”.
Per finire, consentendoti di affrontare il tema di come il Pd si stia o meno organizzando per tornare a vincere: progetto e ricerca del candidato?
“Il PD lavora per aprirsi, questa volta non con la genericità di una proposta, ma con progetti specifici: poche cose e chiare, per dare spazio e considerazione ai giovani, ed alle diverse generazioni e generi, per costruire prospettiva e sicurezze, per generare stimoli alla crescita economica ed affrontare il debito che anche a Siena abbiamo nei confronti dei più giovani. In questo passaggio conterà un percorso di candidatura che sia interprete di questi obbiettivi, insieme ad un gruppo diffuso, una ”intelligenza collettiva”, che sia capace di rinnovamento e di mobilitare l’anima e lo spirito dei cittadini, perché non lascino andare le cose, ma riprendano in mano il destino della Città. Per questo, non è più il momento delle divisioni. Un PD compatto nei valori del rinnovamento è una risorsa per il centrosinistra e per la Città. Gli anni che ci aspettano non saranno semplici, a giudicare dall’aumento dell’inflazione, dei tassi e dei prezzi, anche oltre l’attuale economia di guerra. Così, quello che varrà davvero non sarà di vincere per vincere, né di ritrovarsi semplicemente al governo, ma di meritare di governare, per cambiare e servire i senesi e la nostra straordinaria Città”.