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domenica, Settembre 8, 2024

Restiamo alternativi alla destra populista

David Chiti conferma l’orientamento cittadino di Italia Viva. Per la Toscana prevista assemblea il 13 settembre

Il segretario di Italia Viva Area Senese David Chiti si presta a un’intervista per ulteriormente spiegare la collocazione politica di Italia Viva dopo il recente intervento del vicepresidente della Regione Stefano Scaramelli.

Dopo le elezioni europee, il mancato raggiungimento del quorum, Matteo Renzi aveva annunciato un Congresso di Italia Viva per far scegliere agli iscritti la linea politica (tra “Margherita 2.0” e “nuovo Terzo Polo”) e il nuovo presidente nazionale. La prospettiva del congresso c’è ancora?

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“Andiamo per gradi, un passo alla volta. Il prossimo 13 settembre ci sarà l’assemblea regionale e da lì intanto capiremo chi guiderà il partito in Toscana. Comunque mi pare che sia Scaramelli che Renzi abbiano espresso in modo chiaro le loro idee su come potrà svilupparsi il nostro progetto politico alla luce della situazione attuale”. 

Tuttavia parrebbe che il dibattito in Italia Viva sia già approdato a una conclusione:  il futuro di IV è fare il “bilanciamento riformista”, nel “campo largo” del Pd, con Conte e Fratoianni, tra chi vuole la patrimoniale, uscire dalla NATO, abolire il Jobs Act. Sbagliamo se ci sembra che state seriamente pensando a come costruire la gamba riformista di un centrosinistra che possa, con il vostro contributo, diventare l’alternativa a un governo di destra? Governo da cui non vi divide  solo l’attività  ma anche radici, valori e alleanze internazionali?

“Le forze moderate di centro-sinistra potranno tornare al governo solo se si federeranno, questo è certo. Il panorama politico è molto chiaro. Ci sono quattro aree: una di centro-destra dove si collocano FdI (con qualche malumore della base storica, tutt’altro che moderata) e Forza Italia; una ancora più a destra, dove sta andando Salvini (che non a caso ha cooptato uno come Vannacci); poi c’è il centro-sinistra a trazione PD, il PD di Schlein, che cerca di federare M5S, Verdi e frange di sinistra più radicale. Infine c’è quanto resta del progetto centrista-riformista, in cui evidentemente IV si identifica. Al momento per noi non ci sono spazi alternativi: o si entra stabilmente in un centro-sinistra plurale e, come ha detto recentemente Renzi, coagulato intorno a un contratto di governo alla tedesca o si rischia di essere ininfluenti. Alla fin fine quella che guarda a sinistra è da sempre la nostra casa naturale, se ci pensa un attimo”.

Anche a Siena vi proponete di riaprire il dialogo con il Pd? 

“A Siena ci abbiamo provato anche alle ultime amministrative, ad aprire un dialogo con il PD. Purtroppo la miopia di una parte della classe dirigente locale di allora non ha accettato il confronto. I più lungimiranti nel PD videro l’errore già allora. Oggi è completamente un’altra storia, e in politica ciò che era valido appena ieri oggi può essere già vecchio e superato”. 

Nel Pd c’è chi sostiene che l’alternativa alla destra va costruita adesso, nella società. E propongono i comitati per l’alternativa. Voi sareste pronti?

“Noi siamo e vogliamo essere, da sempre, alternativi alla destra populista e sovranista, che a parte gli slogan pre-elettorali una volta divenuta forza di governo non ha cambiato le cose. Tanto rumore per nulla. Questo gli elettori lo vedono bene già ora, e se ne ricorderanno alle urne. Il costo della vita è aumentato e gli stipendi sono rimasti gli stessi, l’immigrazione irregolare è fuori controllo e le città sono sempre meno sicure. La classe media è impoverita e senza certezze: la destra non sa fare nemmeno il suo mestiere. Non dispone di una classe dirigente competente e attrezzata per occuparsi di questi temi, per risolvere i problemi reali dei cittadini. Dobbiamo farci trovare pronti, perché loro hanno dimostrato di non esserlo affatto e gli elettori, scoperto l’inganno, cercheranno presto altrove la soluzione ai loro problemi quotidiani”.

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