Millecinquecento al PalaEstra. Note di Siena in ballo fino ai secondi finali: 78-82
Note di Siena Mens Sana Basketball Siena – Vismederi Costone Siena 78-82 (25-27, 45-48, 60-63)
NOTE DI SIENA: Brambilla, Pannini 17, Iozzi 9, Marrucci 5, Figus n.e., Puccioni, Sabia 7, Cucini 2, Perinti n.e., Prosek 16, Masini n.e., Tognazzi 22. All.: Paolo Betti
VISMEDERI: Banchero, Tognazzi n.e., Ceccarelli, Radchenko 6, Massari n.e., Terrosi 8, Banchi 19, Zeneli 6, Piattelli n.e., Ondo Mengue 15, Bruttini 9, Nasello 19. All.: Maurizio Tozzi
Arbitri: Deliallisi e Cavasin
Nulla di clamoroso al PalaEstra, ma tanta roba, davvero tanta roba. Per una società che aspira a tornare in alto più che il risultato conta il fatto di esser riuscita a riportare a Palazzo altri cinquecento senesi. Partendo dai pagamenti al botteghino, aggiungendo le quote di Costone e Polisportiva, gli abbonati e i portoghesi visti i molti varchi della struttura, si possono quantificare in millecinquecento gli spettatori: il colpo d’occhio ieri sera era da brividi. E lo spettacolo è stato all’altezza, non quello dell’andata a Montarioso, ma una gara vibrante, in bilico fino allo scadere, che poteva andare anche oltre.
Quando sei lì a un attimo dallo scadere ti accorgi che il basket non finisce mai di insegnarti qualcosa. Per esempio è avvenuto quello che non saresti riuscito a immaginarti. Quando mancano dieci secondi, forse neanche, ci sono due punti a sfavore della Mens Sana e Tognazzi va per il fallo tattico su Terrosi che, volontariamente o colposamente, gli rifila un mammaccione. Doppio fischio, fallo di Tognazzi che genera due liberi, fallo antisportivo di Terrosi che ne genera altrettanti (e il giocatore va in panca per 5f come Zeneli e Banchi), a seguire palla alla Note di Siena. Si è aperto un mondo: i secondi liberi avrebbero potuto annullare i primi, la Mens Sana avrebbe potuto giocare con palla in mano e dieci secondi per impattare o vincere. Radchenko li segna entrambi, Tognazzi no, partita finita.
Cosa succede ora? Costone matematicamente primo, mentre la Mens Sana è matematicamente seconda e per una volta non per propri meriti. A Coverciano, San Vincenzo è stato avanti fino al primo quarto poi l’inerzia ha favorito i fiorentini della Sancat rimasti sempre in testa. Ne consegue che un’eventuale aggancio dei marittimi alla Note di Siena non avrà conseguenze perché i biancoverdi hanno l’avulsa a favore.
Primo, secondo e terzo sono ora matematicamente classificati in queste posizioni; per il quarto posto, cioè l’avversario del Costone nei play off, rimane qualche debole incertezza. La blasonata Pallacanestro 2000 di Prato ha rialzato la testa vincendo il derby dei draghi e riportando in attivo l’avulsa: ora attende alla Toscanini la Sancat che non ha vinto in trasferta neanche una volta. Le probabilità che siano i pratesi a qualificarsi sono tuttavia basse perché rispetto all’adesso favorita Agliana hanno l’avulsa a sfavore. I dubbi potrebbero esser fugati questo pomeriggio quando i pistoiesi ospiteranno i duchi biturgensi: una vittoria casalinga potrebbe chiudere i discorsi, un impazzimento potrebbe rimettere in gioco anche Sansepolcro; oltre Prato.
Passiamo al campo. Le voci precedenti la gara scoraggiavano persino gli ottimisti: manifestazioni febbrili avevano tolto di mezzo Puccioni per diversi giorni, e nel momento che lui stava un po’ meglio, anche Giorgi si è ammalato: indisponibile il secondo, il primo ieri sera giocava – e tifava a più non posso dalla panchina – ma la sua presenza (0/3 al tiro, un assist, due recuperi) è servita perlopiù a far rifiatare gli altri. Altra defezione, “sanguinosa”, è stata quella di Marrucci; con tre falli a fine primo tempo – fischi su cui ci sarebbe da dire – e il quarto preso subito nel terzo quarto, è stato a lungo in panca, la sua difesa è stata timorosa e la prestazione fortemente condizionata. In più la contemporaneità di Cucini e Brambilla a inizio secondo tempo è coincisa con il massimo parziale del Costone (+13), scoraggiando coach Betti dall’idea di riproporli insieme. Per Cucini trovarsi sistematicamente opposto a Nasello sia in difesa che in attacco è incubo da cancellare al più presto. Semmai va detto che per battere la Note di Siena la VisMederi non può rinunciare al “ventello” di Nasello che stavolta ha tenuto in barca i gialloverdi durante la partenza bruciante dei padroni di casa.
Da sottolineare che appena un quarto dei punti le due squadre l’hanno segnati da sotto. E se hanno lavorato bene i mensanini che, a tratti, hanno giocato con Prosek e Sabia insieme, intervallati dalla prestanza di Iozzi, sulla sponda costoniana la fisicità era assoluta, con il raddoppio sistematico della marcatura; qualunque biancoverde che volesse entrare si trovava chili e chili di atletismo a opporsi. E dire che Ondo Mengue fa paura anche a braccia basse.
Braccia che invece il Costone ha usato senza parsimonia. Ventotto falli, tre usciti prima del tempo, altri interventi non fischiati, o capovolti, che hanno fatto ruggire il PalaEstra. Coach Tozzi questa gara l’ha messa giù molto dura e ha avuto ragione perché le dieci recuperate dalla sua squadra che vanno insieme alle diciotto perse della Note di Siena sarebbero già argomento discriminante per spiegare perché il Costone ha vinto, insieme ai dieci liberi sbagliati dalla Note di Siena e alla, di questa, insufficiente percentuale (39.5% per 15/38) nel tiro da sotto.
Ma va anche posto il pensiero sul fatto che, nonostante il Costone abbia tirato con il 53,1% da sotto e il 33,3% da fuori (Note di Siena rispettivamente 39,5% e 38,1%), eppure a meno di due primi dal termine era ancora appaiato dalla Mens Sana. Evidentemente dopo la batosta dell’andata (63-41), i biancoverdi avevano fatto i compiti a casa e la partita vista vuol dire che non c’è soggezione ai più titolati avversari che ieri non hanno giocato affatto in scioltezza.
Il fatto di aver dimostrato che, per quanto impossibile, la vittoria è contendibile, vale molto se la Note di Siena riuscirà a superare tre volte San Vincenzo. Si sa che i valori tecnici sono importantissimi, ma valgono più su una stagione che in un faccia a faccia di play-off mentre la tensione nervosa per il risultato ormai alla portata si fa sentire.
Bucci is back. A qualcuno a fine primo tempo gli sembrava fosse tornato, ma a guardar bene non era George, ma Edoardo. Il “mini” capitanone la partita l’ha iniziata con precisione e acrobazie. Incredibile. Peccato che nel secondo tempo abbia vanamente tirato solo cinque volte, mentre il suo diretto avversario, ragazzo in cui la forza fluisce forte, Alessandro Banchi, abbia continuato a far danni. Prosek is back, quello sì, finalmente il ragazzo ha mostrato segni ineludibili sul ritorno in forma; sugli spalti non solo gli “ubriachi di Prosek” ma anche bandiere della Cechia alzate per lui. Una bella notizia.
Per ultimo lui, il capocannoniere assoluto, 22p, Vittorio Tognazzi. Al PalaOrlandi ne aveva fatti 4 e su di lui, ingeneroso, c’era chi aveva speso parole sul fatto che, trovando avversari tecnici e d’altra categoria, non sarebbe andato avanti. La sua sospensione con la schiena indietro, la ricerca di un pertugio per la penetrazione, forse poco propenso a passare, conferma sempre che dare la palla a lui, spesse volte è la cosa giusta da fare: The Answer.
Meditate gente, meditate. Ma quant’è bello avere una Mens Sana competitiva e andarla a vedere a Palazzo!