L’Osservatorio di Bioetica promuove un protocollo toscano per il diritto alla cura
Giovedì 5 giugno, alle ore 18, la Chiesa della Santissima Annunziata a Siena, affacciata sulla splendida Piazza del Duomo, sarà teatro di un incontro pubblico di alto valore civile, culturale e spirituale. Il tema è uno di quelli che interpellano profondamente la coscienza collettiva: la garanzia dell’accesso alle cure palliative all’interno del sistema sanitario toscano. Il titolo scelto per l’evento, “Non temerai alcun male”, richiama con forza il bisogno umano di essere accompagnati nel tempo della sofferenza e nel passaggio finale della vita, senza abbandono, senza dolore evitabile, senza solitudine.
L’incontro è promosso dall’Osservatorio di Bioetica di Siena in collaborazione con il Network “Ditelo sui tetti”, impegnato nella costruzione di una “Pubblica Agenda Sussidiaria e Condivisa”. In una fase in cui la sanità pubblica toscana affronta sfide significative – dai tempi di attesa sempre più lunghi alle difficoltà organizzative nei servizi territoriali – l’obiettivo è chiaro: proporre l’adozione di un protocollo operativo che renda effettivo e universalmente garantito il diritto alle cure palliative.
L’iniziativa, che si colloca nel solco della dottrina sociale della Chiesa e della Costituzione repubblicana, si apre con i saluti del Cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, da tempo attento alle istanze del mondo sanitario e sociale. Seguirà un dialogo tra voci diverse ma complementari: il prof. Leonardo Bianchi, costituzionalista dell’Università di Firenze, rifletterà sui fondamenti giuridici del diritto alle cure palliative; il dr. Marcello Ricciuti, medico palliativista e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, porterà l’esperienza clinica e le problematiche quotidiane di chi lavora a contatto con la fragilità estrema; Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio Regionale della Toscana in quota Italia Viva, e Marco Landi, anch’egli vicepresidente, ma della Lega, offriranno un punto di vista istituzionale e politico.
A moderare il confronto sarà l’avvocato Domenico Menorello, coordinatore del network “Ditelo sui tetti”, promotore di numerose battaglie civili sul fronte della sussidiarietà, della libertà di cura e dell’inclusione.
Dietro l’iniziativa, oltre alle realtà già citate, ci sono associazioni come il Movimento per la Vita, il Centro di Aiuto alla Vita di Siena, l’Ordine Francescano Secolare della Fraternità Toscana Beato Lucchese, e i servizi per la pastorale sanitaria delle diocesi di Siena e Montepulciano-Chiusi-Pienza. Un tessuto fitto di realtà ecclesiali, sanitarie e civili, animate da un comune intento: portare alla luce, “sui tetti”, la questione delle cure palliative come diritto fondamentale, e non come opzione residuale.
In un tempo in cui si parla spesso – e a ragione – di “fine vita”, l’incontro del 5 giugno punta i riflettori su ciò che può e deve essere fatto per accompagnare la vita fino alla fine. Non si tratta di opporsi ad altri dibattiti, ma di affermare con forza un principio: ogni persona ha diritto a vivere con dignità, anche quando la medicina non può più guarire, ma può ancora – e deve – curare.
La Toscana, che pure ha una lunga e importante tradizione nel campo della sanità pubblica, può fare un passo avanti decisivo: dotarsi di un protocollo regionale che renda esigibile, in ogni area e per ogni cittadino, l’accesso alle cure palliative, integrando i percorsi ospedalieri e domiciliari, valorizzando il ruolo dei medici di medicina generale, formando operatori e sostenendo le famiglie.
Quello che si chiede non è un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti. E in un’epoca di fragilità diffuse, di paure spesso strumentalizzate e di disorientamento, questo diritto è anche un segno di civiltà. A ricordarcelo, in una delle chiese più belle di Siena, saranno voci autorevoli ma soprattutto la voce della realtà, che chiede ascolto e risposte concrete.