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lunedì, Aprile 14, 2025

Siena 2028, la proposta 5Stelle al Pd: “lavoro comune” per il futuro

Gli ostacoli esistenti alla nascita dell’alternativa e gli interrogativi sulla reale praticabilità di un’alleanza

Il Movimento 5 Stelle di Siena ha formalmente avanzato una proposta di collaborazione a tutte le forze di opposizione, con un’attenzione particolare rivolta al Partito Democratico, in vista delle cruciali elezioni amministrative del 2028.

L’obiettivo dichiarato è ambizioso: definire congiuntamente una “visione condivisa di città” e costruire un’alternativa solida all’attuale amministrazione di centrodestra.

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Tuttavia, l’analisi che sottende questa proposta affonda le radici in una critica tutt’altro che velata delle recenti vicissitudini del PD, innescando dubbi sulla serenità del confronto futuro.

Il cuore del ragionamento pentastellato risiede in una severa disamina degli eventi che hanno condotto alla vittoria della destra nel recente passato.

Il Movimento 5 Stelle non esita a puntare il dito contro le scelte del PD, stigmatizzando la mancata convergenza con le forze civiche, come sé questa ipotesi fosse stata davvero in campo, discussa e confrontata e non invece semplicemente nella testa di qualche stratega.

Di più, denunciano un atteggiamento giudicato autoreferenziale e delegittimante nei confronti di altre realtà progressiste. Le parole utilizzate nel comunicato sono esplicite e cariche di significato: si parla di “errori drammatici del 2023”, di decisioni prese da figure “dietro le quinte” e di una “campagna elettorale rivolta a delegittimare il Polo civico”.

Una ricostruzione, ci sembra di poter dire, parziale. Che ci siano stati errori è persino facile ammetterlo. Ma che nessuno, allora, abbia avuto la forza e la capacità di proporre una strategia per vincere al primo turno e che viceversa si sia aspettato il ballottaggio – quando tutto si era già consumato – è altrettanto chiaro. Con tutto il significato che questo ha…

In questo scenario, l’invito a un “lavoro comune” e alla definizione collegiale di temi e politiche per il futuro sembra quasi oscurato dal peso delle recriminazioni sul passato.

E sì, perché se il Pd deve riflettere altrettanto dovrebbero fare le forze civiche. E qui ovviamente una domanda sorge spontanea: perché i pentastellati di oggi si propongono come i difensori delle liste civiche di ieri?

La richiesta al PD di compiere “l’ultimo passo della sua autocritica” e di superare antiche logiche appare più come una condizione stringente di resa, che come un’apertura incondizionata al dialogo.

Ora comunque la palla passa al Pd che dovrà valutare se si trova di fronte a una critica costruttiva o viceversa distruttiva.

Certo è che l’iniziativa del Movimento 5 Stelle porrà il Partito Democratico di Siena di fronte a una situazione delicata, dove la prospettiva di costruire un’alternativa si intreccerà inevitabilmente con la necessità di rispondere a critiche puntuali e potenzialmente divisive: valutare se accettare implicitamente la lettura degli eventi passati offerta dal M5S come base per un futuro confronto.

Una reazione di chiusura o di negazione potrebbe compromettere sul nascere qualsiasi tentativo di dialogo. Viceversa, farla divenire occasione di una seria riflessione interna, costruttiva, sulle proprie strategie e sui propri errori non sarà banale. Come si vede, il passato ritorna e il punto a capo è sempre complesso.

Inoltre peseranno i giudizi sulle “ambiguità” con cui nel Pd si valutano una serie di atteggiamenti e le scelte attuali pentastellati relativi alla politica internazionale e non solo.

La capacità di trasformare la critica in spunto per un rinnovamento reale potrebbe essere la chiave per ricostruire la fiducia e aprirsi a nuove dinamiche collaborative.

Ma c’è il rischio di un confronto viziato. Sotto il segno delle recriminazioni e della necessità per il PD di “espiare” le proprie colpe passate, rendendo difficile la costruzione di una piattaforma programmatica condivisa e credibile.

Perché alla fine quelli che conterà sarà la percezione esterna dell’unità. L’elettorato osserva con attenzione queste dinamiche. Un’alleanza che nascesse da una critica così esplicita e da una richiesta di autocritica così marcata potrebbe apparire fragile e dettata più dalla necessità che da una reale convergenza di intenti, minando la credibilità dell’alternativa nascente.

In definitiva, l’appello del Movimento 5 Stelle a Siena rappresenta una sfida complessa per il Partito Democratico.

Se da un lato l’obiettivo di costruire un’alternativa alla destra è condiviso, la modalità con cui questa proposta viene avanzata, carica di riferimenti critici al passato, rischia di incrinare le basi per un confronto sereno e costruttivo.

Inoltre, per rispondere a questa “mano tesa” il Pd – come sosteniamo da tempo – dovrebbe essere unito…

Senza contare che in questo confronto i pentastellati no saranno soli, altre forze ci sono e hanno già rappresentanza istituzionale e collaborazione con il Pd.

Ciò che alla fine toglierà il “vin dai fiaschi” saranno le future elezioni regionali i cui risultati parleranno più di cento discorsi. Basterà aspettare settembre?

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