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martedì, Aprile 22, 2025

Siena, il Pd, il campo largo, la sfida del M5S: serve dialogo per il futuro

Regionali 2025 e Amministrative 2028. Forse la sincerità potrebbe ricomporre distanze e costruire alternative credibile

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Simone Vigni, dirigente di minoranza del partito democratico di Siena…

In un recente articolo, SienaPost ha evidenziato le cruciali sfide che attendono la Toscana. È naturale, dunque, che anche noi ci interroghiamo sul futuro della nostra città. Le imminenti elezioni regionali dell’autunno 2025, infatti, non rappresentano solo un passaggio di scala regionale, ma un momento decisivo per Siena, in vista delle amministrative del 2028.

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Come esponente della minoranza locale #controcorrente, sento forte la necessità di avviare un progetto di alleanze ampio e autentico, radicato nei valori progressisti e riformisti. Dobbiamo evitare di sfuggire a ogni possibile occasione di dialogo e confronto, partendo dai temi concreti che riguardano la città — come il carovita e il suo legame con il calo demografico.

Ci guida sempre una doppia consapevolezza. Da un lato, non possiamo rinnegare il nostro passato, fatto anche e sopra tutto di buon governo di centrosinistra; dall’altro, dobbiamo imparare dagli errori commessi. Sono due pesi che portiamo con noi, e che richiedono un esercizio di equilibrio e onestà: un metodo che ci sentiamo di proporre anche agli altri.

Mi chiedo, però: come possiamo costruire un futuro comune con chi, fino a ieri, manifestava con il centrodestra contro di noi? Un’alleanza seria richiede — se non una profonda autocritica — almeno una riflessione condivisa, un confronto vero. Serve definire punti di convergenza, ma anche di divergenza. Serve, insomma, un percorso di reciproca presa di coscienza. Perché nessun accordo a scatola chiusa potrà funzionare. Soprattutto se salta a piè pari il passato ed è solo una mera spartizione di poltrone e ha ancora pregiudiziali sul PD o su parti di esso, pregiudiziali che hanno già fatto vincere il centrodestra nel 2018 e nel 2023.

Serve mettere subito da parte veti su altre forze politiche, dettate solo da pregiudizi e rancori passati, la politica non si fa con le rivalse, ma con la voglia di trovare sintesi, punti in comune e superare gli aspetti divisivi con un serio e pacato confronto programmatico sui temi della città, e per questo serve una gruppo dirigente radicato e che ne conosce le dinamiche. Siena è una città complessa con peculiarità non riconducibili ad altre realtà, ricette fiorentine o romane non è affatto detto che possano funzionare in questo territorio.

È vero, le dinamiche nazionali e regionali contano, ma se vogliamo conquistare il consenso nella nostra città, dobbiamo saperle calare nella realtà locale. In quest’ottica, è imprescindibile aprire un dialogo anche con il Movimento 5 Stelle. Pur non avendo oggi rappresentanza in Consiglio Comunale, il M5S ha espresso a Siena posizioni spesso distanti dal PD, e quando lo era le posizioni erano ancora più distanti e marcate da una matrice populista.

Voglio essere chiaro: siamo davvero interessati a costruire un percorso comune anche con forze che, come il M5S, sono state critiche nei nostri confronti. È proprio per questo che affermo — con spirito unitario e volontà di dare un contributo pieno e responsabile — che il nodo del rapporto con il M5S è delicato, e che se mal gestito potrebbe complicare la costruzione di un fronte progressista a Siena.

Al contrario, un confronto sincero, che guardi anche all’obiettivo del 2028, potrebbe generare sviluppi positivi. Le dinamiche regionali devono essere integrate nel nostro percorso, non imposte dall’alto.

Il rischio di un “accrocco” elettorale è reale: un’alleanza costruita senza visione, solo per convenienza, non sarebbe compresa né dagli elettori né dalle stesse forze politiche coinvolte. Dobbiamo evitarlo con decisione, lavorando per un’alleanza credibile, fondata su un progetto condiviso per la città.

Mi preoccupa, invece, l’assenza di un lavoro originale per ricomporre le divisioni interne al PD. Invece di sanare le fratture esistenti, ne vengono aperte di nuove. E così manca una vera sperimentazione di “campo largo”, che dovrebbe nascere proprio dall’opposizione alla giunta di centrodestra.

Il mio appello è chiaro: Siena ha bisogno di un progetto autonomo, costruito sulle sue specificità, attraverso un dialogo aperto e sincero. Un progetto capace di contribuire anche a livello regionale e nazionale. Dobbiamo superare le divisioni, partendo da un chiarimento con chi, nel tempo, ha espresso critiche forti nei nostri confronti. Solo così potremo costruire un’alternativa credibile per il 2028.

Simone Vigni #controcorrente

(nella foto Vigni è il personaggio al centro)

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