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mercoledì, Aprile 23, 2025

Siena, prima il cantiere delle idee poi gli schieramenti

Roberto Beligni interviene dopo l’articolo di Simone Vigni: “Non distante, ma diversa, la mia visione. Serve un processo aperto e radicale, non un accordo verticistico”

Ho letto con attenzione l’intervento di Simone Vigni. Condivido lo spirito costruttivo e l’urgenza del confronto, ma sento il bisogno di offrire una visione, non distante, ma diversa. È una differenza che ritengo importante, specie se si vuole davvero costruire un’alternativa capace di vincere nel 2028.

Credo che per arrivarci non basti un accordo tra forze politiche, né una semplice intesa con il Movimento 5 Stelle, tanto più se costruita con logiche verticistiche. Penso invece a un percorso da avviare subito, basato su un grande cantiere di idee, valori, bisogni e progetti. Sarà questo cantiere – se saprà essere davvero aperto, partecipato, libero – a fare la selezione. Saranno i contenuti, non le alchimie politiche, a definire il campo e a indicare chi potrà guidare questo processo.

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In questa fase, metterei quindi in secondo piano il discorso sugli schieramenti. L’attenzione deve andare ai contenuti, alla capacità di ascoltare, comprendere e proporre. Serve l’umiltà di camminare a piedi per la città e il suo territorio, con uno sguardo critico ma anche autocritico. Registrare gli errori del passato, certo, ma anche accorgersi delle potenzialità inespresse che Siena ancora custodisce.

Siamo la città del sapere, dell’umanesimo, della scienza, della salute e della cura. La città del saper fare, della storia, dell’ambiente e della sostenibilità. Abbiamo tutte le risorse – umane, culturali, sociali – per rimettere insieme il meglio che c’è e che può essere attratto verso un progetto ambizioso, capace di parlare alle nuove generazioni e di coinvolgerle.

Dobbiamo liberarci dall’assillo della prestazione immediata, dalle manovre di corto respiro, dal narcisismo sterile che ha inquinato troppi percorsi. Solo se mettiamo davvero al centro il bene comune, e lo facciamo con coraggio e visione, potremo attrarre energie nuove e costruire insieme un futuro migliore per Siena.

Questa utopia – che oggi è necessaria, e sempre più urgente – si nutre dei valori che, a volte in modo contraddittorio, vivono nel campo progressista, ambientalista, nella sinistra diffusa. Una parte della città che negli ultimi decenni si è assopita, ferita e umiliata, ma che può e deve ritrovare la forza di rialzarsi.

Per questo serve un grande amore per Siena. E un enorme disinteresse personale. Solo così Siena ritroverà sé stessa. E saprà dare risposta al proprio bisogno di futuro.

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