Dopo i dubbi su autorizzazioni, costi e finalità ora si teme per l’accessibilità incontrollata: solo transenne mobili a chiudere
Sembrava una questione chiusa, o perlomeno destinata a spegnersi con l’estate. E invece la strada realizzata accanto alla curva Robur dello stadio Artemio Franchi torna al centro dell’attenzione pubblica, stavolta per un motivo nuovo e forse ancora più urgente: la sicurezza del campo sportivo.
A rilanciare l’allarme è stato un post pubblicato dalla pagina Siena Sostenibile, in cui si documenta visivamente come l’opera realizzata renda possibile l’accesso diretto all’interno dello stadio, separato unicamente da transenne provvisorie e facilmente aggirabili.

Il tema si somma a quelli già emersi in Consiglio comunale nelle settimane successive al concerto di Giusy Ferreri, evento per il quale la strada era stata predisposta per consentire il passaggio dei mezzi pesanti. In quella sede, i consiglieri di opposizione avevano sollevato interrogativi sulla regolarità dell’autorizzazione, l’acquisizione o meno dei pareri della Soprintendenza, l’ammontare del costo effettivo dell’opera. E soprattutto se si trattava di una struttura temporanea o permanente?

Ora, le immagini condivise online mostrano chiaramente come l’accesso creato a lato della curva non sia né chiuso né sorvegliato, lasciando di fatto l’intero impianto esposto a intrusioni, rischi di danneggiamenti e utilizzi impropri. Nessuna recinzione stabile, nessun cancello, nessun controllo: solo qualche transenna spostatile.
Se doveva essere un intervento temporaneo per l’evento del Giro d’Italia, perché è ancora lì? Oppure, serve anche al cinema? Deve restare? Basterebbe dirlo. E nel caso prevedere un sistema di protezione adeguato.