Voglio fare una riflessione pubblica sui fatti di questi giorni. Perché vedo chiaro il pericolo di un campo sguarnito. Penso che dobbiamo prendere atto che la debolezza e la dispersione delle forze progressiste e di Sinistra stiano incoraggiando le iniziative fasciste e neo-autoritarie.
E’ palese e insieme allarmante che il campo progressista e di Sinistra del nostro Paese a tutti i livelli, si mostri così disorganizzato e sguarnito di fronte alle incursioni violente degli eterni fascisti.
L’assenza di un’adeguata organizzazione e presidio di territori, sedi, argomenti, strutture e strumenti è, nei fatti, l’incoraggiamento determinante a favore di coloro che lavorano per la stretta autoritaria.
La dispersione e disarticolazione, narcisistica e velleitaria, delle formazioni politiche, sociali e culturali della Sinistra, così, gonfiano le vele dell’iniziativa delle formazioni di destra ed estremiste.
Chi pensa a mettere drasticamente mano alla Costituzione e al sistema democratico gode, oggi, di una prateria libera da ostacoli. Un solo baluardo è ancora in piedi: la CGIL!
L’attacco fascista alla CGIL costituisce un attentato gravissimo portato infatti contro la più grande organizzazione sindacale di massa italiana, contro l’ultima roccaforte organizzata e popolare di difesa della democrazia e della Costituzione nel nostro Paese.
Ecco perché attaccare la CGIL vuol dire attaccare la democrazia, la Costituzione e il lavoro. Hanno attaccato l’ultima difesa organizzata. Dopo di che non ci saranno più freni! Ecco il messaggio che dobbiamo comprendere bene!
Ecco perché questa vicenda deve imprimere una svolta politica e organizzativa a tutto il campo democratico, progressista e di Sinistra ad ogni livello: nazionale e locale.
Una svolta prima di tutto organizzativa: dobbiamo attrezzare da subito un lavoro comune di difesa e ricostruzione, prima che sia troppo tardi.
Sottovalutare questa urgenza, rimanere dispersi e disorganizzati costituisce un incoraggiamento esplicito a chi vuol costruire una svolta autoritaria anche in Italia.
Cosa fare? intanto iniziando a parlarne insieme, valutando la situazione sul terreno ove operiamo, costruendo una agenzia comune sulle cose fondamentali:
– Di unità, difesa e coordinamento comune;
– Di presidio di spazi e strutture;
– Di rafforzamento finanziario e organizzativo;
– Di predisposizione di una controffensiva comunicativa e di partecipazione, di presidio e di ricostruzione di una presenza diffusa, plurale e democratica.
Penso che ogni piccola o grande organizzazione politica, sociale e culturale appartenente al campo democratico e progressista sia chiamata ora e subito a compiere dei passi in questa direzione. Io non sottovaluto. Invito tutti a non farlo.
Roberto Beligni